Numero 41/2023
11 Ottobre 2023
Yeastime, la startup che taglia tempi e costi della fermentazione della birra
Per l’originalità del progetto che mette al primo posto l’impatto ambientale, coniugando innovazione, ricerca e sostenibilità integrale cinque giovani ricercatori, ingegneri e biotecnologi romani si sono aggiudicati il premio in denaro di 6mila euro per la miglior Startup sostenibile, inclusiva e competitiva al Festival dell’Economia civile. Yeastime, the Art of Fermentation…della birra, lo aggiungiamo noi. Questo è il nome che si sono scelti Pierfrancesco Mazzolini, Ulisse Castellano, Alessandro Contaldo, Luca Buccarello, Federico Ortenzi che con l’Accademia di Roma Tor Vergata hanno sviluppato una sinergia profonda, coinvolgendo un’altra decina di collaboratori tra fisici, ingegneri e informatici. «Nel 2021 abbiamo avuto l’idea di studiare i processi di ottimizzazione per la fermentazione della birra, perché eravamo dei brewer: facevamo la birra in casa» racconta Federico Ortenzi, biotecnologo.
Da lì inizia lo studio approfondito della bioacustica, «ci siamo appassionati alle ripercussioni che possono avere alcune onde acustiche su dei processi biologici, siamo andati a fare dei test applicati ai processi di fermentazione, grazie al fatto che i nostri curricula ci consentivano di avere sia l’approccio biotecnologico, sia ingegneristico, sia informatico». Presto dagli sperimenti a casa si è passati a lavorare nei laboratori dell’Accademia di Tor Vergata, da dove sono partiti dei progetti di Dottorato, mentre altri finanziamenti sono arrivati dall’Università di Roma3 che «ci hanno introdotto al mondo dell’imprenditoria, permettendoci di partire con la startup e con il brevetto».
Ma che cosa è stato brevettato? A chi ha chiesto ai ragazzi di Yeastime in cosa consista la loro tecnologia, Pierfrancesco Mazzolini, Ceo e business developer ha risposto che «prevede una stimolazione meccanica tramite l’uso di onde sonore legati a processi di fermentazione basati su culture cellulari liquide. Questa stimolazione avviene con un nostro dispositivo consumer friendly che viene collegato a fermentatori già esistenti». Dunque, attraverso questo dispositivo «dissipiamo delle onde sonore all’interno del fermentatore per ridurre, appunto, i tempi legati alla fermentazione e per aumentare la resa del bioprocesso» ha continuato Mazzolini. «Riducendo i tempi di fermentazione riduciamo l’energia per produrre un litro di prodotto». Meno tempo per produrre la birra, più guadagni per le aziende che possono incrementare la propria produzione riutilizzando il tempo che si risparmia sulla fermentazione con Yeastime. Ad esempio per una birra Ipa ad alta fermentazione anche 5 giorni risparmiati. «Garantiamo 12 cicli l’anno in più su ogni fermentatore che utilizza la nostra tecnologia» ha aggiunto Mazzolini.
In tutto questo c’è anche un tema di risparmio energetico: «Abbiamo stimato che potenzialmente se tutti quanti nel mercato della birra utilizzassero la nostra soluzione l’inquinamento sarebbe inferiore fino al 30% rispetto a oggi, senza variare la resa di produzione». In altre parole «efficientando gli impianti già presenti con la nostra tecnologia, non vengono prodotti nuovi materiali di consumo» ha aggiunto il direttore informatico, Luca Buccarello. Una curiosità: sul sito della startup c’è un form che permette di conteggiare il risparmio economico, ambientale ed energetico a seconda dei litri di birra prodotti al mese.
Se quella dei ragazzi di Yeastime è un’idea economica generativa che produce non business fine a se stesso, ma benefici diffusi per tutta la comunità, sostenibili, competitivi e inclusive erano anche le altre quattro startup finaliste selezionate dal Festival dell’Economia civile. Interessante in chiave antispreco anche il business già avviato da Bestbefore che supporta i produttori a ridurre gli sprechi alimentari andando direttamente nelle filiere produttive e ritirando tutti quei prodotti che rischiano di essere gettati via. Tramite piattaforma già operative le persone possono acquistare con sconti fino al 70% i prodotti, così facendo si riduce lo spreco alimentare e tutta la filiera diventa sostenibile, dalle produzioni fino al consumo. FattorMia è un’esperienza ma anche un portale attraverso il quale è possibile dar vita ad una collaborazione responsabile tra cittadini, scuole e aziende desiderosi di impegnarsi con la natura e sostenere le aziende agricole che valorizzano le biodiversità e preservano le tradizioni locali. Ummy si è approcciata al tema del benessere sul lavoro attraverso un’app mobile e web che vorrebbe prevenire il turnover attraverso l’Intelligenza artificiale e individuare le aree disfunzionali all’interno dei processi lavorativi; infine Ticketoo è un marketplace comunity-driven che offre un modo etico, sicuro ed affidabile per acquistare e vendere biglietti per eventi fan to fan. Aiuta a risolvere molti dei problemi comuni associati ai sistemi di biglietteria tradizionali, rendendo il processo di acquisto dei biglietti più trasparente ed equo.