Numero 15/2020
6 Aprile 2020
La Biersommelier Ingrid Facchinelli: avvicinarsi al vino e innamorarsi della birra
Oggi insieme a Ingrid Facchinelli, vi portiamo a Bolzano nel Sudtirolo, una zona conosciuta e apprezzata per la sua vasta area vinicola, ma che negli ultimi anni si sta interessando al mondo brassicolo, promovendo birra locale, nazionale ed internazionale. Ingrid Facchinelli è di fatto una Biersommelier e curiosamente si è avvicinata al mondo della birra, attraverso l’Accademia del Vino di Caldaro.
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Ingrid, ci racconti la sua storia: qual è il suo mestiere e come è arrivata ad occuparsi di birra nel suo percorso professionale?
Ho studiato storia e lavoro come storica e archivista da libera professionista. Nel 2014 ho scoperto il mondo della birra. Allora ho lavorato per l’Accademia del Vino Alto Adige. In quell’anno, in stretta collaborazione della nota accademia del gusto di Monaco DOEMENS, abbiamo organizzato il primo corso per Bier-Expert – un corso base per diventare Biersommelier. Da subito mi ha presa la passione per la birra e così ho deciso di frequentare un corso per Biersommelier e dal 2017 sto seguendo il corso per Master of Beer.
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Ci parli dei suoi progetti nel campo della birra e del suo legame con l’Associazione “Le Donne della Birra”.
Per l’Accademia del Vino che ormai è diventata anche Accademia della Birra organizzo ancora corsi per Bier-Expert e delle degustazioni. Inoltre cerco di essere ambasciatrice della cultura della birra. All’associazione “Le donne della birra” ho aderito l’anno scorso. Quest’anno a Rimini, all’evento annuale “Beer Attraction”, ho condotto una degustazione caratterizzata da un approccio sinestetico di specialità birrarie prodotte da birrifici condotte da donne. Abbiamo presentato i birrifici e le loro birre che hanno portato per l’occasione, abbinandole a vari tipi di tessuti. Un’esperienza bellissima per il nuovo approccio di avvicinamento alla birra in modo diverso – in modo femminile.
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In quanto donna e professionista, pensa che le donne riusciranno a riconquistare la loro posizione professionale nel mondo birrario?
Anche se nel medioevo erano le donne che hanno prodotto la birra come „normale“ lavoro da casalinga, il mondo della birra come quello del vino, è stato per anni riservato più ad un pubblico maschile. Come in tanti altri campi le donne si stanno pian piano avvicinando al mondo brassicolo e stanno mostrando presenza. Questo dimostra anche il fatto della grande partecipazione di donne a corsi e degustazioni. Basti poi pensare che nell’ultima edizione del campionato italiano di Biersommelier tenutosi a Milano nella primavera del 2019, ha vinto Giovanna Merloni ed io ho ottenuto il seconda posto. Per non parlare del campionato mondiale tenutosi a Rimini in autunno 2019, in cui la vincitrice anch’essa è una giovane donna, Elisa Raus della Germania.
Come vede il fenomeno craft beer in Italia? Quali sono gli aspetti positivi di quello che è stato fatto fino ad ora e cosa manca secondo lei?
Questo fenomeno che è iniziato negli anni novanta lo vedo come un’evoluzione, quasi una rivoluzione: fino agli anni 80 in Italia c’erano sei grandi industrie birrarie che producevano e vendevano più o meno gli stessi tipi di birra. Col tempo invece, grazie al movimento dei birrifici artigianali, si sono ampliati gli stili e le varietà di birre che ormai si trovano in tanti locali e negozi. La varietà suscita la curiosità e così sempre più gente e anche sempre più donne si avvicinano al mondo della birra. La birra offre una grandissima varietà di gusti, di aromi di sentori e regala ai curiosi quasi un’illimitata possibilità di scoperte inaspettate.
Ormai la situazione della crescita dei birrifici sul territorio si è assestata. Il mercato è diventato grande e non si tratta più solo di produrre delle birre, ma piuttosto si punta alla qualità – dalla produzione al servizio. Oggi i prodotti qualitativamente alti riescono a conquistare il mercato con una grande varietà che incoraggia i consumatori entusiasti a scoprire il grande mondo della birra artigianale.
Quali aspetti della birra cerca di far risaltare nelle sue degustazioni?
In primis è importante far conoscere la grande varietà di birre, ma soprattutto mi sta a cuore di trasmettere la consapevolezza della cultura della birra, capire cosa caratterizza una birra, quali possono essere gli errori e come si beve la birra (temperatura, bicchiere, occasioni) e infine l’abbinamento birra – cibo. Io stessa rimango spesso meravigliata e mi piace trasmettere a chi viene ad una degustazione che con solo 4 ingredienti, acqua, malto, lievito e luppolo, si può creare una varietà quasi infinita di birra. Mi piace molto spiegare attraverso gli ingredienti le birre stesse.
Quale è la sua birra preferita?
È una domanda difficile perché dipende molto dall’occasione in cui bevo una birra. Mi piacciono molto le birre acide o le Italian grape ale dalle quali mi affascina l’abbinamento di due mondi che sembrano così diversi – il vino e la birra!