Numero 41/2018
9 Ottobre 2018
Tholos Brewery: dalla Sardegna, una piccola realtà tutta da scoprire!
Le regioni insulari del nostro Paese hanno vissuto con un incipit ritardato lo straordinario sviluppo del movimento culturale italiano legato alla birra artigianale. Questa condizione non ha però penalizzato la nascita di realtà d’eccellenza e capaci di emergere sulla scena brassicola europea per qualità ed originalità delle produzioni. Dal cuore di un territorio davvero bellissimo, quale il cuore nuorese della Sardegna, gli appassionati di birra possono fruire delle eccellenti bevute di un piccolo birrificio artigianale che vale la pena scoprire ed apprezzare.
Oggi siamo lieti ed onorati di ospitarvi, insieme a Giuseppe Dettori, il birraio di Tholos Brewery, che opera da appena un anno proponendo una sfida davvero importante: valorizzare il territorio, portando nelle birre e nella messa a punto delle ricette non solo la sua passione, ma soprattutto la tradizione e la cultura della popolazione locale, che desidera rappresentare nell’essenza di ogni boccale.
Giuseppe, ci ha accolto nel pieno di una cotta, spiegandoci in modo coinvolgente le origini e le aspettative futuro del suo piccolo – grande sogno imprenditoriale.
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Giuseppe, iniziamo Come è nato il tuo progetto di impresa e quali le tappe fondamentali della tua passione – professione?
Più che un progetto, a dir la verità nacque un sogno agli inizi del 2009,quando fui folgorato dal primo bicchiere di un noto birrificio Scozzese. Rimasi colpito a tal punto che, come succede in molti casi, decisi di iniziare a creare le mie birre. Grazie a tutti gli errori commessi riuscivo a capire come migliorare, cercando nuove tecniche di brassaggio.
8 anni dopo decisi di aprire il mio birrificio artigianale in una realtà difficile ma non impossibile. Oggi dopo 1 anno di attività sto ancora (e più che mai) studiando e cercando di apprendere nel migliore dei modi, quelle che sono le tecniche produttive nel mondo della Birra.
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Quali sono le peculiarità tecniche del tuo impianto produttivo?
Mi sono rivolto alla tecnologia tedesca, oggi in birrificio utilizziamo un impianto particolare e molto compatto, di marca Speidel, che, per questioni di spazio ben si accorpa alle nostre esigenze.
Utilizza una tecnica in stile BIAB (Brew in a bag) e ci permette di ottenere ottimi risultati se paragonati ai giganti del mondo tecnologico-costruttivo come BBC e Spadoni.
Tramite questo sistema ALL IN ONE produciamo 6 diverse tipologie di birra che ripercorrono parallelamente stili Europei ed Americani.
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Come ci puoi descrivere in tre aggettivi il “Marchio di fabbrica” delle tue produzioni? Quali sono gli elementi su cui si basa la qualità e l’unicità delle tue birre?
Essenziale, giovanile e genuino. Seppur abbracci una larga cerchia di persone, le nostre proposte si rivolgono fortemente ad una fascia di età non troppo grande. Uno degli elementi che conferma questa tesi è la nostra produzione di bottiglie da 330ml, più semplici da bere secondo il nostro punto di vista rispetto alle 500ml,ma queste sono scelte tecniche a cui ognuno può dire la sua.
Un altro fondamentale elemento è sicuramente la ricerca e la qualità delle materie prime che per noi inizia con la selezione dei malti e di altri cereali, per poi passare ai luppoli, i lieviti e così via le spezie. In questa sezione svolgono un ruolo fondamentale i fornitori che scegliamo. Particolare menzione merita anche e soprattutto la qualità dell’acqua,monitorata con attrezzature specifiche nel nostro laboratorio.
Dove è possibile degustare i tuoi prodotti e quale la strategia di vendita e distribuzione che persegui in un mercato sempre più concorrenziale?
Ritracciabili dai pub ai ristoranti fino alle enoteche del nostro paese. Cerchiamo di evitare i supermercati per preservare la freschezza dei prodotti, come ben sappiamo infatti la conservazione è un punto cardine per le birre artigianali.
La strategia di vendita per noi si basa prima di tutto sull’essenza delle nostre birre, secondariamente sull’immagine stessa del prodotto. Il rapporto con i clienti è ovviamente una carta vincente nell’ambito della vendita e del rapporto umano che sta alla base della nostra visione d’insieme. Da non sottovalutare il rapporto con i nostri colleghi di lavoro.
Con un piccolo aneddoto spiego questo particolare.
Una volta entrai in un pub che forniamo con i nostri prodotti regolarmente. Prima di andare via, come di consueto ordinai al gestore del locale una birra artigianale esposta(Ovviamente non la mia). Simpaticamente mi chiese come mai stessi bevendo una birra della concorrenza. Replicai che io non la vedo come concorrenza, anzi, in un mercato florido per le birre industriali per me si trattava solo di una buona birra. Questa è la nostra visione sul mondo Craft sopratutto in un Isola come la nostra.
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Infine, come immagini il futuro delle birre craft sarde e quali sono le tue ambizioni per l’avvenire?
Più che mai la Sardegna sta conoscendo un momento di forte esplosione nel mondo delle birre artigianali… basti pensare che in soli 10 anni sono triplicate le nascite dei birrifici.
Credo che non si fermi qua il fenomeno, ma che al contrario vada oltre le nostre più rosee aspettative.
La mia ambizione è quella di sperimentare il più possibile nuove tipologie di birre, abbracciando quelle che sono le materie prime che si legano fortemente al nostro territorio ed al mondo della birra in generale, come ad esempio l’utilizzo del Ginepro ed altre spezie di questo genere.
Ma come sappiamo, questo è un lavoro scandito dai mesi che ci vogliono per assaggiare la birra finita dal momento della sua produzione!
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