Numero 11/2019
11 Marzo 2019
Diust: un nuovo punto di riferimento per l’analisi della birra!
Se un tempo parlare di analisi sulla qualità della birra poteva sembrare qualcosa non solo al di fuori della portata economica e tecnica dei piccoli birrifici, ma anche del loro reale interesse, ora non è più così: sono diverse le realtà che si sono attrezzate con laboratori interni, o che si rivolgono a consulenti o società esterne con questo scopo. Nei territori che già possono contare su una lunga tradizione di analisi del vino, poi, le due cose possono unirsi in maniera virtuosa: è il caso del laboratorio Diust di San Giovanni al Natisone (Udine), nel cuore di una terra nota appunto per la sua produzione enologica. Ed è proprio con l’enologia che Valdino Diust, laureato in chimica all’Università di Trieste, ha iniziato nel “lontano” 1978 – conseguendo risultati significativi in termini di ricerca e sviluppo, come la messa a punto di innovative metodologie di analisi volte a tutelare il produttore dal problema dell’odore di tappo. Nel tempo il laboratorio è cresciuto, sia per volume che per tipologia di attività; e il giovane Lamberto, che oggi guida l’azienda paterna, sta per ampliare il campo delle analisi alla birra. Lo abbiamo incontrato insieme alla responsabile tecnica, Emanuela.
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Come siete arrivati alla decisione di estendere l’attività all’analisi della birra?
Innanzitutto va detto che, nel corso di oltre quarant’anni, il laboratorio si è evoluto costantemente: abbiamo iniziato con analisi essenziali e in una sede più piccola, per poi ampliare via via settori, tecnologie e servizi, dotandoci di strumentazione importante per l’analisi e la ricerca. Quando, nel 2017, abbiamo investito in una nuova sede, ci è quindi venuto naturale pensare a come crescere: e, dato il fiorire dei birrifici artigianali, abbiamo deciso di cogliere e stimolare allo stesso tempo la loro domanda di analisi di qualità. Anche nel caso del vino, se pensiamo agli anni in cui mio padre ha iniziato, non erano ancora molte le cantine che chiedevano questo tipo di servizio: oggi, invece, difficilmente ne fanno a meno, avendone capito l’importanza. In un certo senso, si può dire che abbiamo fatto e facciamo anche un lavoro di “formazione del produttore”. Per cui siamo convinti che questo possa essere utile anche ai piccoli birrifici, che non potrebbero gestire al loro interno un laboratorio analisi con questi standard, sia in termini di strumentazione che di personale. Ci siamo così attrezzati per rendere il nostro laboratorio adatto anche a questa attività, che sta iniziando ora, nei primi mesi del 2019. Potremo così effettuare non solo semplici analisi di laboratorio, ma un controllo qualità a tutto tondo. Inoltre, dato che già disponiamo di un’area vendita per il settore enologico, l’abbiamo allargata a quello birrario; rivolgendoci anche agli homebrewers, con kit ed altri materiali per fare la birra in casa.
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Quali sono i punti di forza che intendete offrire ai birrifici?
Soprattutto l’unione tra la lunga esperienza e le nuove competenze: nel nostro staff abbiamo sia persone presenti sin dagli inizi, come la nostra responsabile tecnica Emanuela Zupello, che una nuova figura professionale con esperienza specifica nell’ambito delle analisi sulla birra – il dott. Andrea Corvaglia, microbiologo di grande esperienza. Ci siamo poi appoggiati anche a figure di competenza riconosciuta, come il prof. Buiatti dell’Università di Udine, che collabora con il dott. Corvaglia per far sì che le nuove metodiche rispondano ai nostri standard di precisione e affidabilità. Inoltre, la lunga esperienza ci ha insegnato a rispondere in modo sempre più specifico alle esigenze di ogni cliente: siamo in grado di fornire un servizio di consulenza e monitoraggio nel tempo, indicando le azioni correttive, ma soprattutto preventive, da apportare al prodotto o al processo; fornendo in parallelo i prodotti necessari direttamente nel nostro negozio. Posso affermare, con un certo orgoglio, che attualmente è un servizio per i mastri birrai unico nel suo genere.
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Quali sono i progetti di sviluppo per i prossimi mesi?
Innanzitutto, coinvolgere i birrifici della Regione. Certo ci piacerebbe allagarci anche oltre, ma chiaramente la necessità di un campione fisico per l’analisi costituisce un ostacolo in questo senso. Inoltre, appoggiandoci a fornitori esteri che già abbiamo per il settore enologico e che operano anche in ambito brassicolo, ci stiamo attivando per portare agli homebrewers marchi attualmente non presenti sul mercato italiano; insieme a marchi di assoluta eccellenza di cui invece già disponiamo, come Mr. Malt.