Numero 27/2021
6 Luglio 2021
Oddity Brewing: la craft spagnola, dal cuore italiano!
Proseguiamo questo viaggio alla scoperta dei birrifici craft spagnoli. Più mi addentro nel mondo craft spagnolo, più mi accorgo di quanto sia un microcosmo in gran fermento, pronto ad esplodere nel giro di qualche anno.
Oggi intervistiamo Oddity, ancora una piccola realtà ma che si sta facendo conoscere.
Parliamo con Ivan, birraio di origini italiane.
Come è quando nasce Oddity Brewing?
Ufficialmente Oddity Brewing commercializza la prima birra ad Aprile 2020, agli albori di una pandemia mondiale. Il nostro inizio di attività di creazione ricette e pianificazione approvvigionamenti di materie prime, con prove e branding per la marca inizia all’incirca sei mesi prima del lancio ufficiale. La prima birra per Oddity la feci l’ 1 Novembre 2019 e la seconda l’11 Dicembre, entrambi birre R+D in lotti da 5hl a Dublino. Si, siamo nomadi e produciamo le nostre birre a Dublino. Il Perche? Bene, prima di intraprendere il cammino per esprimere la nostra visione birraria ebbi la fortuna di lavorare a Newcastle per Wylam Brewery ed a Dublino per Whiplash Beer in fasi alterne tra i due posti. Due birrifici assai moderni. Gente decisamente attenta a marcare il walzer della birra a colpi di innovazione e bellezza. Pensando a Whiplash Beer credo che sono tra i pochi artigianali ad usare un mash-filter in maniera craft accoppiando ad un sistema di controllo di qualità che va da produzione del mosto fino al confezionamento. La decisione di produrre birra a Dublino si deve al legame che ho con coloro che mi videro crescere e formarmi come birraio. Accettai la loro proposta di usare un fermentatore il 14 Ottobre 2019, quando nacque nostra figlia a Barcellona, per avviare il nostro ancora anonimo progetto, subito dopo mi trovai a seguire il cammino sotto l’occhio vigile dei miei mentori, viaggiare per cuocere, confezionare e spedire le birre refrigerate per venderle a Barcellona.
Questa era ed è Oddity Brewing.
La tua e vostra storia. Come sei finito dall’italia alla Spagna?
Storia decisamente un po’ lunga da raccontare, però i punti cardini da sapere, per fare una fotografia più semplice di come Oddity si muove, è analizzare il nostro background.
Io durante 15 anni lavorai nella ristorazione gastronomica, con i rivoluzionari ribelli e profeti della cucina moderna come la conosciamo oggi tra cui spiccano nomi di grandi fonti di inspirazione come Albert Adria, Andoni Luis Aduriz e Jose Avillez.
Ebbi la fortuna di gestire due bar di birra artigianali nel cuore di Barcellona dove servivo e selezionavo birra artigianale nazionale ed internazionale mentre nel tempo libero mi dedicavo all’homebrewing e in questo contesto ho aperto gli occhi, vidi tanta curiosità da parte mia e tanto potenziale da esprimere.
Subito dopo mi misi a collaborare con qualche birrificio locale (tra i quali Garage Beer e Cyclic Beer Farm) e a studiare, studiare e studiare. Non avevo tempo per nulla: solo lavoro, studio e condivisione.
La spagna è una terra che amo ma la causa del mio trasferimento fu Vicky, la mia dolce metá (anche lei socio fondatore di Oddity Brewing e Brand Manager). Lei è originaria di Barcellona e la conobbi in Inghilterra, era redattrice e giornalista presso alcune delle riviste di arte foto e board sports influenti nel panorama locale, amante del buon cibo e della buona birra. Fu lei in primis a vedere il potenziale di quel hobby nato in giardino a casa per poi passare nel magazzino adattato a sala brassicola nel 2014.
Di cosa ti occupi esattamente?
Di tutto, dalla pianificazione alla produzione, redigo e monitoro i vari parametri di qualità, mi occupo di logistica, magazzinaggio e vendita, e infine metto la faccia in tutte le relazioni pubbliche. Sono aspetti un pochino ampi tra loro pero ben connessi se si pensa che sono il brewer e co-fondatore della marca.
Presentaci lo staff…
Vicky Navarro (30) è la co-fondatrice e brand manager della marca. Figura chiave nella comunicazione strategica e filo conduttore tra la esteticità della lattina ed il prodotto finito.
Laureata in giornalismo, barcellonina di nascita, fotografa amatoriale ed appassionata ceramista.
Ivan Raho (33) brewer e co-fondatore di Oddity Brewing. Originario di Rocca Imperiale, piccolo borgo jonico della provincia di Cosenza, ed appassionato gastronomo. Diploma Alberghiero ed amante della viticultura e di enologia, studiando ho ottenuto il General Certificate of Brewing presso l’Institute of Brewing and Distilling (UK). Inoltre sono amante del disegno e della tecnologia, ed entusiasta delle cryptomonete.
Quali stili brassate?
Qui è bella. Siamo gente classica che brassa moderno. Qualcuno si potrebbe offendere chissá o ci potrebbe prendere per pretenziosi.
Il nostro paniere di birre è decisamente stile moderno, andando da Pale Ale, IPA e DIPA. La bevibilitá é il cardine del carattere di Oddity, pur essendo birre ben luppolate (alcune delle quali all’estremo) manteniamo un complesso espressivo e beverino. Per il periodo autunno-inverno produciamo anche birre scure. Brown Stout (6%) & Double Oatmeal Porter (8%) sono birre di casa per il pubblico di Barcellona, il quale ha mostrato molto entusiasmo. Inoltre c’è la volontá fare prodotti ancora più nobili e complessi nei prossimi anni, mantenendo sempre la traiettoria, seguendo la continuità comunicativa e gustativa propria di Oddity Brewing.
Raccontaci del mercato craft spagnolo
Entusiasmante, penso che lo spazio tempo nel quale Oddity è nata rappresenti qualcosa della nostra essenza.
Coinvolti in un panorama birraio abbastanza umile ma allo stesso tempo esigente, invogliati da colleghi influenti, siamo coscienti che ciò che beviamo ha valore ed essenza spazio/tempo. Da Lagers a birre scure super nobili, New England hyper-beast brassate in città fino ad arrivare a fermentazioni spontanee, il panorama è super variopinto e noi fortunatamente siamo nel bel mezzo di tutto cercando di espressare cio che siamo.
Rispetto a quello italiano trovi più differenze o analogie?
Molte volte penso al panorama birraio italiano, e mi piacerebbe conoscerlo meglio. Se osserviamo Italia dall’estero, vediamo che noi italiani abbiamo uno speciale savoir-faire in birra che visto da fuori è essenzialmente stupefacente. Siamo atemporali e vivaci custodi di ciò che rappresenta essere noi stessi. Assai variopinta si vede la penisola italica dalla Spagna ed assai gente anela di come sarebbe bello tenere uno stile di birra proprio come una Italian Pilsner o Italian Grape Ale.
Ci sono assai somiglianze tra i due mercati se lo osservo come appassionato consumatore di birra artigianale, il mercato italiano sembra essere sempre un passo avanti su alcune cose e quello spagnolo su altre. L’evoluzione e la tendenza di consumo (analizzato da una visione brassicola) segue una stessa linea moderna.
Covid: Come lo avete affrontato?
Togliendo la testa fuori dal sacco e senza abbassare la guardia. Era Febbraio 2020 quando fecemmo pubblico il progetto Oddity Brewing accompagnati dal sospetto di una pandemia globale.
Il 10 Marzo doveva essere la nostra prima messa in commercio, decidemmo di ritardarlo di 20 giorni a causa del lockdown. A quel punto la cosa migliore da fare forse era rimanere quieti e non presentare nessuna birra, pero non fu cosi.
Attaccammo il mercato ufficialmente il 16 Aprile con Shedland (NEIPA) e Crumbling Crowd (BrownStout) e fu Sold Out dello stock nazionale in 5 giorni. Tutto in lattina ed a tutta birra!
20 giorni dopo torniamo con un nuovo lotto di Shedland ed accade lo stesso, fu sold out in meno di due settimane. A Luglio e presentammo Youngsters (NE Pale Ale) stavolta sia infustata che in lattina, stessa dinamica.
Sappiamo che suona a spavalderia o faccia tosta spiegarlo cosi, pero avevamo chiaro che dovevamo contrattaccare per non farsi portare dalla ondata di difficolta. Dovevamo pensare positivo. Facemmo un passo avanti pensando ai nostri colleghi dei bar e bottle-shops, pensammo che se noi eravamo la novità locale, loro avrebbero avuto una carta in più per giocare e vendere, Cosi fu!
Le vostre referenze sono disponibili solo in Spagna?
Fino a poco tempo fa si. Per essere preciso, Spagna ed Irlanda sono i due paesi dove Oddity Brewing è presente. Abbiamo appena iniziato ad esportare una piccola parte delle nostre birre nei Paesi Bassi, Dinamarca e Germania con il fine di analizzare il potenziale di Oddity nei mercati internazionali. I feedback che arrivano sono assai positivi, e questo ci rende molto felici.
A quando in Italia?
Senza ombra di dubbio è un obiettivo che abbiamo sin dall’inizio. Penso che la pandemia e la poca produzione relativa al medesimo periodo abbiano ostacolato un po’ le mire espansionistiche di Oddity in italia. Un piccolo aneddoto: a Luglio dell’anno scorso siamo riusciti logisticamente ad inviare parte di un lotto della nostra Shedland (appena inlattato) da Irlanda a Rocca Imperiale (CS) tramite trasporto refrigerato, con il fine di poter condividere il progetto Oddity con le persone più care come la famiglia e gli amici. È stato realmente emozionante.
Progetti futuri?
Mantenere la costanza nell’idea del progetto Oddity e rendere la stessa fruibile a tutti; in modo che la gente abbia l’opportunità di poter provare una Oddity e che in essa veda il riflesso della volontá che abbiamo.
Stiamo lavorando nel nostro proprio progetto di auto-distribuzione per Catalunya. Siamo in procinto di migliorare la nostra catena logistica spagnola con un magazzino dotato di celle frigorifere un po’ più grandi alle porte di Barcellona.
La volontá di poter costruire il nostro proprio birrificio è reale ed è il lavoro di oggi che ci porterà alla realizzazione di esso.
Maggiori informazioni: www.odditybrewing.es