Numero 45/2020
6 Novembre 2020
Assobirra: giù le accise per salvare il settore!
La protesta della birra, con i fusti vuotati per strada dagli esercenti è una della immagini simbolo delle proteste contro il coprifuoco, a testimoniare il valore simbolico, e anche economico, di una bevanda che genera, in Italia, quasi 9 miliardi di euro di valore condiviso e 140 mila posti di lavoro. A partire da questi numeri, AssoBirra chiede una riduzione delle accise nell’ordine del 30% e un sostegno immediato al canale Ho.Re.Ca., anche attraverso il credito d’imposta sulla birra alla spina.
“La birra arriva da un decennio di crescita. Anni in cui ha messo a segno record su record su tutti i fronti: dalla produzione, sostenuta da un export sempre piu? consistente, al numero di consumatori”, dichiara il presidente di Assobirra, Michele Cason, che presenta le proposte dell’associazione per il rilancio, in un evento digitale. L’obiettivo è diventare “un pilastro strategico su cui costruire una roadmap chiara per affrontare la crisi attuale”.
Una prima apertura, su queste proposte, arriva dal presidente della commissione Bilancio della Camera, Fabio Melilli, che definisce le accise “un tema rilevantissimo e un’ingiustizia” rispetto al trattamento fiscale del vino. “Andiamo a vedere se potrà essere affrontata nel quadro della riforma fiscale”, dichiara Melilli, disponibile anche a valutare aiuti per la filiera e stimoli ai consumi.
Nel nostro Paese, la birra e? l’unica bevanda da pasto a pagare le accise, un’imposta che colpisce tutti: produttori, distributori e consumatori e ha un impatto regressivo perché un’incidenza maggiore sulle birre piu? popolari e un peso inferiore su quelle di fascia alta, spiega Assobirra. Inoltre è tra le piu? alte d’Europa, con un gettito di 700 milioni, e penalizza le aziende che investono e producono in Italia.
Per questo, AssoBirra chiede un intervento strutturale che, mediante la riduzione delle accise dall’attuale soglia di 2,99 euro per ettolitro e per grado Plato di birra consenta al comparto di rimanere competitivo “assicurando una boccata d’ossigeno a tutta la filiera”.
La crisi, secondo la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), sta distruggendo 50.000 imprese di ristoro e oltre 350.000 posti di lavoro. I ristoratori sono in piazza e si collegano all’evento dal presidio di piazza del Pantheon a Roma, da dove il vice direttore generale di Fipe, Luciano Sbraga, chiede di “fare tutti insieme uno sforzo per trovare le azioni giuste per salvare non il ristorante o il bar ma un pezzo importante del valore materiale e immateriale dell’Italia”. “È importante – osserva il vice presidente di AssoBirra, Alfredo Pratolongo – sostenere il business dei singoli esercenti con azioni mirate. Dobbiamo pensare a come aiutarli a ripartire. E su questo fronte crediamo che la birra possa essere parte della soluzione”.