Numero 32/2019
7 Agosto 2019
Kraken: l’eccellenza della birra, dall’eccellenza dell’acqua!
Si definiscono “birrai per passione”: sono Massimo Cracco e Nicola Randon, che nel 2017 hanno avviato a Cornedo Vicentino – nei pressi di Reocaro, dove sgorga la nota acqua – il birrificio Kraken. Ho incontrato Massimo a Udine, alla Festa della Birra di Piazza Primo Maggio; e sono andata alla scoperta di una realtà giovane, ma promettente.
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Massimo, innanzitutto il nome: da dove viene?
Il Kraken è un mostro mitologico che attira a sé e affonda le navi: allo stesso modo ci siamo sentiti presi dalla passione per la birra, cosa che ci ha portati a definirci appunto “birrai per passione”. E poi c’è l’assonanza con il mio cognome, Cracco, su cui abbiamo parecchio scherzato.
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Passione, dunque; ma c’è da notare come i tempi dell’homebrewer che passa direttamente dal garage di casa alla sala cotta siano ormai passati, e che sia necessaria una formazione adeguata sia sotto il profilo tecnico che imprenditoriale. Voi che percorso avete fatto? Siete ancora “vecchio stampo” o appartenete a questa “nuova generazione”?
Direi un ibrido. Siamo stati entrambi homebrewer, però io comunque sono tecnologo alimentare, ho studiato tecnologia della birra a Udine con il prof. Buiatti e ho lavorato parecchi anni nell’industria alimentare; mentre Nicola viene dal settore commerciale. Ci è quindi venuto naturale che io mi occupassi della produzione, e lui delle vendite. Per cui, per quanto sia vero che siamo stati spinti ad aprire il birrificio dal successo delle nostre birre casalinghe tra gli amici, siamo coscienti che la sola passione, per quanto importante, non basti a sé stessa: serve saper fare la birra, saperla vendere, e saper gestire un birrificio, cosa naturalmente molto diversa dal fare l’homebrewer.
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Qual è la vostra filosofia produttiva?
Fare birre in stile, senza stravolgere i canoni, ma con un tocco di personalizzazione indirizzato alla facilità di beva.
Progetti per il futuro?
Ci piacerebbe ampliare la produzione. Al momento abbiamo a listino una Blonde Ale, una Saison, una Alt, una American Ipa, una Strong Ale stagionale al miele di castagno e una Summer Ale senza glutine, che otteniamo grazie ad un particolare enzima che lo degrada. Abbiamo in progetto ad esempio una Wheat con coriandolo e lime: sperimenteremo, e vedremo come ampliare la gamma.
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Ho naturalmente degustato per voi – eh sì, è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare -alcune di queste birre. A destare la mia attenzione per prima è stata la Alt Horny – stile non molto diffuso in Italia. Si tratta, come desumibile dalla filosofia del birrificio che mi era stata appena illustrata, di una Alt in stile, dagli aromi tra il biscottato e il caramellato come da manuale; e con un corpo leggermente più snello e un finale meno amaro delle Alt classiche, che lascia il maggior evidenza la componente maltata pur rimanendo secco e chiudendo la bevuta. Su proposta di Massimo ho poi assaggiato la Saison Sen’zo, aromatizzata con coriandolo e arancia dolce. Correttamente per lo stile, la parte del leone nell’aroma la fa la speziatura del lievito, lasciando arancia e coriandolo solo sullo sfondo a dare una punta di ulteriore complessità; in bocca risulta poi assai più delicata di quanto il naso lascerebbe supporre, con un corpo decisamente scorrevole, per poi chiudere su toni tra il dolce e lo speziato. Mi ha infine incuriosita la summer ale senza glutine Frida. Al naso domina l’amarillo con i suoi aromi agrumati e floreali, per poi lasciare il posto ad un corpo estremamente scorrevole senza troppe note di cereale e ben carbonato. Interessante la chiusura netta e secca ma delicata e non persistente data dal Saaz usato in amaro. Come dicevo definirei quindi il Kraken un birrificio giovane, ma che può riservare sviluppi interessanti sia in quanto a consolidamento delle birre già prodotte che a nuove produzioni.
Info su www.kraken.it