Numero 27/2017
7 Luglio 2017
White Tree Brewing: la prima azienda a produrre birra realizzata con siero derivante dalla lavorazione della Mozzarella di Bufala campana DOP
Sono moltissimi i birrifici artigianali del nostro Paese che, ricercando un legame sempre più stretto e soprattutto di inconfutabile originalità e tradizionalità, sperimentano ricette nelle quali trovano spazio ingredienti quantomeno insoliti. White Tree Brewing, beer firm di Caserta, si sta ultimamente distinguendo a livello nazionale in questo campo: da poche settimane, infatti, è stata presentata Bubala, la prima birra prodotta con siero derivato dalla linea di trasformazione del prezioso latte locale in Mozzarella di Bufala campana DOP.
Giornale della Birra, in esclusiva, ha intervistato il mastro birrario della beer firm di Caserta, Sergio Landolfi, che ci ha svelato alcuni dei segreti di questa innovativa birra e alcuni progetti futuri, sempre ispirati ad una birra intrinsecamente ispirata al proprio territorio.
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Sergio, iniziamo dal momento 0, ovvero la nascita dell’idea di avviare una beer firm: quali sono stati gli stimoli che vi hanno convinti ad avviare l’attività e quali le difficoltà riscontrate?
Gli stimoli sono derivati dalla nostra passione per il mondo della birra artigianale che ci ha visti come homebrewers per circa quindici anni fino a che abbiamo deciso di fare il grande passo nel mondo della produzione e della commercializzazione. Le difficoltà derivano dal doversi muovere in un settore ancora di nicchia ed in un mercato caratterizzato da una sempre più numerosa ed agguerrita concorrenza.
La vostra beer firm vanta una gamma di 5 birre: quale il “marchio di fabbrica” che le accomuna? Quali ideali desiderate trasmettano al consumatore?
Sono tutte birre che ci rispecchiano in qualche modo. Sicuramente non seguiamo le mode né le tendenze ma cerchiamo di raccontare delle storie attraverso le nostre birre. Proprio in quest’ottica, si colloca il nostro progetto “agrimemorie da spillare”, che consiste nel realizzare birre attraverso l’utilizzo di prodotti che identificano da sempre la nostra terra e ne rappresentano la memoria storica.
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Parliamo di Bubala: una birra con un ingrediente tanto caratteristico, quanto insolito, nata da un progetto che vede la sinergia di più imprese. Quali sono le caratteristiche della birra e quali sono stati i passi fondamentali di sperimentazione per giungere alla ricetta perfetta?
Bubala appartiene allo stile delle milk stout ed è caratterizzata dal fatto che, al posto del lattosio normalmente utilizzato per tale tipologia di birra, abbiamo pensato di sfruttare il lattosio naturalmente presente nel siero derivante dalla lavorazione della mozzarella di bufala campana. La sperimentazione è stata finalizzata, soprattutto,ad individuare la procedura più corretta per utilizzare un ingrediente così particolare come il siero di latte di bufala.
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In cantiere vi sono altre birre “a carattere locale”: puoi svelarci qualche dettaglio? Come immagini il futuro delle craft beer italiane alla luce della tua esperienza e filosofia produttiva?
Come detto, la prossima birra sarà la terza, e forse ultima, del progetto agrimemorie da spillare e sarà una birra di frumento nella quale saranno utilizzati grani antichi non maltati, tutti di coltivazione campana.
Infine il mio auspicio è che nei prossimi anni il movimento craft in italia attiri sempre più appassionati e che si dia maggiore importanza al fenomeno delle beer firm che in molti casi non sono solo dei meri etichettatori ,ma veri e propri produttori che lavorano con lo stessa passione e lo stesso impegno dei birrifici.
Maggiori informazioni sulle birre di White Tree Brewing sono disponibili al seguente link: www.whitetree.it