Numero 38/2022
21 Settembre 2022
MostroBirraio: il sogno realizzato di tre homebrewers, legati da amicizia e passione!
Il nostro viaggio tra i birrifici artigianali italiani ci porta oggi nel cuore della Toscana, più precisamente a Camaiore, località in cui è attivo il Birrificio MostroBirraio. Si tratta di una realtà strettamente artigianale ed a vocazione locale per quanto riguarda la distribuzione, ma che fin dalle origini ha saputo creare una grande attenzione attorno alla propria attività.
A guidare il birrificio vi sono Marcello Nigi, Andrea Ghilardi e Fabio Davide, tre amici che hanno trasformato una passione tra amici in una opportunità professionale e che ci accolgono per scoprire il piccolo, grande mondo del proprio lavoro.
Partiamo dalle origini del birrificio: quali i primi passi della vostra attività? E quali i fondamenti su cui avete basato il vostro sodalizio?
I primi passi li abbiamo mossi anni fa, quando abbiamo deciso di condividere il nostro prodotto, ancora casalingo, oltre che con amici e parenti, con appassionati a noi sconosciuti. Da qui i primi incoraggiamenti ritenuti imparziali. A questi poi sono susseguiti i primi riscontri positivi da persone molto esperte del settore, ed un apprezzamento particolare va a Simone Cantoni.
Dal punto di vista professionale, invece, il primo fondamento è stato acquisire la certezza di conoscere le basi tecniche necessarie a produrre un prodotto in grado di stare sul mercato.
Poi seguono i requisiti generali per fare impresa, che sono Amicizia, Lealtà, Passione, Creatività, volontà di Crescita, tutte quelle cose che non devono mancare, se si vuole ottenere un qualsivoglia risultato in un qualunque settore.
Infine, le qualità messe in campo da ognuno di noi, ovvero serietà, professionalità e le necessarie competenze specifiche: saper pensare e fare birra, saper pensare e condurre gli impianti, saper pensare e sviluppare una rete commerciale.
Quali sono le caratteristiche principali dell’impianto produttivo?
Partiamo dalla sala cottura. La nostra è una sala cottura da 500 Litri totalmente manuale.
Il calore è fornito da un impianto a gas, con trasferimento a fiamma diretta.
Sostanzialmente abbiamo allargato il nostro impianto da homebrewers e lo abbiamo portato da 50 a 500 litri. Si, gli esperti staranno pensando che siamo matti, e che a produrre birra così c’è da faticare molto. E’ vero, c’è da faticare molto, ma non si perde mai il contatto con il prodotto, che vediamo girare nel pentolone per tutto il tempo… con nostro sommo gaudio! Insomma, nessun imprevisto “elettronico”, riuscirà mai a fermare la nostra cotta!
Non a caso il nostro motto è “FATTA A MANO”, lo si può leggere sulle nostre etichette.
La nostra cantina di fermentazione consta di 6 fermentatori da 600 litri e 2 da 300 litri, quindi il nostro massimo potenziale in fermentazione è pari a 4200 litri.
Disponiamo di una cantina di condizionamento/conservazione, capace di contenere un massimo di 4200 litri.
Il numero di referenze prodotte è piuttosto ampio: quali sono le birre più rappresentative?
Abbiamo al momento solo 11 etichette, ma le ricette da proporre sono molte di più, ovvero tutte quelle che abbiamo sperimentato in circa una decina di anni di homebrewing.
Gli stili riprodotti sono molteplici e non seguono una logica ben precisa, se non quella della sperimentazione, dei nostri gusti personali e, da quando siamo in attività, di quelli dei nostri clienti.
Ne è un esempio Dolly, la nostra Blanche. Fedelissima alla tradizione delle sue origini, la abbiamo pensata e prodotta quando uno dei nostri clienti ce la ha chiesta.
Oltre a Dolly, riteniamo che le birre più rappresentative della nostra produzione siano Vadimoda, una Double IPA ambrata e maltata come da tradizione continentale ma amaricata e profumata come una americana, e Otto, una Tropical IPA, chiara, vellutata e spinta verso una molteplice varietà di profumi tropicali.
Lo confessiamo, le citeremmo tutte, perché a tutte siamo ugualmente affezionati.
Importante la scelta etica di reperire, quanto possibile, ingredienti da agricoltura biologica. Quale valore aggiunto pensate possa donare questo elemento alle vostre birre?
Per dare una idea del peso che diamo alla questione, vogliamo ricordare esperienze one shot come ENNENNE, una bock prodotta con luppolo fresco raccolto sulle nostre colline e prodotto con passione da una azienda agricola nascente.
L’esperienza è stata così positiva da spingerci oltre.
Dei tre soci, Andrea fra i suoi “Hobbies allargati”, coltiva (perdonate il gioco di parole) quello dell’agricoltura e, sfruttando terreni di sua proprietà, abbiamo creato un piccolo luppoleto. Fra un paio di anni avremo il luppolo a Km0!
Per quanto riguarda i cereali, ci stiamo attivando nella ricerca di prodotti di provenienza italiana e biologica, ma questo è un tasto dolente. La realtà è che al di là dei malti base, si trova ben poco e per brassare dobbiamo ricorrere necessariamente all’acquisto di prodotti tradizionali, che provengono da paesi dove la cultura della birra si fa colonna portante del bere quotidiano.
Quali sono i progetti per il futuro del Birrificio MostroBirraio?
Sogni ne abbiamo tanti, dal brewpub, al foodtruck attrezzato, alla presenza e organizzazione di grandi eventi.
Tutte cose che ci permetterebbero di avere pieno contatto con chi beve birra e che aumenterebbero il nostro divertimento.
Ma appunto la cosa è e deve rimanere per noi un divertimento, quindi saranno piccoli passi, nella direzione di acquisire lo spazio di mercato necessario ad essere presenti, quelli che muoveremo nel futuro a breve termine.
Maggiori informazioni al sito web: www.mostrobirraio.com