Numero 02/2021

14 Gennaio 2021

Pillar’s Brewery si rifà il look: l’intervista a Alex e Gavin!

Pillar’s Brewery si rifà il look: l’intervista a Alex e Gavin!

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Londra. Una città in bilico tra tradizione e modernità, dove i vecchi e tradizionali pub, roccaforti del CAMRA, si contrappongono alle giovani taproom dei birrifici craft.
Mondi che a tratti vengono in contatto, e a tratti si schierano uno come l’antitesi dell’altro.
In più c’è l’industria che fa sempre la parte del leone, acquisendo i marchi storici inglesi (il passaggio di Fuller’s in Asahi ne è l’emblema).
Il servizio a pompa è una cosa che personalmente adoro, così come quell’austerità che si respira in certi pub, diventati ormai dei monumenti. Queste sono cose che puoi trovare solo oltremanica.
Di contro la scena craft è giovane, frizzante e in parte sperimentale, sia nelle proposte, che nel modo di porsi verso i suoi consumatori.
L’atmosfera è “friendly”, si comunica tanto e soprattutto c’è tanto scambio (cosa che qui da noi a volte manca).
Nel quartiere di Walthamstow (quasi un mondo a sé) vado ad assaggiare le produzioni di Pillar’s Brewery, Home Of Lager.
Scelta singolare nella terra in cui la birra è storicamente chiamata “Ale”… Una buona (e massiccia) bevuta, un paio di chiacchiere e rimaniamo così in contatto (i canali social vengono sfruttati davvero bene).
Ora Pillar’s Brewery si rifà il look e Alex e Gavin ci racconta passato, presente e futuro, di una realtà particolare e interessante.

 

Come nasce Pillars Brewery?
Pillars Brewery viene lanciata ufficialmente nel 2016, ma il viaggio inizia nel 2006, quando Gavin e Omar si incontrano all’università.
La loro amicizia diventa un legame molto stretto, soprattutto grazie all’amore per le lager e per l’homebrewing. Successivamente decidono di costruire, in via sperimentale, un piccolo impianto per di produzione, aiutati dai fratelli di Omar: Eamonn e Samie.
Dopo alcuni esperimenti e fallimenti, nasce la famosa Untraditional Lager (ora famosa come Pillars Hop Lager).
Si decide così di parlarne concretamente seduti ad un tavolo. Dopo varie considerazioni e dopo aver appreso che non esisteva un birrificio che produceva lager in tutta Londra la decisione è presto presa.
Pillars Brewery è ora un sogno diventato realtà.
Abbiamo iniziato con un negozio a Walthamostow, nell’oramai iconico Ravenswood Industrial Estate, dove tutt’ora ci potete trovare con le nostre birre.

Presentateci il vostro staff.
Pillars è quasi da considerare un’azienda gestita da famigliari e amici.
I cofondatori sono Gavin Litto, mastro birraio e Omar Razaq, l’operation manager.
I fratelli di Omar, Samie e Eamonn, lavorano rispettivamente come capo marketing e design e come birraio.
Kayleigh, la compagna di Omar, lavora come supervisore, e Alex, capo vendite, e’ un caro amico di Omar.
Gavin e Alex hanno entrambi un passato lavorativo nella city, mentre Omar e la sua famiglia hanno lavorato a diverse start up e con varie aziende, prima di fondare Pillars.

 

 

Come siete arrivati alla realtà di oggi? Come nasce il vostro nome?
Il nome l’abbiamo scelto dopo aver definito i nostri stili di produzione, un richiamo alla legge di purezza bavarese (Reinheitsgebot 1516 n.d.r.).
Pillars, colonne dello stile a bassa fermentazione (Lager).
il nostro impegno sta nel produrre la nostra lager nel mondo corretto.
Sono passati quattro anni da quando abbiamo aperto ufficialmente ed ai tempi eravamo il primo birrificio artigianali e a Londra specializzato nelle lager.
Da allora la scena craft è sempre stata in continua evoluzione e stiamo notando un lento cambiamento che và da stili luppolati, hazy, ad alta fermentazione verso produzioni più beverine tra cui anche le lager e questo è molto positivo e motivante per noi.
Prevediamo un boom delle lager nei prossimi anni.

Perché produrre Lager nella terra delle Ales?
Perché amiamo la Lager!
Le Ales sono ormai molto comuni in UK e sono vendute ovunque, mentre noi volevamo entrare sul mercato proponendo qualcosa di nuovo.
Certo, ci sono molte ragioni per cui le Ales sono la scelta più ovvia: le Lager richiedono molto più tempo, più ricerca e preparazione. Gli errori sono più facili da notare.
Inoltre, facendo Lager, i tuoi concorrenti sono solo grandi marchi come Stella Artois, Heineken, Peroni e altri nomi industriali, non piccole realtà.
Questo non ci ha fermato nel 2016 e non lo farà nemmeno adesso!

 

 

Quali referenze producete?
Abbiamo tre birre in bottiglia che sono il nostro punto forte: Hop Lager(IPL), Pilsner e Helles. Inoltre abbiamo una serie di prodotti stagionali preparati in piccoli lotti per l’occasione.
Recentemente abbiamo lanciato una Dopplebock, così come la nostra Icebock che è la prima Icebock prodotta in UK.
Abbiamo poi fatto svariate collaborazioni tra cui Brewdog Tower Hill (Hoppy Helles), One Mile End (Cherry Lager) and Tap East (German Amber Lager), più una serie di produzioni da lanciare ogni anno.
Vogliamo far vedere al mondo che lager non è un solo stile di birra, possiamo avere lager dolci, affumicate, secche, agrumate o con qualsiasi altro sentore.

Siete molto legati al concetto di “drink local”. Vedo tanti progetti legati a Walthamstow, ce ne parlate?
Walthamstow è stata un’area incredibile per iniziare la nostra avventura e cerchiamo sempre di aiutare come possiamo: dallo sconto sui nostri prodotti per i lavoratori NHS (servizio sanitario nazionale n.d.r.), all’ organizzazione di piccoli eventi, coinvolgendo artisti e negozi indipendenti locali e ovviamente il nostro contributo col banco alimentare per i più bisognosi.
Quest’anno abbiamo lanciato un pacco natalizio, che oltre alle nostre birre, include formaggi, dolci e prodotti di aziende e panetterie locali.
Inoltre, per ogni scatola acquistata, i proventi vanno ad un’associazione di beneficenza che garantisce cinque pasti caldi ai più poveri.
A volte Londra dà l’idea di essere una città fredda, con muri alti e senza senso di comunità, ma Walthamstow , essendo una zona residenziale e con tante attività locali, ha un forte senso di collettività e di aiuto verso il prossimo. Cerchiamo tutti di sempre di essere dalla parte del cittadino, aiutandolo in ogni modo.
il 2020 è stato molto difficile, ma abbiamo alcuni assi nella manica per il 2021, anche in collaborazione con altre birrerie locali…stay tuned!

 

 

Birra artigianale. Come la si vive in Inghilterra?
La birra artigianale in UK ha avuto come denominatore comune le Ales per un bel po’ di tempo.
Ma come tutte le correnti, sono previsti cambiamenti e nuovi interessi. Sembra che Lager e sidri siano le due nuove richieste di mercato.
Credo che nonostante le ottime Ales presenti sul mercato e la loro continua circolazione ci sia una certa saturazione e c’è quindi bisogno di dare spazio a nuovi sapori.
Ormai da quattro anni Pillars è la pioniera della Lager e sembra farsi strada sempre di più, vediamo cosa succederà…

Per quanto riguarda Londra ho visto tanto scambio di opinioni e supporto. Anche i birrifici sono molto presenti sui social e vicini ai consumatori. Sbaglio?
Verissimo! E i nostri clienti e followers sui social media formano un bel gruppo di sostenitori! Kayleigh, la nostra social media manager, fa un ottimo lavoro e si impegna costantemente a comunicare coi clienti, mantenere vivo l’interesse e far sì che ci sia sempre seguito.
Dal lancio di alcuni concorsi, nuovi prodotti, eventi, e qualunque cosa ci riguardi.
La birra è socialità e i nostri social sono attivi e sempre vivi, quasi come un pub.
Il merito è solo dei nostri clienti e followers, che ci sostengono da sempre.

Avete fatto un bel rinnovamento del brand. Ce ne parli?
Il nostro processo di rimodernizzazione del marchio iniziò a ottobre 2019, quando abbiamo iniziato davvero a sentire di avere una storia da raccontare e grandi progetti per il futuro.
Era importante per noi creare qualcosa di unico, che evidenziasse la nostra azienda come prima produttrice di Lager a Londra.
Come dicevo, non e’ facile farsi spazio in un mercato come questo, ma noi siamo molto contenti del risultato.
Abbiamo avuto modo di creare un nostro font per il logo, disegnato dal fantastico team di Thundercap, creando cosi’ nuove ed uniche etichette, bottiglie e prodotti.
Soprattutto questo nuovo viso di Pillars rappresenta quello che siamo e cosa facciamo: un gruppo di amici e famiglie con a cuore la comunità e l’artiginalità.
E questo ci rende ancora più forti e pronti per tutto quello che ci riserverà il futuro.

 

 

Attualità: la vostra strategia per contrastare lockdown e Covid-19?
Prima dell’arrivo del Covid-19 il nostro business era principalmente in fusto.
Meno del 5% dei nostri prodotti era imbottigliato. Quando abbiamo iniziato il rebrand di Pillars volevamo concentrarci molto sul packaging e sui loghi, ma il 2020 ha praticamente portato questo aspetto ad essere il primo.
Abbiamo avuto un incredibile supporto dalla comunità locale e durante il lockdown siamo comunque riusciti a mantenere il business attivo. Il nostro prossimo progetto è quello di estenderci a ristoranti e beershop, soprattutto con le nuove bottiglie.
Siamo inoltre fortunati ad avere una taproom con un ampio spazio esterno, che ci ha permesso di avere i clienti durante questo anno difficile.

In Italia se ne parla tanto, ma voi ci state già arrivando. Birra artigianale e GDO. È fattibile?
Purtroppo il 2020 non ci ha permesso di fare nessun progetto a lungo termine. Abbiamo parlato e fatto piani con diversi distributori locali ed europei, ma al momento con la situazione attuale, ci siamo concentrati sulla zona est di Londra.
ovviamente siamo sempre interessati a nuove opportunità e business, ovunque essi siano.

Idee per il futuro?
Abbiamo tantissimi piani per il 2021. Una volta superato questa pandemia e questo periodo difficile, vogliamo concentrarci su eventi speciali, unici. Una possibile espansione del birrificio e chissà….

Visitate il nostro sito www.pillarsbrewery.com o la nostra pagina Instagram @pillarsbrewery per aggiornamenti.

 

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Daniele Bertozzi
Info autore

Daniele Bertozzi

Novarese, classe1981.
Un viaggio in Belgio per scoprire che la birra è molto di più di quello che trovi nei supermercati e che, a dire il vero, poco mi è sempre piaciuta (tranne rare occasioni…).
Cercavo emozione tra gli scaffali e non l’ho quasi mai trovata!
Ho vissuto come tanti colleghi il “rinascimento birraio italiano” che dà ancora oggi tante possibilità e soddisfazioni a livello personale e professionale.
La passione è sempre cresciuta costantemente tra eventi, formazione, fino a giungere ai corsi di Unionbirrai con relativi esami e il conseguimento del titolo di Unionbirrai Beer Taster.
Il mondo birra diventa più di una sola passione, e ad oggi mi occupo di docenze e organizzazione di corsi ed eventi vari di formazione tra Piemonte e Lombardia.
Oltre alla birra adoro viaggiare, la musica e il buon cibo.
Curo una pagina Instagram come “Arte_birra” e ho anche pensato di fare l’homebrewer… sì, ma l’ho sempre solo pensato…