Portare nelle case degli italiani le migliori birre artigianali e biologiche in circolazione e sostenere i tanti ottimi micro-birrifici del nostro paese nella loro crescita. E’ questo l’obiettivo di BeernBio, portale di e-commerce di birra artigianale nato a fine 2018 grazie ad un’idea di Valeria e di tre amici Laura, Riccardo e Lucia.
Il progetto, come spesso accade nel mondo della birra, è nato in occasione di una cena tra amici accomunati dalla passione per i piccoli birrifici artigianali e per il tema della sostenibilità. Due concetti che ben si riflettono nel modo di lavorare di BeernBio come ci spiega Valeria Del Boca, titolare della startup.
“Il progetto nasce a fine 2018 in occasione di una semplice cena tra amici tutti amanti della birra artigianale. Era da un po’ di tempo che stavo pensando di aprire un e-commerce. Quindi ho cominciato a ragionare seriamente su come crearlo. La sede della società è a Milano Sud, a Opera”.
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Oltre a te, chi sono gli altri che si occupano del progetto BeernBio?
“Io mi occupo della completa gestione, ma sono supportata da amici che mi aiutano nei campi in cui sono meno esperta. Laura è un grande appassionata di informatica e aveva già avuto a che fare con creazione di siti e si è occupata dell’implementazione; io, che sono la titolare dell’azienda, ho sempre lavorato nei canali digitali/online e
anche in ambito vendite nel settore alimentare, Riccardo è un e-commerce specialist e mi aiuta nel trovare i migliori canali per pubblicizzare l’attività e infine Lucia, ex collega, mi da una mano a trovare nuovi birrifici interessanti da coinvolgere. Ho messo quindi insieme tutte le caratteristiche che mi occorrevano lanciare un progetto e-commerce sul mondo della birra artigianale italiana. Per il momento sono l’unica a dedicarsi a tempo pieno, l’ambizione è quella di creare un team full-time impiegato nel progetto BeernBio”.
Come mai hai deciso di lanciare BeernBio?
“Frequentando molti piccoli birrifici, l’idea alla base del progetto è quella di cercare di sostenerli. Continuano infatti a nascere piccole realtà di grande qualità, ma che non hanno le capacità di arrivare ad un mercato più ampio. L’idea quindi è di andare ad aiutare questi birrifici, esclusivamente italiani, ad arrivare dove non potrebbero mai giungere. Ho conosciuto tanti birrai e selezionato quelli che ritenevo i più in linea con l’idea di sviluppo. L’obiettivo è aggiungerne sempre di più. E’ un lungo percorso, ma la strada è quella giusta. Prima di far ciò è necessario però strutturare bene l’azienda con l’obiettivo di portare nelle case di tutti gli italiani le migliori birre artigianali, con particolare attenzione all’ambiente e alla sostenibilità. Punto di grande interesse sono i birrifici agricoli e sviluppare il mercato delle birre biologiche”.
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Punti quindi molto sul tema della sostenibilità?
“Per sostenere la tutela dell’ambiente ho strutturato diverse strategie ad iniziare da un packaging esclusivo. Ordinando birre on-line per conoscere i competitor, infatti mi sono subito resa conto che le bottiglie spesso arrivano rotte e i contenitori di cartone pieni di plastica. Ho quindi deciso di utilizzare materiali riciclabili. Le scatole sono tutte di cartone riciclato e all’interno un rivestimento in sughero, materiale totalmente naturale e riciclabile, per mantenere le birre a temperature adeguate, ferme ed integre. Anche sui canali promozionali, spingiamo i clienti a riutilizzare il materiale stesso. Con il sughero ad esempio si possono fare delle bacheche dove
poter appendere appunti e note, oppure si possono creare dei sottobicchieri. La scelta di fornitori Italiani è per sostenere lo sviluppo del Paese e farlo riconoscere sempre più come ottimo produttore di birra artigianale. Altro punto cruciale, sono le spedizioni di cui è purtroppo noto l’enorme produzione di CO2. Per essere sostenibili, è in atto una collaborazione con Plant for the Planet e ZeroCO2 per la compensazione piantando alberi di coltura non intensiva per far si che il servizio non pesi in alcun modo sull’ambiente.
Mi fai qualche esempio di birrifici con cui collabora Beernbio?
“Un birrificio che mi piace molto è Birra del Parco. E’ un birrificio agricolo gestito da due ragazzi giovani con già grosse esperienze nel settore. Coltivano tutto loro, compreso il luppolo che è una coltivazione difficile da gestire e sviluppare. Apprezzo moltissimo i loro sforzi e credo moltissimo nei loro progetti. Beernbiocollabora anche con birrifici più famosi come Birrificio Rurale e Birrificio War con le loro birre di rinomata qualità.
Quali sono i piani per il futuro di Beernbio?
“I progetti futuri sono quelli acquisire nuovi birrifici italiani di qualità e lavorare sull’espansione commerciale. Il sogno è quello di creare una azienda strutturata che possa esistere e competere a livello nazionale”.
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Da appassionata prima e ora anche operatrice di settore, come vedi l’attuale situazione del mercato italiano della birra artigianale?
“Sicuramente questa moltiplicazione di birrifici è esagerata. Ci sono piccoli birrifici validi, ma tanti ancora di bassa qualità o comunque di qualità non costante. L’attuale competizione aiuterà a scremare qualitativamente le produzioni. Si osserva anche una tendenza da parte di alcuni birrifici a iniziare ad operare come vere e proprie ‘corporation’, ma ritengo che non bisogna mai dimenticare le proprie radici e come si è nati. Cerco soprattutto di stringere contatti con quei birrifici che anche se si sono ingranditi sono rimasti fedeli ai valori che li hanno fatti nascere, crescere e sviluppare e che non sono unicamente alla ricerca del vil denaro”.