Numero 42/2018
16 Ottobre 2018
Il Piccolo Birrificio Brioschi compie cinque anni!
Qui la gente si sente veramente a casa! Non ha dubbi Samuele, uno dei due proprietari del Piccolo Birrificio Brioschi di Milano, sul perché del successo di questo piccolo ma accogliente pub (e beerfirm) di quartiere in zona Ticinese che a settembre ha festeggiato i cinque anni di vita e l’anno scorso è stato premiato da ViviMilano, inserto del Corriere della Sera, come migliore birreria del capoluogo meneghino.
La festa, che si è tenuta lo scorso 22 settembre, è stata l’occasione per fare due chiacchiere con Samuele Marchetto e Mario Zanisi (i due soci) che da cinque anni guidano una delle eccellenze del mondo della birra artigianale a Milano.
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Come mai avete deciso di aprire questo realtà e cosa è cambiato in questi anni?
MARIO: “In realtà è nato tutto un po’ per gioco nel senso che come molti abbiamo iniziato con l’avere un kit per fare la birra in casa e da lì la cosa chiaramente si è evoluta; girando per birrifici e parlando con vari mastri birrai abbiamo iniziato la la collaborazione con Marco Ligas del Birrificio Geco. Con lui è nata l’idea di poter produrre lì le nostre birre. E’ quindi nata questa collaborazione che prosegue tutt’ora. Le birre nascono da nostre ricette”.
SAMUELE: “Nel 2013 quando abbiamo aperto qui in zona a livello di birre artigianali c’eravamo solo noi. Poi piano piano la situazione si è evoluta. A differenza di molti che la vedono come una cosa negativa, io la giudica positivamente. Birrofila ad esempio ha aperto a 150 metri da noi. Il target di clientela è lo stesso, ma la gente ha imparato a fare ‘pub crawling’. Nel frattempo è arrivato anche Fuori Fusto il pub del birrificio I Tri Bagai. Quindi, chi viveva il quartiere prima ora lo vive in altro modo”.
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Avete avuto subito successo o è stato un crescendo?
MARIO: “Secondo me non c’è mai un successo. Siamo sicuramente soddisfatti del nostro operato e siamo lungimiranti, ce la mettiamo tutta. Pensiamo che andrà sempre bene perché lo facciamo con il cuore. In ogni caso si lavora sempre per migliorare e faremo il possibile per essere sempre sulla cresta dell’onda”.
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Quali sono le vostre birre?
MARIO: “Abbiamo sei linee al pub e chiaramente di queste ce ne sono tre assolutamente fisse che sono la Pils, la Stout e l’American Pale Ale, ossia la Fogerty, la Monk e la Scott. Questi sono i nostri cavalli di battaglia; le altre in realtà sono stagionali e girano. Ci accontentiamo delle nostre sei linee, non aspiriamo ad averne tante come stanno facendo tutti: poche ma buone”.
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Nel 2017 siete stati tra i vincitori dei ViviMilano Awards. Siete contenti?
MARIO: “Sì, siamo stati premiati come miglior pub da Vivimilano, che è il supplemento del Corriere della Sera che si occupa di locali e food a Milano. Facciamo tutto con il cuore e sincerità. Probabilmente siamo stati premiati in quanto siamo persone che non mollano e perseverano . L’importante è crederci”.
SAMUELE: “Era un sondaggio tra i lettori. Il nostro è un locale molto intimo, essendo così piccolo e rustico la gente si sente veramente a casa. Siamo sempre molto attenti ai clienti, la maggior parte li conosciamo per nome. La gestione è familiare. Riusciamo a farci ben volere”.
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Cinque anni sono trascorsi. Quali sono i vostri progetti per il futuro?
MARIO: “In realtà, vogliamo continuare così senza strafare troppo. Mi piacerebbe che questo posto non perda mai la sua identità a differenza magari di altri locali, anche fuori dal mondo della birra, che con il tempo perdono qualcosa”.
SAMUELE: “Rimaniamo sempre con il pallino di diventare un giorno indipendenti e di avere la possibilità di produrre con un nostro impianto quindi diventare un birrificio a tutti gli effetti. Nel 2013 quando abbiamo aperto pensavamo di chiudere il cerchio un po’ prima con questo discorso. Poi non è andata così per una serie di motivi. In ogni caso siamo soddisfatti”.
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