Numero 30/2019
24 Luglio 2019
L’automazione del microbirrificio limita l’artigianalità della birra?
“Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua.”
Per coniare questa frase, Confucio deve aver conosciuto qualche birraio artigianale della sua epoca. In effetti, non è difficile amare questo lavoro che, grazie a un patrimonio unico di conoscenze, ai trucchi del mestiere e al piacere che si prova davanti al risultato finale, assomiglia più a una forma d’arte che a un processo di produzione.
Per molti, rimarrà sempre una passione e un passatempo a cui lavorare soprattutto manualmente, dal lotto pilota alla degustazione.
Altri, invece, vogliono andare oltre e trasformare questa passione in una vera e propria professione. Non è come lavorare in un ufficio ma è comunque un’impresa commerciale. E perché non farlo, visto che la domanda esiste e che il prodotto è apprezzato?
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Arriva il momento in cui, senza nulla togliere all’aspetto artistico del processo, è necessario passare a strumenti più pratici per assicurare l’uniformità nel processo di produzione della birra e fare in modo che, ogni volta che un consumatore sceglie una particolare birra, viva la stessa esperienza che lo ha entusiasmato la prima volta.
Una grande birra è frutto di sapienza, intuizione e ispirazione a livello di formulazione della ricetta e selezione degli ingredienti.
Da quel momento in poi, si tratta di rendere il processo ripetibile, efficiente ed economicamente conveniente. Ed è qui che interviene l’automazione, offrendo ai produttori la possibilità di capire e documentare come ottenere una buona birra e ripetere, ripetere, ripetere.
In termini tecnici, attraverso un accurato controllo della sala cottura, l’automazione può rendere più efficiente ogni fase e aumentare il numero di cotte giornaliere. Avere il controllo della temperatura di fermentazione significa poter garantire la qualità e l’omogeneità dei lotti.
Disporre di apparecchiature all’avanguardia riduce la necessità di controllare manualmente il processo e dà nuovo impulso alla produttività. Inoltre, taglia i costi dell’energia e delle altre utenze.
Un misuratore automatico dei trasferimenti del mosto, ad esempio, può rendere i processi di lavoro e pulizia più economici e sostenibili, aumentando l’efficienza dei processi.
Per i produttori che hanno deciso di gestire questa attività in modo professionale, l’automazione è il modo più semplice di aumentare la capacità e mantenere la qualità del prodotto senza investire in sistemi nuovi e costosi.
Lavorando insieme ai produttori di birra sul sequenziamento e su una migliore gestione di apparecchiature e tempi, le aziende che si occupano di automazione industriale sono riuscite ad aumentare la produzione anche del 50%, senza necessità di investire in altri serbatoi, ma semplicemente automatizzando e rendendo più efficiente ogni fase dalla macinazione all’inoculo.
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E non vanno dimenticati i vantaggi che ci si aspetta, come consumatori, nel mondo digitale di oggi come, ad esempio, la possibilità di avviare e monitorare i processi di fermentazione attraverso un semplice smartphone.
Il sistema flessibile di gestione delle ricette permette di essere creativi, modificare le ricette esistenti e provare nuovi tipi di birra con poche e semplici procedure basate sulla tecnologia digitale.
Una quantità eccessiva di ossigeno può ridurre la durata di conservazione di una birra, tuttavia è possibile controllare la quantità di ossigeno durante il processo di riempimento delle lattine. E un sistema automatizzato può aiutare anche a ridurre l’impatto delle naturali variazioni annuali delle caratteristiche di luppolo e orzo.
Oggi l’automazione è un aspetto che sta trasformando in modo radicale la fisionomia degli impianti, anche e soprattutto dei microbirrifici, nonché dell’industria. Le soluzioni d’avanguardia non vanno lette però come una limitazione dell’artigianalità, ma in termini di supporto e di controllo di processo che traguarda l’obiettivo di un costante miglioramento delle produzioni.