Numero 16/2019
16 Aprile 2019
Birrificio del Forte: dalla città di Carducci, una visione della birra che vola in alto!
Pietrasanta, per la maggior parte degli italiani è la città natale di Giosuè Carducci, ma gli amanti della birra artigianale sanno che in via della Breccia Violetta, 5/A, all’interno del “Parco degli Artigiani”, nella zona del Portone, trovano dal 2011 il “Birrificio del Forte” di Francesco Mancini e Carlo Franceschini. Due persone appassionate, che lavorano con dedizione e impegno. La cura del dettaglio è la loro caratteristica più importante. Il loro obiettivo: “che le nostre birre siano riconoscibili e che entrino a far parte della cultura enogastronomica italiana e internazionale!”
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Ringraziamo Francesco Mancini per l’intervista e vediamo insieme cosa ci racconta:
Come e quando nasce il progetto Birrificio del Forte? Chi sono i suoi artefici e qual è la sua storia?
La nostra avventura è iniziata con l’incontro tra me (Francesco Mancini) e Carlo “Zurgo” Franceschini, due giovani homebrewer alle loro prime sperimentazioni. Tra qualche birra uscita meglio ed altre da “ritoccare” ci siamo fatti le ossa a suon di incontri e concorsi, nei quali sottoponevamo le nostre “protobirre” ad assaggi di esperti. Negli anni siamo entrati sempre più dentro al mondo della birra artigianale, fondando “l’Ars Birraria”, associazione nata con l’intento di promuovere la cultura della birra. In seguito, l’amicizia con Carlo si è consolidata ed abbiamo iniziato a viaggiare, insieme abbiamo girato l’Europa alla scoperta di birre e birrifici. Nel frattempo, sono entrato a far parte del consiglio direttivo di Unionbirrai proprio negli anni di grande sviluppo del concorso di Birra dell’Anno. Da qui, essendo ormai completamente immersi nel mondo brassicolo italiano e non solo, la decisione di mettersi in gioco con un nostro birrificio che ha visto la luce nell’agosto del 2011.
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Cosa vuol dire per voi fare birra artigianale?
Per noi fare birra artigianale significa innanzitutto passione, dedizione e impegno. Ogni giorno lavoriamo con le idee chiare di chi siamo e di dove vogliamo arrivare. Ricerchiamo, prima di tutto equilibrio, eleganza e costanza qualitativa attraverso una forte cura del dettaglio e per mezzo di piccoli e continui miglioramenti. Per noi è importante che le nostre birre siano riconoscibili e che entrino a far parte della cultura enogastronomica italiana e internazionale.
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Quale sono le vostre birre, gli stili?
Le nostre birre sono tutte improntate sulla tradizione anglosassone e belga, abbiamo la linea delle “Fondamentali” composta da:
CENTO VOLTE FORTE – blanche 4%
GASSA D’AMANTE – golden ale 4.5%
LA MANCINA – belgian pale strong ale 7,5%
REGINA DEL MARE – belgian dark strong ale 8%
MERIDIANO 0 – extra special bitter 5%
2 CILINDRI – porter 5%
a questa linea si affianca quella delle “Celebrative”, birre che escono con disponibilità limitata dove ognuna ha una sua caratterizzazione:
COLLE SUD – session ipa con pepe 5%
SAISON DEL VILLAGGIO – saison con sambuco, 6%
FIOR DI NOPPOLO – apa con luppolo fresco, 6%
CINTURA D’ORIONE – quadrupel con miele, 10%
A queste si aggiunge la nuova linea de “Le Radici”, una serie di birre innovative con un punto di contatto con le radici italiane, quindi con il mondo enologico:
IL TRALCIO – iga 10,2% (birra con mosto d’uva)
BIRRASANTA – barrel aged 15,1% (invecchiata in botti di Vin santo)
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Quali sono le caratteristiche del vostro attuale impianto di produzione?
Attualmente abbiamo un impianto da 10hl, è lo stesso con cui siamo partiti. Un impianto che ci ha permesso di crescere mantenendo costante la nostra produzione.
Quali materie prime usate? Con quale criterio le scegliete?
Per la selezione delle materie prime ci rivolgiamo prevalentemente all’estero, sia per la selezione dei luppoli, sia per la scelta dei malti. Scegliamo materie prime di pregio in modo da avere un prodotto finito che sia all’altezza delle aspettative e per far questo dobbiamo cercare le materie prime dove la storia e la tradizione brassicola è ben radicata.
Qual è il vostro mercato di riferimento?
La nostra idea è quella creare abbinamenti con il cibo per esaltare entrambi, per cui il nostro mercato di riferimento è quello dell’Ho.re.ca. e delle enoteche. Altrettanto importante è il mondo dei pub, delle birrerie e dei beershop.
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Quali sono gli aspetti positivi e negativi del vostro progetto?
Tra gli aspetti positivi del nostro progetto inserirei sicuramente il pregio delle nostre birre e il valore della nostra immagine. Cerchiamo di essere coerenti e in linea con il nostro stile in tutto quello che facciamo in modo da trasmettere i valori che ci appartengono a chi ci sceglie ogni giorno.
Lati negativi non ne vedo molti, credo che serva solo tempo e risorse per correggere quello che oggi non è ancora indirizzato sui binari giusti. Sappiamo che la nostra visione aziendale è ambiziosa e per questo, più che parlare di “lati negativi” del nostro progetto, parlerei di difficoltà intrinseche, tipiche in un percorso ad ostacoli.
Come vedete il futuro del movimento craft beer in Italia?
È sempre difficile fare previsioni, tanto più quando parliamo di fenomeni relativamente giovani come quello della birra artigianale italiana.
Sicuramente il livello medio di qualità produttiva si è alzato e questo porterà ad avere una maggior fiducia da parte del consumatore verso i nostri prodotti. Alcuni birrifici si stanno strutturando ed hanno iniziato un percorso di sviluppo imprenditoriale necessario per sopravvivere all’interno di un mercato concorrenziale e costantemente minato dalle imitazioni e dalle acquisizioni da parte dell’industria. In generale immagino uno scenario di mercato che premierà chi oggi investe per migliorare le proprie tecnologie produttive e il proprio brand senza rinunciare all’indipendenza ed alla qualità.
Per maggior informazioni sul “Birrificio del Forte”: www.birrificiodelforte.it