Numero 14/2019
2 Aprile 2019
Intervista a Marino Fatica, birraio di 4 Queens Brewery
Il birrificio artigianale “FOUR QUEENS” nasce ufficialmente nel 2017 ad Oratino, caratteristico borgo molisano considerato tra i cento più belli d’Italia. Deve il suo nome a quattro splendide muse ispiratrici (Camilla, Giorgia, Marina e Carlotta), figlie del birraio Marino e di sua moglie Valentina. Questi ultimi, insieme a Giusi e Gianluca, costituiscono il quadro societario di questa giovane impresa artigianale.
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Marino…andrei subito sul discorso birra. Parlaci delle vostre produzioni attuali…
Le nostre birre hanno un carattere deciso, nascono dal bisogno di voler offrire un prodotto unico e identificabile non solo come scelta di materie prime ma anche come packaging. Le birre brassate fin ora sono tutte ad alta fermentazione e in tutte i luppoli sono i protagonisti indiscussi.
Partendo in ordine di nascita, la prima è stata un APA. La scelta del nome HOP+M(oppium) è stata facile, quasi automatica, ci ha subito “drogato” con il suo agrumato e tropicale e fra tutte è quella che scelgo per un sorso fra amici. Poi una Golden Ale, la Golden Rock, chiara leggera ma contraddistinta da un mix di luppoli che in ogni cotta vengono cambiati per renderla sempre originale. La Hopen minded, una birra che apre la mente, Red Ipa con note calde di caramello, biscotto, orzo tostato, cioccolato e luppoli americani (Citra,Columbus,Simcoe), che la equilibrano e donano gusti e aromi di passion fruit, frutti di bosco e di balsamico. La Queen of Japan “Hoppy saison”, singole hop Sorachi Ace, molto intesa, per alcuni estrema, secchissima e gasata, con arancia amara e coriandolo e intenso profumo di cocco. L’ultima nata del 2018 è data da una collaborazione con Romain, amico birraio di Birra Kashmir. Il nome Queen of Kashmir deriva dall’unione dei nomi dei due birrifici e rappresenta un tributo alla musica Rock attraverso due delle più importanti band della storia: i Queen e i Led Zeppelin. Double ipa con doppio dry hopping, un tripudio di frutti tropicali e agrumi con un’esplosione di profumi.
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Avete qualche novità per il 2019 iniziato da poco?
In questo nuovo anno produrremo molte nuove birre, questo è il bello di avere un piccolo birrificio artigianale, possiamo creare, sperimentare, osare…Vogliamo dare il nostro contributo alla “Craft beer revolution” perché c’è chi fa birra per soldi e chi per amore. Crediamo che l’amore inteso come passione, impegno, studio, ricerca in ciò che facciamo è il motore che muove le cose e senza amore si è destinati a finire.Una birra che brasseremo presto sarà una Imperial Stout con Avena e Fave di Cacao per accompagnare le lunghe notti (e mattine) molisane. Un vero e proprio esperimento casalingo effettuato pochi mesi fa verrà riprodotto sul nostro impianto, il nome ancora non è deciso ma la ricetta è stata confermata. Malti europei (Pils e Monaco),luppolo americano Bravo, lievito neutro e un ingrediente che giunge direttamente dall’Olanda: Infiorescenze di Canapa Orange.In cantiere c’è anche una Brut ipa e probabilmente sperimenteremo una bassa fermentazione
Descrivici un po’ il luogo della nascita delle birre, che impianto avete?
Il nostro impianto è elettrico ed ha una capacita di 550 L a cotta, facciamo sempre doppia cotta per riempire i fermentatori che hanno una capacità doppia rispetto alla sala cottura e vengono tenuti sotto controllo da un sistema di gestione delle temperature collegate ad una macchina “Chiller” che può anche riscaldare e non solo raffreddare, considerando che Oratino è a quasi 800 m s.l.m. e l’inverno dura 8 mesi all’anno.
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Chi le volesse comprare dove le trova?
Produciamo fusti e bottiglie e le nostre birre si trovano in vendita in molti locali di Campobasso e del Molise sia in bottiglia che alla Spina, ad Oratino direttamente in birrificio, nei locali del paese o presso il ristorante “La Roccia”, di proprietà della mia famiglia. Negli ultimi mesi del 2018 alcune nostre birre sono arrivate alle spine dei locali romani e campani, e qualche fusto fino a Palermo.
A quanto ammonta attualmente la vostra produzione e che prospettiva avete per il nuovo anno ?
La produzione annuale massima è di circa 25000 L, ma abbiamo intenzione di aumentarla comprando un altro fermentatore da 1000 L che ci permetterà di lavorare in isobarico ovvero di velocizzare il processo di gasatura della birra finale, accorciando i tempi di lavorazione e preservando il più possibile i profumi dati dai luppoli nella fase di dry hopping.
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Per finire…chi è Marino ? Parlaci un po’ di te…
Sto vivendo un sogno che si è realizzato… ho 34 anni, sono molisano, attualmente vivo ad Oratino con la mia grande famiglia. Non sono stato mai un grande studioso, perché trovavo la scuola molto noiosa fino a quando in 3 liceo scoprii la chimica, che mi ha aperto un mondo nuovo e da lì il corso di Viticoltura ed Enologia presso la facoltà di Agraria di Pisa. Prima cameriere poi gestore dell’attività di ristorazione di famiglia, comincio a cuocere nella cucina del ristorante sostenuto dall’amico e ora socio Gianluca. Cerco di coniugare i due lavori per avere il meglio dalle due attività che se pur distinte si intrecciano tra loro e si completano nella crescita. Il ristorante dà la possibilità al birrificio di vendere subito la propria birra, di avere dei riscontri immediati, di divulgare il fantastico mondo della birra artigianale ai clienti sempre più curiosi e preparati; il birrificio grazie all’organizzazione di eventi si propone di portare nuovi clienti al locale e la birra è diventata l’ingrediente di numerosi piatti e anche di dolci preparati dalla mia instancabile moglie Valentina, mamma di 5 bambini, che nonostante il grande impegno dato dalla famiglia riesce a creare dei capolavori dolciari come la Beer Cake(con Hopen Minded) al cioccolato e crema al mascarpone, i Beer Muffin, il Birramisù con la Hop+m, i panettoni alla birra nelle versioni con cioccolato fondente e Hop+m e con arancia candita, farina di cocco, cioccolato bianco e Queen of Japan.
Maggiori informazioni sulla pagina Facebook ufficiale del birrificio!