Numero 17/2020
21 Aprile 2020
Dalle Marche la qualità (premiata) del Birrificio dei Castelli!
Un laboratorio in “continua evoluzione”. E’ così’ che Giovanni e Roberto, i due soci fondatori, descrivono il Birrificio dei Castelli sul loro sito. Nato nel 2012 ad Acervia, in provincia di Ancona, il birrificio si è sempre contraddistinto per la costanza qualitativa delle due sue birre con unico e semplice obiettivo: fare una birra buona e popolare al giusto prezzo.
In occasione di Beer&Food Attraction abbiamo intervistato Giovanni e devo dire che non è stato affatto semplice visto il continuo via vai di allo stand del birrificio, ma la chiacchierata con Giovanni è stata l’occasione per conoscere le birre e la filosofia produttiva di questo piccolo birrificio delle Marche.
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Quando siete nati?
“Il birrificio dei Castelli è nato nel 2012. I due soci fondatori siamo io e Roberto. Siamo appassionati e grandi bevitori di birra. Dopo un un decennio di homebrewing abbiamo deciso di provarci, con le nostre forze, quindi facendo sacrifici. Noi infatti facevamo altro nella vita, quindi durante la settimana lavoravamo e poi la notte e nei weekend facevamo le cotte e imbottigliavamo. Nel 2015 siamo arrivati ad un punto di rottura e abbiamo detto o la va lo spacca. Ci siamo trasferiti in una nuova struttura. Ci siamo ingranditi e da lì ci siamo dedicati a tempo pieno sull’attività che stiamo portando avanti con tanti sacrifici ma anche tante soddisfazioni”.
Quali tipologie di birre fate?
“Copriamo tantissimi stili perchè partiamo dal presupposto che siamo prima dei bevitori di birra; quindi parliamo ad esempio del mondo del Belgio – con Saison, Tripel e Blanche – della Germania, con una keller pils, e poi chiaramente il mondo delle luppolate, che poi è quello che prediligiamo, con le americane. La nostra birra più rappresentativa, Extrema Ratio, è un double ipa. Facciamo anche Session Ipa, Stout…..facciamo una quindicina di birre”.
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Qui a Rimini avete lanciato una nuova birra?
“Abbiamo lanciato una Berliner Weisse caratterizzata dall’utilizzo del frutto della passione. Siamo molto soddisfatti; è una birra nata in collaborazione con i ragazzi di The Wall di Varese. E’ nata in Sicilia. Ci siamo incontrati lì. Noi siamo del Centro Italia, loro del Nord e l’idea è nata al Sud. Questo è il bello di questo mondo. Ci siamo trovati subito d’accordo sulla ricetta da utilizzare, le spezie, il frutto….siamo molto soddisfatti. L’obiettivo è poi quello di replicare la cotta da noi”.
Su quali progetti state lavorando?
“Stiamo lavorando sull’utilizzo di ingredienti non convenzionali per caratterizzare ancora di più le birre ed in particolare sull’utilizzo di lieviti particolari. Da anni infatti lavoriamo sui lieviti, facendo dei blend. Adesso sta nascendo il fenomeno dei ‘blend’ dei lieviti, ma noi in realtà lo facciamo da diversi anni. L’obiettivo è quello di cercare di ottimizzare l’estrazione aromatica degli ingredienti che abbiamo a disposizione, in particolare del luppolo, cercando ovviamente di contenere i costi produttivi. Ci piace il concetto di birra popolare, quindi birra buona al giusto prezzo”.
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Siete soddisfatti di questi anni?
“Sì, nel corso degli anni abbiamo ricevuto tanti riconoscimenti nei concorsi nazionali e internazionali. Nel 2014, quasi per gioco, abbiamo iscritto alcune nostre birre qui a Rimini, giusto per avere un commento da giudici competenti e la sera prima della premiazione, inaspettatemente per noi, ci hanno chiamato. Mi ricordo che abbiamo fatto la cotta di notte. Da allora al 2020 abbiamo sempre avuto riconoscimenti. Questo ci fa piacere, soprattutto perchè viene premiata la nostra costanza produttiva. Un aspetto fondamentale del mondo della birra artigianale deve essere la costanza perchè siamo dell’idea che una birra che facciamo deve essere buona sempre. La costanza e la stabilità devono essere fondamentali”.
Siete nati nel 2012 e da allora il mondo della birra artigianale è cambiato completamente. Cosa ne pensi?
“Il cambiamento è stato radicale e in positivo, soprattutto per quanto riguarda il consumatore finale. Il livello qualitativo delle birre si è alzato in maniera esponenziale e questo, in primis, è positivo per il consumatore finale e per noi che lavoriamo che siamo sempre stimolati a fare meglio. Dobbiamo essere tutti contenti”.
Come vedi, quindi, il futuro del mercato della birra artigianale?
“Il mercato attualmente è in una fase particolare. Siamo in tanti e sempre più agguerriti; bisogna lavorare anche sui canali non tradizionali. Penso che il mercato continuerà a crescere, ma onestamente un rallentamento delle aperture c’è stato; ritengo comunque che sia un fatto fisiologico. La crescita a cui abbiamo assistito è stata esponenziale e non commisurata all’aumento della domanda”.
Maggiori informazioni: www.birrificiodeicastelli.it