Numero 15/2019
9 Aprile 2019
Lambrate/Stone Brewing: una lunga amicizia fatta di viaggi, chiacchierate e ora nuove birre!
Craft Beer Italy, la fiera B2B dedicata esclusivamente alla produzione di birra artigianale che si è tenuta la scorsa settimana a Milano ha visto diverse conferenze e approfondimenti sui temi più svariati del mondo della birra. Una di queste, dal titolo ‘Una collaborazione Brew italo-americana’, era incentrata sul tema della collaborazione tra birrifici e ha visto Giampaolo Sangiorgi e Mattia Bonardi del Birrificio Lambrate illustrare il rapporto con Stone Brewing, birrificio californiano nato nel 1996 dall’incontro tra Steve Wagner e Greg Koch e ora uno dei più importanti dello scenario craft americano.
Giampaolo Sangiorgi, uno dei fondatori dello ‘storico’ birrificio Lambrate, a margine della conferenza ci ha raccontato come e quando nato il rapporto di amicizia con Greg e come questo abbia portato poi ad una collaborazione tra i due birrifici con la nascita, per ora, di due birre: una West Coast Iga e una Scarlet Hibiscus Pale Ale.
.
.
Come vi siete conosciuti?
“Ci siamo conosciuti al salone del gusto di Torino del 2000. C’era lo stand dell’associazione americana dei birrifici artigianali e durante l’evento ci siamo un po’ presentati tutti, ovviamente in maniera molto informale. Poi lui (Greg Koch, ndr) aveva il volo aereo da Milano quindi da Torino è venuti qui. Ovviamente noi al quel tempo eravamo l’unico birrificio su Milano ed è venuto a trovarci. E’ stato li credo due/tre sere. Abbiamo passato un sacco di tempo a parlare di birre e anche di altro. Poi tramite mail e altro abbiamo iniziato a sentirci. Inoltre spesso capitava in Europa e ogni tanto in Italia. Abbiamo mantenuto un bellissimo rapporto e siamo andati anche noi a trovarlo in California”.
Come è nata l’idea della collaborazione?
“Quando mi è stato proposto di fare una collaborazione io sono rimasto ammaliato da questa richiesta e ovviamente ho detto sì. In realtà c’era già stato un preambolo. Lui infatti organizzava il Food & Beverage per un grande evento negli Usa, il concerto Desert Trip, e ci ha chiesto di dargli la nostra birra per questo festival. Gli organizzatori gli avevano chiesto di portare dei birrifici che ritenesse validi e all’altezza dell’evento. Abbiamo mandato 5-6 bancali per un totale di un centinaio di fusti e ci hanno anche ospitato là. Poi noi siamo riusciti a crescere. Non eravamo, quindi, più il piccolo birrificio di quartiere e – per quanto ovviamente a livello di immagine vada rapportato alle dimensioni del mercato – siamo diventati uno dei ‘colossi’ delle birre artigianali Italiane. Quindi, abbiamo fatto un po’ di incontri a Berlino per risolvere una serie di questioni burocratiche. Abbiamo pianificato e siamo partiti con la prima collaborazione da noi e poi siamo saliti (a Berlino, ndr) per fare la seconda da loro. E’ stata la prima della loro linea UNIQCAN del 2019. E’ un progetto che spero vada avanti. Aspettiamo che Greg venga a trovarci a maggio”.
.
.
Nel 2018 infatti il birrificio Stone Brewing ha iniziato un progetto unico, chiamato STONE UNIQCAN. Lo scopo di questa nuova avventura è di collaborare con alcuni dei più talentuosi e creativi birrai d’Europa e produrre nuove birre. Il primo birrificio del 2019 è proprio il Lambrate.
Sono due, per ora, le birre nate da questa collaborazione. Ce le descrivi?
“Quella fatta a Milano è una West Cost Iga: una Italian Grape Ale fatta con mosto d’uva di Malvasia Bianca, con un’impronta che Greg aveva richiesto esplicitamente quindi West Coast. Abbiamo fatto una West Coast Iga per dare come ho detto un’impronta molto californiana. L’idea ci piaceva e abbiamo deciso qualcosa di diverso rispetto alle classiche Iga”.
‘Citra, Mosaic, Enigma i luppoli scelti per combinare i sentori fruttati e speziati del dry hopping con l’elegante bouquet della Malvasia bianca’, si legge sul sito del Birrificio Lambrate.
“L’altra è nata da un’idea, dall’assaggio di questo te’ simil inglese che Thomas Tyrrell, head brewer di Stone Berlin, ha fatto quando è venuto da noi per fare le Iga. Lo abbiamo assaggiato e abbiamo pensato ‘perchè non utilizziamo questi prodotti per fare la birra su da voi’? Lui entusiasta ha detto sì. Poi loro hanno procurato Ibisco, scorza d’arancia e noce moscata. Abbiamo riguardato la ricetta insieme il giorno antecedente alla cotta per vedere se eravamo nella direzione giusta e siamo partiti.”
‘L’ispirazione – si legge ancora sul sito del Lambrate – arriva dall’Africa Subsaariana, in particolare dal Senegal, luogo da cui arriva una varietà unica di ibisco. In Senegal infatti è comune il “Bissap”, un infuso di ibisco e spezie che prende il caratteristico colore rosso brillante proprio dai fiori utilizzati. Lo stesso colore e gli stessi profumi li abbiamo voluti ricreare in una Pale Ale che combina il calore delle spezie africane aggiungendone freschezza tramite l’utilizzo dei nostri luppoli preferiti’.
.
.
Per il 2019 ci dobbiamo attendere altre novità?
“Da gennaio a oggi ne abbiamo già sfornate una decina. Negli ultimi anni abbiamo fatto un bel salto di qualità, Poi Fabio (Brocca, ndr) è un vulcano di idee. Bisogna stare al passo e sul pezzo, mai abbassare la guardia”.
Articoli correlati:
- Testaccio a tutta birra: dal 16 al 19 maggio nell'ex…
- La Reggia di Caserta ospita l'expo della birra…
- Beer&Food Attraction: novità importanti per il 2023…
- Enrico Ciani di Birra dell’Eremo è il Birraio dell’Anno 2023
- Postwave Brewing, l'incontro tra Italia e Cina che…
- Mikkeller in Italia in un tour di due giorni con…