Numero 07/2021
17 Febbraio 2021
Intervista a Daniele Cogliati, autore del libro, “ Questioni di Pinte, Libretto in 4 sorsi, nonché giudice di birra
Oggi siamo in compagnia di Daniele Cogliati, grande esperto di birra, autore del libro, Questioni di Pinte, Libretto in 4 sorsi, pubblicato da Teka edizioni.
Oltre a raccontarci questo nuovo volume, Daniele ci parlerà della sua esperienza da giudice di birra, quale percorso seguire e come si giudica una birra.
Daniele, benvenuto sul portale de ” Il Giornale Della Birra “. Ci parli di te e di come ti sei avvicinato al mondo della birra?
Mi sono avvicinato a questo interessante ambiente da ragazzo, diciamo appena maggiorenne. I primi assaggi di birre che allora giudicavo ‘strane’ li ho fatti in un ormai storico locale brianzolo specializzato sul Belgio, il “Peppo” di Colle Brianza. Dupont, Chimay, Westmalle, Brasserie de Blaugies, Fantôme, Orval e tanti altri classici della cultura brassicolabelga sono state le prime bevute ‘diverse’. Sempre al Peppo, ormai una decina di anni fa, ho frequentato il mio primo corso di degustazione: si trattava di alcune serate a marchio Unionbirrai che avevano lo scopo di avvicinare i neofiti al mondo delle birre. Ricordo ancora distintamente la prima Sierra Nevada Pale Ale, la prima Rauchbier di Schlenkerla, la prima CantillonKriek, la prima Rodenbach. Da quel momento non ho più smesso di studiare e di approfondire: altri corsi e l’esame UBT, tanto turismo birrario (la mia attività preferita), tantissime letture a tema, una miriade di assaggi, l’esame BJCP, le docenze con varie associazioni e gruppi, le giurie in concorsi per homebrewers in Italia e anche in Europa. In anni più recenti ho anche iniziato a scrivere per alcune riviste di settore (Mobi Magazine, Birra Nostra Magazine e Fermento Birra Magazine). Nel 2018 ho lanciato Beerbliophily, la mia pagina Facebook (ma sono anche su Instagram ed esiste anche un sito, sebbene ultimamente non lo stia seguendo come meriterebbe) sulla quale segnalo e recensisco libri birrari (https://linktr.ee/beerbliophily). Essendo bibliotecario di professione, ho messo insieme l’amore per la birra a quello per i libri.
Dopo anni di assaggi, studi e viaggi, l’idea di scrivere un libro a tema birrario. Come nasce questo progetto?
Il mio libro “Questione di pinte: Libretto in 4 sorsi” è stato pubblicato nel 2020 da Teka Edizioni (un piccolo editore indipendente e di qualità di Lecco). L’editore mi ha commissionato un libro che parlasse di birra a 360° e che fosse adatto soprattutto ai curiosi e a chi volesse avvicinarsi al variegato mondo delle birra in modo serio e puntuale, ma al tempo stesso leggero e divertente.
Cosa trova il lettore sfogliando il tuo volume ?
Tutto quello che avrebbe voluto sapere sulla birra (ma non ha mai osato chiedere), parafrasando il titolo di un film di Woody Allen. Scherzi a parte, il lettore ci trova una panoramica completa sull’argomento ‘birra’: storia, produzione, degustazione, stili, miti e luoghi comuni. Il tutto raccontato con uno stile scherzoso, ma al tempo stesso preciso e accurato. Diciamo che il lettore avrà in mano un condensato in 150 pagine circa, con inoltre molte tavole illustrate frutto del lavoro di squadra tra me e il team di Teka Edizioni.
Ma c’è di più. Oltre ad aver scritto il tuo primo libro sei anche un docente in corsi di birra e un giudice nei concorsi birrari. Qual ‘è stato il tuo percorso e come si diventa giudice ?
Come ti dicevo poco sopra, prima ho frequentato corsi di degustazione Unionbirrai e dopo alcuni anni ho superato l’esame BJCP con la prima tornata di giudici italiani (nel 2017, a Rimini). Diventare giudice BJCP non è complicatissimo, con un po’ di studio e applicazione. La cosa complicata è continuare a migliorarsi, ad assaggiare, ad approfondire. Il BJCP da questo punto di vista offre un’organizzazione solida e un programma didatticamente valido, a mio parere. In Italia, al momento, gli esami vengono gestiti da MoBI. La cosa che apprezzo di questo sistema è il fatto che sia aperto e che incentivi la formazione continua dei giudici (il ranking degli iscritti si basa su una serie di livelli – da Provisional a Grand Master – che dipendono dai voti d’esame e dal punteggio individuale che si acquisisce giudicando nei concorsi o partecipando in qualità di steward). Una volta abilitati si è tutti sullo stesso piano e per giudicare in una competizione affiliata al BJCP, in tutto il mondo, basta iscriversi e seguire le istruzioni dell’organizzatore. Un approccio tendenzialmente ‘neutrale’ nella scelta dei giudici, quindi, che trovo molto apprezzabile. Parliamo principalmente di competizioni hb, anche se in realtà molti giudici BJCP finiscono per giudicare anche in concorsi pro.
Qualche consiglio agli aspiranti giudici?
Studiare, scegliere le fonti giuste e gli esempi giusti quando si vuole capire bene uno stile, fare tanti confronti tra stili con i bicchieri davanti, non avere fretta, viaggiare e assaggiare le birre laddove vengono prodotte – per quanto possibile.
Spiega ai nostri lettori in breve come si giudica una birra
Faccio sempre riferimento al BJCP, perché in realtà “concorso che vai, scheda che trovi”. Con questo voglio dire che, sebbene le fasi della degustazione siano sempre le stesse (esame olfattivo, visivo, gustativo, mouthfeel, overallimpression), esistono molte schede diverse e bisogna avere la capacità di essere flessibili e adattarsi alle regole e alle specifiche che gli organizzatori prevedono per ciascun contest. Il BJCP prevede mentre si compila una scheda descrittiva delle fasi succitate, si attribuisca a ciascuna di esse un punteggio. La scheda è in 50esimi, cioè una birra può prendere teoricamente da 0 a 50 punti su 50 (in realtà non è proprio così e ci sono dei voti ‘di cortesia’, ma non voglio annoiarvi). La cosa complicata è far combaciare la somma matematica finale con l’idea, l’impressione che si ha della birra. Ma con un po’ di allenamento, ci si riesce. La fatica è spesso ripagata da grandi soddisfazioni nel bicchiere e di questo bisogna ringraziare le migliaia di homebrewers italiani.
Cosa ti aspetti per il futuro, sogni nel cassetto?
Mi tengo impegnato. Con The GoodBeer Society (una realtà con cui collaboro da anni), stiamo per proporre dei corsi online con un approccio che privilegia proprio i confronti tra stili. Mi piacerebbe fare un viaggio (non solo birrario) negli USA e nello Yorkshire. Mi piacerebbe anche continuare a studiare: ci sono un paio di realtà formative che erogano dei corsi che mi interesserebbe molto frequentare.
Arriviamo alla richiesta più semplice. Scegli una birra e un luogo, che più ti stanno a cuore
Mai come in questo momento più che una birra in particolare mi piacerebbe semplicemente potermi intrattenere con gli amici e passare del tempo spensierato in un pub. Comunque, se devo scegliere, direi WitzgallLandbier bevuta in un piacevolmente soleggiato pomeriggio di giugno fuori dalla locanda del birrificio situata nel villaggio francone di Hallerndorf. Una birra deliziosa e un luogo che fin dalla prima visita mi ha conquistato (… dovresti saperlo, perché c’eri anche tu!).