Numero 49/2016
7 Dicembre 2016
Oggi il Senato ha approvato la – discussa – misera riduzione delle accise sulla birra
Come volevasi dimostrare: questo pomeriggio in Senato è stata approvata la legge di bilancio 2017 contenente, fra le altre cose, quella risibile riduzione di accisa pari a 0,02 cent. (da 3,04€ a 3,02€ per hl per grado Plato) di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi.
I senatori, non potendo emendare il testo così come approvato alla Camera il 24 novembre, in virtù del vincolo del voto di fiducia chiesto questa mattina in aula dal governo, si sono dovuti limitare ad una presa d’atto di quanto già previsto nel testo della legge, comprese le irrisorie disposizioni relative alla paventata riforma della normativa fiscale applicata ai birrifici artigianali italiani. Le parole del sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, che qualche giorno sosteneva la volontà del governo di dare un chiaro segnale al settore, sono state rapidamente smentite dalla realtà del voto di fiducia odierno che, da un lato, non ha fatto altro che confermare la simbolica riduzione di 2 cent. di cui accennavamo sopra, mentre dall’altro ha spento sul nascere ogni possibile discussione circa l’inserimento di una più ampia manovra di riforma a sostegno dei piccoli birrifici.
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Manovra fortemente voluta in questi ultimi tempi da CNA-Unionbirrai, primi proponenti e primi sostenitori di un intervento di adeguamento della legislazione italiana al panorama europeo, richiesto a gran voce da tutto il movimento brassicolo artigiano nazionale letteralmente vessato da un regime fiscale a dir poco sfavorevole, di cui vi abbiamo dato abbondantemente conto in numerosi articoli precedenti.
La risposta di Unionbirrai in questi giorni non si era fatta attendere, quando il voto alla Camera aveva già fatto presagire l’esito sfavorevole del voto odierno al Senato, cosa che si è puntualmente verificata: “Per UB il risparmio suona come una beffa di cui godrà sicuramente l’industria ma non il mondo dei microbirrifici. In base alla produzione media annua del settore, la riduzione porterà ad un risparmio medio per azienda di circa 300 euro l’anno. Si tratta di un intervento insoddisfacente che per Unionbirrai non solo non porta a nulla di concreto, ma rischia di distrarre l’attenzione dalle richieste più stringenti che, insieme alla riduzione delle accise, è rappresentata dalla semplificazione delle procedure fiscali e burocratiche. Gli emendamenti erano diversi e quasi tutti presentavano, oltre ad una richiesta di riduzione concreta delle accise, anche la semplificazione e l’armonizzazione del prelievo in Italia rispetto alle metodiche applicate negli altri Paesi europei. Così non è stato”.
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Viene quasi da dire che sia stato buttato tanto lavoro buono fatto in questi mesi, a partire dall’impegno profuso da Unionbirrai sul tema, passando per l’attenzione dimostrata sul tema da alcuni parlamentari, su tutti l’onorevole 5Stelle Chiara Gagnarli che ha messo la sua faccia al fianco di quella dei lavoratori artigiani della birra; sicuramente la crisi di governo che si appresta a vivere il nostro paese non farà altro che rallentare ancor più i lavori su questo tema, pur non impedendo a noi di rimanere sempre vigili nell’aggiornarvi con tutti i minimi approfondimenti, si spera finalmente positivi, per chi lavora in uno dei pochi settori sani dell’economia del Paese.