Numero 23/2016
10 Giugno 2016
Birrificio della Ghironda: la beerfirm divenuta birrificio artigianale
Il Birrificio della Ghironda è il simbolo della passione e dei sogni di tanti homebrewers italiani, diventato realtà. Infatti, i tre fondatori tra cui il mastro birraio Salvatore Grimaldi, hanno coltivato la propria passione iniziando dalle cotte della domenica, per poi crescere e radicarsi come beerfirm, fino al grande passo, avvenuto nell’autunno dell’anno scorso di avviare un proprio impianto di produzione.
Giornale della Birra, in esclusiva per i propri lettori, ha intervistato Salvatore, per scoprire la bella storia del birrificio artigianale di Brusaporto.
Salvatore, ripercorriamo più in dettaglio la genesi del Birrificio della Ghironda: come è nato e come si è sviluppato il vostro progetto? Quali sono statigli stimoli che vi hanno spinto ad avviare un impianto indipendente?
Il progetto nasce quasi per caso, grazie alla passione maturata frequentando un corso per homebrewer tenuto qualche anno. L’idea di aprire un birrificio ha iniziato a prendere corpo subito dopo il corso, ma abbiamo avviato l’attività producendo presso impianti di terzi. Gli stimoli per aprire un microbirrificio autonomo sono stati dettati prevalentemente da esigenze di produzione e dal fatto di non dipendere da nessuno. Come beerfirm sei “purtroppo” legato e dipendi in tutto e per tutto dalle tempistiche del birrificio che ti ospita. Tutto questo iniziava a starci stretto.
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Molto interessante la vostre filosofia produttiva, che spazia attraverso un’ampia gamma di possibilità tecniche e stili. Quali sono le peculiarità delle vostre produzioni?
La nostra produzione spazia dalle birre a bassa a quelle ad alta fermentazione. La filosofia che seguo è quella di produrre birre e stili che piacciano prima di tutto a me, poi qualche birra è stata realizzata per soddisfare ovvie esigenze di marketing.
Materie prime: come effettuate la selezione degli ingredienti per raggiungere l’eccellenza delle vostre creazioni?
I malti, i luppoli ed i lieviti acquistati provengono da primarie aziende produttrici, selezionate dopo averne visitato le strutture e dopo esserci confrontati personalmente con chi da anni segue i processi produttivi.
Quanto ritenete importante il “fattore umano” come ingrediente intangibile della produzione?
Il fattore umano è di fondamentale importanza: va bene scegliere le migliori materie prime, ma alla fine quello che fa la differenza è la componente umana impegnata a seguire con attenzione maniacale e minuziosamente tutte le fasi produttive. Il tocco del mastro birraio è la vera anima della birra!
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L’esperienza maturata sul campo come imprenditori vi permette di analizzare il settore della birra artigianale italiana da un punto di osservazione privilegiato: come immaginate il futuro delle craft-beer made in Italy? Quali consigli dareste a dei giovani con il desiderio di avviare un progetto imprenditoriale simile al vostro?
Lo scenario italiano dei produttori di birra artigianale è molto interessante: negli ultimi anni l’apertura di nuove realtà produttive sta spaziando in ogni angolo del nostro Paese in maniera esponenziale. Segno questo che anche da noi si sta sempre più diffondendo la cultura del bere birra di qualità. Il rovescio della medaglia è che in parecchi aprono un microbirrificio pensando solo ed esclusivamente al guadagno. Un consiglio che mi sento di dare ai giovani è quello di intraprendere questo mestiere non pensando ai soli profitti, ma disponendosi ad impegnarsi per produrre un prodotto di qualità. In realtà, proprio la qualità è il fattore chiave che alla fine ti dà la possibilità di trarre profitto.
Maggiori informazioni sul Birrificio della Ghironda e sulle birre sono disponibili sul sito web aziendale www.birrificiodellaghironda.it