28 Gennaio 2014
Birrifici artigianali a stelle e strisce: piccoli, indipendenti e tradizionali
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Tag: america, artigianale, birrifici
Gli Stati Uniti d’America in materia legislativa, spesso, sono un’avanguardia, e questa innovazione si rispecchia anche in materia di birra artigianale. La Brewer Association, l’associazione dei produttori di birra, pretende che chi voglia produrre birra in modo artigianale su territorio americano debba rispettare tre requisiti: deve essere piccolo, indipendente e rispettare la tradizione.
Leggendo la normativa, vediamo che significato hanno queste parole per la Brewer Association:
- PICCOLO Sta ad indicare che “la produzione annua non deve eccedere i sei milioni di barili (circa il 3% delle vendite di birra negli Stati Uniti). La produzione di birra è stabilita dalle norme di alternanza tra i produttori.” In Italia un limite di volumi così ampio farebbe rientrare in questa categoria probabilmente ogni produttore di birra, visto che Baladin, il pioniere dei birrifici artigianali italiani, si attesta ad una produzione annua di 12000 hl. Un birrificio come Forst, invece, attesta la propria produzione annua sui 190000 hl. La parte della normativa che indica la percentuale di vendita probabilmente sta a significare che, nonostante il limite ampissimo dei sei milioni di barili, la birra artigianale venduta è pur sempre una quantità minima.
- INDIPENDENTE Si stabilisce che “un birrificio non può avere più del 25% delle sue quote di proprietà o sotto il controllo di una compagnia dell’industria del beverage, a meno che essa stessa non sia un birrificio artigianale.” In questo modo i grandi gruppi industriali non possono mettere mano ad un mercato in pieno sviluppo.
- TRADIZIONALE Si intende “un birrificio la cui parte principale di produzione è costituita da birre i cui aromi derivano da ingredienti brassicoli tradizionali o innovativi e dalla loro fermentazione. Le bevande aromatizzate al malto non sono considerate birre.” Questo parte esclude ancora una volta tutte le grande industrie che troppo spesso utilizzano surrogati di malto o ingredienti non tradizionali svilendo il prodotto birra. Da notare che si parla di parte principale di produzione perché in passato negli Stati Uniti c’erano oggettive difficoltà a reperire malto d’orzo e molti birrifici furono costretti ad utilizzare materie prime differenti dal malto d’orzo. Questi birrifici per rimanere aggrappati alle loro tradizioni ancora oggi utilizzano quegli stessi ingredienti e senza questa piccola precisazione non potrebbe far parte della grande famiglia dei Craft Brewer a stelle e strisce.