Numero 04/2020

22 Gennaio 2020

Dalla Spagna a Beergate arriva Cervezas Alegrìa!

Dalla Spagna a  Beergate arriva Cervezas Alegrìa!

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Che la Spagna sia un Paese molto promettente sotto il profilo della birra artigianale – anzi, che abbia già mantenuto alcune di queste promesse – è opinione comune; e le produzioni iberiche si stanno facendo conoscere anche in Italia, per quanto non sia sempre facile per i piccoli birrifici arrivare ad esportare. Sul nostro mercato ne sta però per arrivare uno di nuovo: il distributore milanese Beergate, già da qualche anno punto di riferimento per la commercializzazione di birre artigianali dalle isole britanniche, ha aggiunto al suo listino le produzioni valenciane di Cervezas Alegrìa. A capo del microbirrificio – 500 hl di produzione annua – sono due microbiologi, Guillermo e Irene; che hanno all’attivo numerose produzioni sia in alta che in bassa fermentazione, di cui alcune premiate al Barcelona Beer Challenge. Si va così dagli stili più classici, come la Apa Alegrìa del Barrio e le Ipa Alegrìa del Mediterraneo e Ipannosaurus Rex; fino a birre stagionali in cui la fantasia si sbizzarrisce. Le birre saranno disponibili nei locali di tutta Italia riforniti da Beergate: Irene, intanto, ci racconta qualcosa di loro.
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Quando e come è iniziata la vostra attività?
Io e Guillermo siamo entrati nel mondo della birra artigianale nel 2012 come homebrewer. Siamo entrambi microbiologi, e quindi abbiamo il vantaggio di conoscere perfettamente il ciclo di vita dei lieviti; e questo ci permette di utilizzare i lieviti liquidi più appropriati per i vari stili, senza limitarci a lieviti secchi normalmente più “generici”. Per un periodo abbiamo lavorato come beerfirm presso altri birrifici, per verificare che le nostre ricette funzionassero e venissero recepite dal mercato spagnolo; finché nel 2015 abbiamo inaugurato il nostro stabilimento a Massanassa (Valencia), con la tap room.
Insomma, sono stati i vostri studi sia a farvi incontrare che a portarvi alla birra…
Sì, abbiamo fatto entrambi il dottorato all’Università di Granada, dopo la laurea e il master a Valencia per Guillermo, e a Madrid per me. Guillermo collabora tuttora come coordinatore e docente di appoggio al master in Fondamenti tecnici della produzione birraria all’Università di Alicante; mentre io sto frequentando un corso superiore in direzione marketing per migliorare le nostre abilità in questo campo e così potenziare e far conoscere il nostro prodotto. Inoltre entrambi ci stiamo preparando per l’esame BJCP, che sosterremo – con successo, speriamo! – a metà marzo.
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La vostra filosofia produttiva comprende anche l’utilizzo di prodotti locali: quali in particolare?
Cerchiamo di far sì che le nostre birre abbiano la minor impronta ecologica possibile: e quindi cerchiamo di utilizzare materie prime coltivate nelle vicinanze, importando soltanto ciò che non è disponibile a corto raggio. Inoltre abbiamo elaborato una ricetta con riso e arancia valenciana, riuscendo ad integrare due ingredienti base della nostra tradizione in una birra: apportano setosità in bocca, e aromi e sapori di arancia.
Inoltre avete anche un occhio di riguardo per il senza glutine…
Sì, quasi tutte le nostre birre lo sono. Circa un anno fa abbiamo deciso che, se potevamo ottenere gli stessi sapori e gli stessi aromi lavorando senza glutine, allora avremmo fatto lo sforzo economico di dare alegrìa a tutto il mondo – celiaci e non.
Che messaggio volete dare agli italiani che assaggiano le vostre birre per la prima volta, e che aspettative avete dal mercato italiano?
Ci piacerebbe che le provassero, e si disegnasse loro il sorriso sulla bocca. Facciamo la birra con tutto il nostro affetto e la nostra allegria per trasmettere proprio questo al consumatore finale. Il nostro nome dice tutto: Alegrìa, e questo è ciò che deve riflettere e far sentire. In fin dei conti la birra si beve sempre in momenti allegri con gli amici o i familiari, o guardando un film, o la propria serie tv o sport preferiti.

 

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Chiara Andreola
Info autore

Chiara Andreola

Veneta di nascita e friulana d’adozione, dopo la scuola di giornalismo a Milano ho lavorato a Roma – dove nel 2009 ho conseguito il titolo di giornalista professionista – e a Bruxelles al DG Comunicazione della Commissione Europea. Lì sono iniziati i miei primi timidi approcci con la birra, tra cui la storica Bush de Noel che ha finito per mettere il sigillo definitivo alla storia d’amore tra me e il mio futuro marito – e già da lì si era capito che una storia d’amore era nata anche tra me e la birra. Approdata a Udine per seguire appunto il marito, qui ho iniziato ad approfondire la mia passione per la birra artigianale grazie al rapporto in prima persona con i birrai – sia della regione che più al largo – e i corsi di degustazione tenuti dal prof. Buiatti all’Università di Udine; così dal 2013 il mio blog è interamente dedicato a questo tema con recensioni delle birre e resoconti delle miei visite a birrifici, partecipazioni ad eventi e degustazioni. Le mie collaborazioni con pubblicazioni di settore come Il Mondo della Birra e Nonsolobirra.net, con eventi come la Fiera della Birra Artigianale di Santa Lucia di Piave e il Cucinare di Pordenone, e la conduzione di degustazioni mi hanno portata a girare l’Italia, la Repubblica Ceca, il Belgio e la Svezia. Ora sono approdata anche al Giornale della Birra, un altro passo in questo mio continuare a coltivare la mia passione per il settore e la volontà di darvi il mio contributo tramite la mia professione.