Numero 17/2017
25 Aprile 2017
Leder: il birrificio artigianale, ispirato dal lago
Il nostro viaggio birrario trentino ci porta oggi nell’area sud occidentale della regione, per l’esattezza in Valle di Ledro, a due passi dall’omonimo lago; qui nasce – o in un certo senso, come scoprirete nelle righe seguenti, rinasce – il birrificio Leder e, per presentarcelo, incontriamo il suo mastro birraio – nonché titolare – Fabrizio Pellegrini.
Fabrizio, il Birrificio Leder non è solo figlio della passione per l’homebrewing, ma affonda radici storiche ben più profonde, sviluppate sulla tratta Valle di Ledro – Boemia…
E’ esatto e sono radici datate Prima Guerra Mondiale. All’epoca la Valle di Ledro era zona di confine fra Impero Austro-Ungarico – di cui faceva parte – ed Italia e, in quanto tale, scenario di numerosi combattimenti fra i 2 eserciti; in questo contesto, donne e bambini – che non potevano prendere parte alle azioni militari – vennero trasferiti temporaneamente in Boemiaper essere messi al sicuro e lì restarono, per circa 4 anni, stringendo legami con la gente del luogo ed apprendendo gli usi e i costumi locali. Tali legami e tradizioni – in particolare quelle culinarie e brassicole – arrivarono, quindi, in Valle di Ledro una volta che gli abitanti poterono ritornarvi al termine della guerra e, in linea con questa eredità storica, anche il birrificio è stato sviluppato incentrando le principali produzioni sullo stampo boemo; io stesso, inoltre, grazie al gemellaggio che lega le nostre terre, ho avuto la possibilità di lavorare in alcuni birrifici vicino a Praga e di crearmi, a seguito di queste esperienze, un importante bagaglio culturale, in particolar modo nell’ambito della produzione delle tipiche pils.
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Come avviene la selezione delle materie prime? Utilizzi già, o hai in programma di utilizzare, ingredienti locali?
Al momento i nostri acquisti avvengono principalmente in Germania, per l’orzo, e in Repubblica Ceca, per il luppolo – luppolo che vado a selezionare personalmente a Praga una volta all’anno, presso un’azienda che ho avuto modo di conoscere quando lavoravo là. Tuttavia, in un futuro prossimo, vorremmo riuscire ad auto-produrre una serie di materie prime e, a tal fine, da qualche tempo, abbiamo avviato delle piccole produzioni sperimentali di Saaz e di altri luppoli – tedeschi e americani – oltre che di orzo, segale e frumento; l’obiettivo, ovviamente, è quello di verificare cosa si adatti meglio al nostro clima.
Se dovessi descrivere il tuo birrificio con 3 parole, quali sceglieresti e perché?
Credo che le più rappresentative possano essere “bassa fermentazione”, per il background tecnico, “Boemia”, per la tradizionea cui siamo legati e “Valle di Ledro”, perché ci auguriamo di poter presto utilizzare materie prime originarie del nostro territorio.
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Nonostante la giovane età del birrificio,aperto nel 2015, la “bacheca dei trofei” è già ricca di prestigiosiriconoscimenti non solo locali ma anche nazionali ed internazionali; al di là della – immaginiamo –soddisfazione personale, hai potuto trarre dei benefici da questi importanti risultati?
Sicuramente sì,principalmente in termini di visibilità “fuori zona”; soprattutto dopo i risultati conseguiti a Bruxelles lo scorso novembre (Ndr: medaglia d’oro nella categoria “BohemianPils” con la “Ginevra”) e a Rimini (Ndr: medaglia d’argento nella categoria “Chiare, bassa fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione tedesca e ceca” con la “Bugatina”),abbiamo ricevuto alcune richieste da parte di potenziali clienti fuori regione.
Per concludere, come di consueto,chiediamo anche a te di esporci il tuo punto di vista sul panorama birrario locale e nazionale, e di raccontarci qualche progetto per il futuro di Leder…
Relativamente alla situazione locale, mi piace constatare che la cultura per le produzioni artigianali stia progressivamente crescendo; siamo ormai un numero sostanzioso di birrifici, distribuiti nelle varie aree trentine, e questa capillarità sta alimentando l’interesse dei consumatori ma anche quello dei ristoratori, la cui richiesta delle nostre produzioni, per i loro locali, continua ad aumentare. Tutto questo, ovviamente, non può che essere un bene. Per quanto concerne, invece, il mercato extra-trentino, al momento non incontra il nostro interesse, benché ci siano arrivate, come accennato prima, alcune richieste alle quali abbiamo risposto; questo perché, data la tipologia predominante dei nostri prodotti, per i quali suggeriamo il consumo ottimale entro pochi mesi dalla produzione, prediligiamo un commercio a filiera corta, principalmente in Val di Ledro e nell’Alto Garda. In merito al futuro, oltre al già citato progetto legato all’autoproduzione del luppolo, puntiamo innanzitutto a mantenere i nostri standard qualitativi a livelli costanti, aspetto non sempre facile; infine, abbiamo iniziato delle piccole sperimentazioni di affinamento in botte, utilizzando in un caso una base realizzata ad hoc speziatacon miele e zenzero e, nel secondo caso, la nostra bohemiandunkel, alla quale andremo ad aggiungere alcune ciliegie locali, una volta giunte a maturazione. La linea classica, comunque, resterà caratterizzata dalle 5 birre già presenti, mentre queste produzioni rappresenteranno una sorta di “contorno” in quantità molto limitate.
Per conoscere le birre, gli orari del birrificio ed altre informazioni, www.birrificioleder.it.