Numero 25/2017
23 Giugno 2017
Dulac: il birrificio artigianale dei due laghi
Continuo a farvi compagnia con le interviste ai microbirrifici: questa volta vi porto ancora una volta nella mia provincia, Lecco, all’ombra del Regone. Saremo, infatti, ospiti virtuali del Birrificio Dulac di Galbiate. Abbiamo incontrato Alessandro Andreotti, fondatore – non da solo – della piccola brasseria a conduzione familiare.
Alessandro, ci racconti qualcosa di voi, di com’è nata l’idea di far birra e la scelta del nome e logo del birrificio?
Una passione nata in famiglia – era comune in casa nostra trovare sulla tavola delle birre particolari – ci ha portato, anni fa, a provare a produrre birra, con il sogno, in futuro di aprire un birrificio?
Detto fatto, ci siamo iscritti a corsi di produzione e degustazione per entrare sempre più nel mondo della birra artigianale e nel 2014 è nato il birrificio, a conduzione famigliare , dove il birraio era e resta tutt’oggi mio padre. Personalmente seguo la parte commerciale e Giulia, la mia ragazza, arrivando da un’agenzia di comunicazione, aiuta nella parte di amministrazione.
L’idea è sempre stata quella di produrre birre con ingredienti del territorio, a cui siamo molto legati, quali la Maron con le castagne secche dell’alto lago e il miele biologico di tiglio del comasco. Il nome Dulac sta a significare “due laghi” in accezione dialettate, con riferimento al Lago di Annone e per una piccola parte Lecco. ovviamente facente parte del Lago di Como, sui quali si affiaccia la nostra città.
Anche il logo richiama il nostro grande lago, dall’inconfondibile forma a Y rovesciata, con ovviamente, riferimento alla nostra bandiera tricolore.
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Il tuo ruolo in birrificio, non essendo il mastro birraio, ti porta a svolgere delle mansioni spesso ritenute secondarie; come consideri il tuo lavoro?
Sicuramente, seguire appunto la parte commerciale a contatto con i publican, gli homebrewer, i distributori, i consumatori: questa situazione lavorativa mi appaga non poco e mi arricchisce ogni giorno. Questo è il bello delle mie giornate!
Poi c’è la passione: con quella vai oltre i sacrifici che fai ogni giorno, ti senti libero, come libero lo sei quando sperimenti, quando assaggi e soprattutto quando bevi.
Cambierei solo il fatto che sacrifico tanto il mio tempo libero, a volte troppo, a scapito degli amici e dei familiari, che a volte fatico ad incontrare. Non si contano gli orari e non si guarda alle feste. Per il resto sono pienamente soddisfatto della scelta fatta con la mia famiglia.
Alessandro, dall’ultima mia visita al vostro birrificio, avete sostituito l’impianto di produzione. Ci spieghi quali cambiamenti avete apportato e quali gli obiettivi di produzione annua?
Esatto, abbiamo cambiato impianto, passando da quello manuale da 1 hl con 4 fermentatori da 200 litri, alla sala nuova da 5 hl a tre tini con fermentatori da 10 e 20 hl. Il prossimo passaggio sarà sicuramente ingrandire la cantina.
Il 2015 l’abbiamo chiuso con 350 hl circa, lo scorso anno con 700 hl , il doppio quindi, mentre a fine anno prevediamo di arrivare a 1000 hl.
Era già tutto previsto, lo spazio non manca, piano piano siamo cresciuti , anche se infustatrice e imbottigliatrice al momento restano ancora manuali: in futuro ammoderneremo anche questi settori del birrificio.
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Per i lettori che ancora non conoscono le vostre birre, quali elementi vuoi mettere in luce per presentarle? Nuove birre in cantiere?
Noi produciamo tutte birre ad alta fermentazione e nei progetti futuri ci saranno birre lager, stiamo lavorando ad una Ipa ed abbiamo tante ricette in testa da perfezionare… ma per ora non non aggiungo altro.
Siamo partiti con birre facili da inserire nei locali, una chiara di base , una Bohemian Ale con luppoli Saaz e Magnum, la Ciara da 4,7 °; una Belgian Pale Ale , l’Ambrada con luppoli East Kent Golding e Columbus da 5 °; una balche , la Bianchina da 4,8 °, che si è legata al territorio grazie all’impiego di grano saraceno tipico della cucina Valtellinese. Poi è entrata in gamma la LaScüRa, una OatmealStout leggerissima con 3,8 ° arricchita con fiocchi d’avena.
Ad ampliare la nostra offerta di base le stagionali, come la Maron, in collaborazione con l’azienda agricola Ruchè, in cui giocano un ruolo importante la farina di castagne ed il malto affumicato6,5 °. A fine 2015 siamo usciti con la Durata , una Tripel con aggiunta di miele di Tiglio e spezie , birra invernale da 8 °; l’estate successiva è nata la ResegApa , ispirata alle caratteristiche cime lecchesi, realizzata in collaborazione con gli organizzatori della ResegUp, manifestazione sportiva lecchese unica nel suo genere, una Apa leggera da 5,5°, non estremamente amara. Produciamo anche una birra allo zafferano in collaborazione con un produttore di Esino Lario, sempre nel lecchese.
Infine, la birra di Natale, la Renna Ciuca, una belgian strong ale da 9°, ovviamente ben speziata come da clima natalizio, ben bilanciata.
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Com’è nata l’idea di associare la ResegApa ad un evento importante per il nostro territorio , quale ResegUp?
Come tutte le collaborazioni, si inizia dal rapporto di amicizia, in questo caso con gli organizzatori abbiamo deciso di creare una birra per valorizzare ulteriormente Lecco, dove le montagne, dalle Grigne al Resegone , insieme al lago ne sono il simbolo principe. Da questo sodalizio è nata l’idea di produrre una birra. Eravamo prossimi all’uscita di una Apa che mancava nel nostro portafoglio, da lì giocare sul nome è stato semplice , ResegUp … ResegApa!!
Quale la birra che vi ha dato più soddisfazione rispetto ad altre?
Sicuramente la Maron , la birra alle castagne, sia perché, come già evidenziato, è legata al nostro territorio, sia perché alla prima partecipazione a Birre Dell’Anno 2016, mai avremmo immaginato di arrivare sul podio con una nostra birra. Ci tengo a sottolineare anche la nostra Natalizia, la Renna Ciuca, la cui etichetta è stata disegnata da Angela, poco più che sedicenne, con un futuro da artista davvero promettente!
Un’ultima iniziativa, fresca fresca, è il contest per scegliere la nuova etichetta della ResegApa , che ha riscosso buon successo tra chi ci segue: prossimamente la sveleremo, magari ad articolo pubblicato.
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Sono curioso di sapere cosa ne pensi attualmente del Movimento Birraio Italiano.
Entusiasmo, vedo tanto entusiasmo. Ed ora come ora è ciò che conta di più. Vedo che con gli anni la cultura per la birra è in aumento sempre più persone si stanno avvicinando a questo mondo con corsi , letture, ma anche grazie a internet, festival: questa situazione è certamente molto positiva.
Un’ultima domanda, una di quelle che mi affascina più fare, perché rievoca sicuramente ricordi indelebili. La tua miglior bevuta e un locale che ti è rimasto impresso. Difficile vero?
Bella questa! Allora , dopo la laurea ho vissuto un anno a Londra e il locale, o meglio la persona che mi è rimasta nel cuore è un vecchietto scozzese, di nome Charly, che per me è come la Bibbia: mi ha avvicinato e mi ha fatto scoprire un mondo, quello birrario, che appena conoscevo. Il locale si chiama Allsop Arms.
Dirti la miglior bevuta è davvero difficile, ne annovero tante: potrei però citare tutte le birre che ho avuto modo di provare in quell’esperienza inglese, grazie a Charly che ha trasformato una passione in quello che oggi è il mio lavoro.
Maggiori informazioni sul Birrificio Dulac sono disponibili sul sito web aziendale: www.birradulac.it