Numero 20/2017
15 Maggio 2017
To Øl: le persone rendono speciali le birre!
Oggi la Danimarca è senza ombra di dubbio uno dei paesi più all’avanguardia in fatto di birra artigianale infatti, il movimento danese sforna ogni giorno birre, da birrifici e beerfirm, davvero strepitose. Oggi incontriamo TobiasEmil Jensen e Tore Gynther, che ad appena ventitré anni, nel 2010, hanno fondato a Copenaghen la beerfirmTo Øl. Da sempre amanti della buona birra, sono stati incoraggiati a buttarsi nel mercato dal loro professore del liceo di matematica e fisica Mikkel Borg Bjergsø, fondatore del celeberrimo Mikkeller. To Øl si caratterizza per birre che non si dimenticano facilmente perché ricche di sapori e dal carattere deciso, prodotte con materie prime d’eccellenza.
Che birre vi piacciono?
Fondamentalmente nessuna, ci piacciono le birre che vanno dalle tonalitàscure a quelle chiare, tendenti al dolce o acide, giovani o invecchiate in botte. Credo che la nostra creatività e l’interesse per la birra ci spinga a farci piacere ogni stile di birra sul mercato e anche quegli stili di birra che ancora non esistono, ma che dovranno essere inventati in futuro!
Puoi descrivere la filosofia delle vostre birre?
L’obiettivo principale è l’equilibrio. Tutte le birre, indipendentemente dal grado alcolico, dovrebbero essere un piacere da godere e non dovrebbero esserci birre che ti stancano dopo un paio di sorsi. Quindi, l’equilibrio è fondamentale, poi in secondo luogo, cerchiamo di giocare con gli stili, stravolgiamo le ricette e cerchiamo di affinare i metodi e i nuovi ingredienti.
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Siete orgogliosamente gipsy. Ritieni che per fare una buona birra non sia importante l’impianto ma solo le migliori materie prime?
Recentemente abbiamo acquistato un birrificio adibito abrewpub:il BRUS a Copenaghen. Sì, il progetto dell’impianto di produzione è importante, ma un birrificio è solo un mucchio di acciaio e macchine, quello che rende speciale la birra sono lepersone! E sì, chiaramente anche i migliori ingredienti disponibili. Abbiamo iniziato l’avventura del brewpub perché avevamo bisogno di qualche locale dove fare esperienze e giocare con attrezzature nuove. Per il resto preferiamo viaggiare in tutto il mondo incontrando produttori che la pensano come noi con cui si può fare birra insieme a loro.
Le etichette delle vostre birre sono davvero particolari e intriganti. Le disegnate voi o vi affidate ad un grafico?Puoi raccontare come nascono?
Le mie competenze in fatto di computer grafica si limitano a Paint di Windows. Il nostro Art Director Kasper Ledet è un vecchio amico della scuola superiore, ha anche fatto i manifesti per le nostre prime birre che facevamo al liceo. Da allora ha fatto tutte le nostre etichette. Credo che gli piaccia farle strane, difficili o stupide; alcune etichette non sono intenzionalmente finite, sembra non diano informazioni, invece hanno segnali e messaggi nascosti.
Su come nascono le etichette rispondeKasper Ledet, il graphic designer. Di solito inizio parlando con Tore e Tobias. Si parla molto liberamente sulle idee della birra e quali associazioni e riferimenti potrebbero essere interessanti. Può essere qualsiasi cosa, come gli ingredienti, lo stile, il nome o anche eventi storici che rendono particolare questa birra. Ho un alto grado di libertà creativa. Molte delle etichette rispecchiano anche il mio interesse personale per l’arte e il design e sono una piattaforma per le mie produzioni visive. Ogni etichetta, ogni poster e ogni pezzo di merce è diverso. Non ho la pretesa di aver trovato la formula perfetta. Alcuni disegni sono migliori di altri. La mia speranza è quella di creare disegni che di tanto in tanto possano contribuire al progresso del graphic design. Non si tratta di creare una linea di etichette molto rigorosa, ma devo incentivare più la sperimentazione e l’esplorazione. Noi non siamo una banca o un gigante tecnologico della Silicon Valley che ha bisogno di una comunicazione e di una grafica molto rigorosa e regolare. Siamo un birrificio artigianale altamente sperimentale ed è questo che guida i nostri interessi personali e naturalmente il nostro design deve riflettere questi valori.
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Siete famosi anche per le vostre birre in lattina. Credete che la lattina possa conservare meglio di una bottiglia in vetro una birra artigianale?
Sì, la possibilità che l’ossigeno venga a contatto con la birra in una lattina di alluminio rivestita di plastica è praticamente zero al contrario della birra in bottiglia con tappo a corona. La luce del sole nelle lattine non può raggiungere la birra. Quindi sì, soprattutto per le birre molto luppolate le lattine conservano al meglio i sapori.
Avete iniziato a produrre birra perché la birra danese che trovavate non vi piaceva. Come credi che sia oggi il livello della birra in Danimarca?
Tutto è cambiato da quando abbiamo iniziato nel 2010. All’epoca a Copenaghen esisteva un solo bar che serviva birra e Mikkeller stava aprendo il suo primo bar. Ora nella città della sirenetta ci sono più di dieci bar dedicati alla birra, tre brewpub e diversi ristoranti con birra artigianale nel menù. Credo che la Danimarca sia leader nel movimento globale della birra artigianale e siamo orgogliosi di essere parte di questo gruppo.
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Ci sono birrifici in Italia con cui vi piacerebbe creare una birra e con cui non avete mai lavorato?
Credo diversi. Abbiamo fatto birra insieme a Birra del Borgo e Brewfist. Ci sono un sacco di buoni birrai italiani e non posso parlare di un solo birrificio in particolare!
Maggiori informazioni sul sito web: www.to-ol.dk
Immagini gentilmente concesse da To Øl.