Numero 29/2020
15 Luglio 2020
Il Villaggio della birra fa raccontare ai birrai le loro creazioni!
Foto scattate da Alessia Carapelli.
Gianni Tacchini è uno dei personaggi che ha contribuito alla diffusione del buon bere prima in Toscana e poi in tutta Italia grazie al suo pub e dal lontano 2006 col Villaggio della Birra, evento di inizio settembre dal respiro internazionale. Purtroppo a causa dell’emergenza Covid-19 ha dovuto rimandare al 2021 l’edizione numero 15 del Villaggio. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare le novità che ci aspettano il prossimo anno dal 3 al 5 settembre
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Qualche giorno fa hai reso noto che la quindicesima edizione del Villaggio della Birra che si doveva tenere il prossimo settembre sarà posticipata al 2021. Immagino sia stata una decisione sofferta e dettata dal momento storico che stiamo vivendo. Alla luce dell’allentamento delle misure restrittive non pensi che sia stata affrettata?
È stata una decisione sofferta e non così affrettata. Le spedizioni e gli ordini delle birre si fanno adesso a giugno, sarebbe un’ironia organizzare una cosa come il villaggio in un mese o poco più. Inoltre anche se la criticità sembra sorpassata, non significa che il virus sia archiviato, anzi. Bisognava essere realisti e con le incertezze del momento, sia normative che di sviluppo della pandemia, è stata la decisione naturale da prendere.
Pensare di fare un’edizione sottotono, solo per non perdere la continuità, non mi sarebbe piaciuto e pensare ad un festival dove bisognava misurare la temperatura corporea, avere tutti, birrai compresi, in mascherina e guanti, plexiglas ad ogni banco come in farmacia, turni per entrare e distanziamenti vari… meno che mai. Tutto questo sommato alla preoccupazione di poter essere un possibile focolaio ha fatto pendere l’ago della bilancia verso la decisione di rimandare il tutto all’anno prossimo. Senza tenere conto che coordinare birrai, logistica e allestimento era un rischio troppo alto anche dal punto di vista economico.
Speriamo comunque che il virus abbia fatto il suo corso e di poter stare tranquilli ed in sicurezza nel 2021.
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La prossima edizione sarà sicuramente un nuovo inizio anche dal punto di vista della nuova location. Come è maturata la scelta di spostarsi da Buonconvento e come è avvenuta la scelta della Fortezza Medicea di Siena come nuova casa del Villaggio? Ci saranno anche gli spazi per poter campeggiare?
Siamo consapevoli che restare in “campagna” sarebbe stato perfetto dal punto di vista logistico e affettivo, ma la location della villa di Piana non è più praticabile ed ogni anno diventava sempre più complicato ed anche un rischio allestire e gestire il festival in quelle condizioni. Allestimenti e permessi erano cose da non poterci dormire tranquillo.
La prossima è la quindicesima edizione del Villaggio e volevamo dare una sterzata, come dici tu, un “nuovo inizio” per dare senso di continuità e consolidare il lavoro fatto fino adesso.
Il festival a Siena, in quello spazio, si prende il posto che si merita. Una location che sta riprendendo una collocazione centrale nell’attività artistica e culturale della città e a cui non manca il fascino della storia. Starà poi a noi riempirlo e non solo materialmente. Sarà una bella sfida.
Devo aggiungere anche che l’amministrazione ci ha accolto a braccia aperte ed ha fatto suo il progetto.Dando al Villaggio il valore che secondo noi merita e questo ci inorgoglisce molto.
Come ho già scritto ci sono i pro e i contro, ma i pro sono molti di più.
In Fortezza avremo un parcheggio con centinaia di posti macchina gratuiti dalle 20, la possibilità di fare la navetta in convezione, di usare i mezzi pubblici per chi deciderà di dormire al Campeggio cittadino (attrezzato), dei bagni finalmente decenti, il fatto di essere più raggiungibile anche via treno o bus, spazi per la musica dal vivo e potremo garantire la totale messa in sicurezza del luogo, cosa che nostro malgrado non potevamo più garantire a Buonconvento.
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Sappiamo che stai già pianificando anche insieme a Kuaska il prossimo Villaggio, riesci a dare qualche anticipazione ai nostri lettori e a tutti gli appassionati?
Il format non cambia. Degustazioni, laboratori, birrai e birra saranno SEMPRE il centro e il cuore dell’evento. Il Festival è nato per far raccontare ai birrai le loro creazioni e continuerà ad essere così.
In Fortezza ed a Siena sarà il contorno che verrà sviluppato maggiormente. Avevamo iniziato dei contatti interessanti con altri Enti, Associazioni, media nazionali. La volontà iniziale di creare un evento a 360 gradi si stava realizzando… Purtroppo ci siamo dovuti mettere in stand by di fronte ai rischi che ho evidenziato.
Immagino sarai legato a tutti i birrifici che hai ospitato durante tutti questi anni. Ne hai uno in particolare che vorresti ospitare ma che per mille motivi non sei mai riuscito ad avere?
Sono legato emotivamente a tutti i birrai che si sono alternati al Villaggio e che si sono sempre presentati con un’umanità e umiltà esemplare. Con molti di loro è nata un’amicizia schietta e sincera che va oltre il semplice rapporto ai fini del festival. Tutti i birrai che abbiamo ospitato sono entrati a fare parte di questa “comunità” con spirito goliardico e di vera appartenenza.
Devo dire che le “voglie” me le son sempre tolte, ma se proprio devo citare qualcuno tra i birrai/birrifici che non hanno potuto, per ora,far partecipare al Villaggio in cima alla lista ci sono VinnieCilurzo di Russian River e Karel Goddeau di De Cam.
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Hai sempre avuto grande fiuto sui birrifici. Secondo te quali sono i migliori birrifici poco conosciuti in Italia e in Europa?
Non me la sento di fare classifiche, non spetta a me. Il movimento artigianale a livello italiano ed europeo è esploso e sono certo di non dire nulla di nuovo riguardo a questo. Molti nuovi birrifici lavorano molto bene e riescono, chi più, chi meno ad emergere.
Tra le tante realtà, spendo però volentieri una parola per MillsBrewing un piccolo birrificio di Barkeley (Glaucestershire, UK) dove Gen e Jonny (marito e moglie) stanno portando avanti un progetto sulle fermentazioni spontanee, blending e culture di lieviti propri molto, molto interessante.
Una birra oltre che ben fatta deve avere anche qualcosa in più per poter rimanere nell’animo delle persone. Qual è la tua idea di birra del cuore?
Non ho una sola birra che mi è rimasta a cuore, ne ho molte. Son quelle che, almeno per me, bevi senza avere un approccio critico o stilistico e non ti stancano mai. Sono le birre che ti riportano alla mente persone, momenti, emozioni, luoghi visitati. Ogni volta, ogni birra è un “viaggio” a sé ed ogni sorso un’esperienza di appagamento che si rinnova.
Non ci resta che aspettare settembre 2021 e andare tutti a Siena a goderci l’atmosfera del Villaggio!!