Numero 09/2023
1 Marzo 2023
Visitando un microbirrificio il turista della birra vuole l’abbinamento con i piatti del luogo. Anticipazioni del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano
Posted in : Luoghi di birra on
Il mondo brassicolo, che in questi giorni vive uno dei suoi appuntamenti più importanti con Beer&Food Attraction a Rimini, ha superato la prova della pandemia e continua a sedurre il turista del food&beverage. È quanto emerge dall’anticipazione del Rapporto 2023 sul Turismo Enogastronomico Italiano, a cura di Roberta Garibaldi e realizzato sotto l’egida dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, che sarà presentato a maggio.
Negli ultimi tre anni, nonostante la pandemia, quasi un viaggiatore su cinque ha visitato un birrificio o ha partecipato a un evento legato alla birra. In particolare, il 21% dei turisti di sesso maschile ha visitato uno stabilimento di produzione di birra, mentre tra la popolazione femminile la percentuale scende al 17%. La tendenza alla visita in un luogo di produzione è più alta tra gli under 60, con picchi del 22% nella fascia d’età compresa tra i 45 e 54 anni e del 21% tra i 18-24 anni e i 35-44 anni.
Dal report in uscita emergono le esperienze che un turista della birra si aspetta nel corso di una visita in birrificio. In particolare, due intervistati su tre considerano fondamentale l’abbinamento tra la birra prodotta all’interno della brewery e i piatti del luogo: lo afferma il 65% del campione, senza scostamenti tra la popolazione maschile e quella femminile.
Negli ultimi tre anni, nonostante la pandemia, quasi un viaggiatore su cinque ha visitato un birrificio o ha partecipato a un evento legato alla birra. In particolare, il 21% dei turisti di sesso maschile ha visitato uno stabilimento di produzione di birra, mentre tra la popolazione femminile la percentuale scende al 17%. La tendenza alla visita in un luogo di produzione è più alta tra gli under 60, con picchi del 22% nella fascia d’età compresa tra i 45 e 54 anni e del 21% tra i 18-24 anni e i 35-44 anni.
Dal report in uscita emergono le esperienze che un turista della birra si aspetta nel corso di una visita in birrificio. In particolare, due intervistati su tre considerano fondamentale l’abbinamento tra la birra prodotta all’interno della brewery e i piatti del luogo: lo afferma il 65% del campione, senza scostamenti tra la popolazione maschile e quella femminile.
“Si tratta di un’aspettativa certamente complessa da soddisfare per una molteplicità di ragioni”, afferma Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano. “Questo interesse va però tenuto in considerazione. Sappiamo che già nel mondo del vino ci sono sempre più cantine attrezzate con tasting room che offrono degustazioni in abbinamento a prodotti del luogo, fino ad arrivare alla nascita di veri e propri ristoranti o agriturismi. Di esempi di successo non mancano neppure all’interno del comparto brassicolo, e certamente possono essere da stimolo per innovare l’offerta in questa direzione”.
Un altro aspetto fondamentale, pari a quello del pairing, è la shopping experience all’interno del birrificio. Il 66% del campione maschile e il 63% di quello femminile vorrebbe acquistare le birre dell’azienda a prezzi interessanti, potendo disporre in quel luogo di ampia scelta tra tutte le produzioni del birrificio. Ragione in più perché il birrificio sia in grado di gestire la vendita diretta o, in alternativa, quella online con consegna a domicilio, creando così una relazione più stabile con il turista che diventerà consumatore anche a distanza.
Ci sono poi le esperienze attive, trend in costante crescita nel mondo del turismo enogastronomico, e la birra non fa eccezione. Il 56% degli intervistati vorrebbe avere la possibilità di vivere una giornata come mastro birraio per provare a produrre la birra; stessa percentuale per un’altra experience come quella vissuta all’aria aperta tra luppoleti e campi d’orzo. Ma la produzione di birra artigianale, per il turista enogastronomico, è sempre più legata ai frutti del territorio dove opera il birrificio. Di conseguenza, la metà del campione vorrebbe partecipare a un corso di foraging per imparare a raccogliere piante e frutti selvatici che vengono poi utilizzati come ingredienti aggiuntivi per la produzione delle birre 100% local.
Si profilano, infine, interessanti opportunità per i tour operator che si vogliono legare al promettente mondo della birra. Il 56% degli intervistati vorrebbe infatti partecipare a un viaggio organizzato alla scoperta dei birrifici e la percentuale sale al 60% nella fascia di età compresa tra i 45 e i 64 anni. Da non trascurare il filone legato al pernottamento e alle spa della birra, anche in questo caso già sperimentato nel mondo del vino con i centri di vinoterapia: il 46% vorrebbe pernottare in un hotel a tema birra dove sia presente, ad esempio, una macchina spillatrice in camera da letto (ma la percentuale sale al 58% nella fascia d’età 25-34 anni) e il 44% vorrebbe effettuare un trattamento legato alla birra (50% tra i 25-34 anni e i 35-44 anni).
Roberta Garibaldi è vicepresidente della Commissione Turismo dell’OCSE-Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo. Ricopre numerose cariche a livello internazionale e nazionale, tra cui Ambassador della World Food Travel Association, membro del Board of Advisor presso World Gastronomy Institute e del Consiglio di Presidenza della SISTUR-Società Italiana di Scienze del Turismo. È autrice di molteplici saggi in riviste italiane e straniere e di libri. È keynote speaker ai principali eventi internazionali sul tema del turismo, fra cui i forum mondiali dell’UNWTO-Organizzazione Mondiale del Turismo ed il World Economic Forum di Davos.