A partire dallo scorso mese di giugno, Italian Wine Brands, società vinicola quotata a piazza Affari, ha iniziato a produrre e distribuire sul mercato italiano una linea di birre artigianali non filtrate a marchio proprietario “Optima Craft Beer”.
Le qualità disponibili attualmente sono la classica bionda con una gradazione del 5%, denominata “Optima Alia”, una doppio malto a 6% denominata “Optima Aurea“ e un’ambrata a 7,5% denominata “Optima Ambra“.
Come spiega la stessa azienda, a poco più di due mesi dall’inizio dell’attività, ancora in fase di test ed effettuata attraverso il canale distance selling, i riscontri sui clienti sono stati molto positivi con oltre 31.500 bottiglie vendute e un fatturato superiore a 115.000 euro.
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Tali evidenze proiettano www.optimacraftbeer.com nel novero degli e-commerce leader nello specifico settore. Su queste basi, IWB ha in programma di espandere le proprie attività anche nel campo della produzione e distribuzione di birra artigianale italiana di alta qualità su più canali di vendita e paesi europei nei quali opera già da leader con i propri prodotti vinicoli e marchi proprietari di grande presa.
Alessandro Mutinelli, Presidente e Ad di Italian Wine Brands, spiega al Giornale della Birra il perché di questa decisione e i progetti futuri.
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Come mai avete deciso di entrare nel segmento della birra?
“A differenza di molti comparti dell’alimentare italiano, che stanno segnando un calo generalizzato dei volumi di consumo all’interno dei confini nazionali, il segmento della birra è in crescita strutturale da diversi anni. In particolare le birre artigianali e di qualità hanno incontrato un buon successo presso il pubblico: IWB si è quindi andata a posizionare in quel segmento di mercato con un’identità ben precisa e un prodotto di elevatissima qualità”.
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Avete in programma il lancio di altre birre oltre le attuali tre?
“Assolutamente sì. Da un lato intendiamo sviluppare la gamma in termini di profondità e ampiezza con marchi di nostra proprietà (IPA e altre birre più ricercate). Dall’altro intendiamo distribuire sul mercato, attraverso la vendita diretta al consumatore finale, i prodotti di una serie di micro birrifici artigianali “locali” selezionati per la qualità delle loro birre.
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Oltre al mercato italiano su quali altri paesi puntate?
“Stiamo verificando il mercato francese, che appare ricettivo ed ha una buona propensione all’acquisto a distanza / online. È più difficile invece aggredire i mercati di lingua tedesca, area in cui fatturiamo di più a livello di gruppo, e quello inglese, dove la presenza di birre nazionali, anche a basso costo, è particolarmente radicata e difficile da scalfire. Su tali aree, il buon vino italiano e i prodotti alimentari gourmet da noi proposti hanno sicuramente una maggiore presa”.