Numero 02/2018

12 Gennaio 2018

Birra Trimmutùra: la triplice fonte del piacere

Birra Trimmutùra: la triplice fonte del piacere

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Era la “triplice fonte del piacere”! È così che la ricorda chi giura di averla realmente conosciuta. Tra i banchi dei mercati storici di Ballarò e della Vucciria riecheggia il suo nome, figura a cavallo fra la realtà ed il mito di una Palermo anni ’60 in pieno boom economico ma lontana dall’essere emancipata, di una città benpensante ma al contempo desiderosa di una sensualità poco borghese, lei era “a Trimmùtura”. Nota prostituta palermitana che dà il nome a questa beerfirm siciliana. Trimmutùra (forma dialettale di “tre motori”) esprime anche la potenza del birrificio le cui birre prendono i nomi di carburanti. La “Miscela al 4,6% ” ha alimentato il giovane motore della prima Trimmutùra, seguito dalla “Diesel” e dalla “Super”.

 

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Il progetto birrario Trimmutùra nasce a Palermo nel luglio 2014, dopo il successo nei concorsi birrari da “Homebrewers Siciliani”,  dall’idea e dalla passione di quattro amici Rosario Inzerillo, Angelo Siragusa, Dario Amedeo Martino e Ambrogio Orlando rispettivamente tre ingegneri ed un medico che decisero di sviluppare la propria passione di homebrewers anche al dì fuori della loro cerchia di amici; è da quel momento che senza soluzione di continuità fermenta Trimmutura “La birra con la Sicilia dentro”, è questo l’inconfondibile motto che li accompagna sin dalla prima bottiglia.

Oggi per Giornale della Birra abbiamo incontrato Angelo Siragusa, di professione ingegnere chimico e collezionista birrario che in questo progetto tra i tanti aspetti si occupa anche di analizzare al meglio le proprietà dell’acqua in funzione dello stile di birra che si vuole realizzare. Infatti, mi dice Angelo che per poter fare per esempio una Stout serve un’acqua più dura, ricca di sali, solfati. Invece per avere un’acqua che ha un tenore di sali disciolti, quindi di carbonati e bicarbonati più basso si deve fare un trattamento di addolcimento dell’acqua.

 

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Angelo, in che modo la professionalità del Medico del vostro team ha inciso nella scelta degli ingredienti inseriti nelle birre?

Il Medico studia  con noi gli aspetti nutraceutici degli ingredienti inseriti nelle nostre ricette. Per esempio nella prima ricetta che è la “Miscela al 4,6%”, la nostra Golden Ale abbiamo voluto introdurre gli effetti benefici dei fiori di fichi d’India in decotto dato che sono stati da sempre usati dalle nostre nonne per migliorare la digestione, curare le infezioni delle vie urinarie e la cistite. Allo stesso modo abbiamo introdotto nella “Diesel” i fichi secchi che in bollitura apportano fibre e contengono proprietà antiossidanti. E infine nella “Super” inseriamo i semi di finocchio selvatico, che hanno proprietà digestive; ed anche la Hybrid di prossima uscita con i capperi siciliani ha le sue proprietà medicamentose.

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Vi definite un birrificio itinerante, in che senso? Da chi fate produrre le vostre ricette?

Ci definiamo in questo modo perché prima di far produrre le nostre ricette, con Rosario, il Mastro birraio di Birra Trimmutura, visitiamo l’impianto e conosciamo il birraio, e solo se entrambi rispecchiano la nostra filosofia produttiva e le nostre idee, allora il birrificio che ci ospita diventa temporaneamente anche il “nostro”. Vogliamo far realizzare le nostre ricette dai birrai e dagli impianti migliori per le birre che abbiamo in mente. La prima ricetta l’abbiamo fatta con il birrificio artigianale toscano Math, la seconda la Stout con il birrificio artigianale piemontese della Granda. La Strong Ale sempre con Math , ed ancora la quarta birra, la Hybriduna Goseche per produrla abbiamo incontrato il birrificio artigianale siciliano Rock Brewery, le cui birre ci sono piaciute e soprattutto Alessio, il birraio sposa la filosofia delle birre dei birrifici tradizionali europei importate in terra di Sicilia ed è per questo che abbiamo scelto lui. Inoltre, dato che non vogliamo nascondere la nostra condizione di beerfirm, in fase di imbottigliamento delle nostre ricette birrarie scegliamo il packaging del birrificio che ci ospita. Bottiglie, tappi e cartoni sono normalmente quelli che usa il birrificio, in questo modo conserviamo l’immagine del conto terzista a maggiore garanzia di una birra artigianale di altissima qualità.

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In controtendenza con molti birrai, che in questo periodo utilizzano il luppolo intensivamente, voi nelle vostre ricette avete deciso di dare più spazio al malto. Descrivimi in breve tutte le vostre birre.

Si, abbiamo deciso di riscoprire il gusto dolce del malto. Per esempio nella “Miscela al 4,6%”, la nostra Golden Ale, i dolci sentori del fiore di fico d’India si intrecciano con l’unico luppolo presente in ricetta, il Saaz, che dona un amaro delicato in una birra morbida e di facile beva. La “Diesel” è una Stout Inglese dalla luppolatura non invadente, l’aggiunta dei fichi secchi le donano dolcezza conferendo equilibrio ad una birra molto strutturata. La “Super” è una Belgian Strong Ale, i sentori del seme del finocchio selvatico siciliano, la gradazione alcolica sostenuta e il giusto equilibrio tra il dolce del malto e l’amaro del luppolo, la rendono una birra che accorda i sensi in un perfetto equilibrio tra colore, profumi e sapori. Inoltre, abbiamo realizzato di recente una Gose tutta siciliana, la Hybrid, brassata con aggiunta di capperi di Pantelleria, una birra che disseta e reintegra i sali minerali persi nelle torride giornate delle estati della nostra isola, indicata anche ad un pubblico sportivo.

 

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Qual è la vostra mission? Avete intenzione di fare il grande passo e investire in un birrificio tutto vostro?

La nostra mission è ideare e produrre birre artigianali di altissima qualità da poter bere sia stand alone che a tutto pasto. Creiamo birre con caratteristiche legate alla tradizione ricercando ingredienti del nostro territorio che posseggano azioni benefiche come i fiori di fico d’india, i semi di finocchio selvatico, i capperi, i fichi secchi. Con la Hybrid abbiamo completato la gamma delle birre del progetto iniziale e siamo alla ricerca di nuovi carburanti che fregeranno le nostre nuove birre, con etichette legate ai motori del futuro o del passato… lo scoprirete. In un prossimo futuro faremo sicuramente una Rauche una Weiss sempre con una tipicità siciliana in ricetta, poi una birra fruttata che può essere anche simile alle Kriek belghe.

Penso sia fondamentale fare il “passo” e investire in un birrificio tutto nostro anche attraverso strategie intermedie che stiamo valutando. Qualche anno da beerfirm ci sta consentendo di studiare il mercato, di ponderare i costi di un progetto del genere. È chiaro che chi ha un birrificio proprio ha più costi e rischi da gestire però ha più utili, può produrre una maggiore quantità, non ha vincoli e ha maggiore autonomia.

 

In attesa del birrificio di proprietà,  un grosso in bocca al lupo ad Angelo e ai suoi soci per il presente e il futuro di questa birra tutta siciliana.

Per maggiori informazioni, visitate il sito: www.trimmutura.it

 

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Pierfrancesco Caffarelli
Info autore

Pierfrancesco Caffarelli

Classe 1988, nato a Licata, paese del profondo sud della Sicilia. Ho una laurea magistrale in Economia presso l’Università di Messina.

Il mio amore per la birra è nato proprio a Messina quando nel 2012 e per circa due anni, ho lavorato in un brewpub della città, iniziando ad apprezzare e a conoscere quello che sarebbe diventato un mio grande amore. Ho partecipato, come rappresentante del birrificio a diverse fiere nella mia regione, cercando il più possibile di trasmettere il mio amore e la mia passione per la birra. D’altronde, se si vuole provare a vendere un prodotto come questo, che a molti può essere sconosciuto, la cosa fondamentale è incuriosire la gente, trasmettendo la propria passione e voglia, alla conoscenza di questo fantastico mondo.

Non sono un esperto, non ho certificati però potrei parlare di birra e delle sue mille sfaccettature per ore senza mai fermarmi, solo allo scopo di trasmettere quanto più possibile, a chi ha la pazienza di ascoltarmi. Da qualche tempo cerco di fotografare tutte le birre che bevo e pubblicarle nella mia pagina Instagram, al solo scopo di incuriosire i miei followers e conoscere quanti più beerlover nel mondo.

Sono sempre pronto ad ascoltare e a leggere da “umile bevitore” le tante persone che scrivono e operano intorno a questo mondo. D’altronde non sono neanche un homebrewer, la birra preferisco berla e apprezzarla.