Secondo una ricerca dell’Università di Amsterdam, coordinata dal professor Eric Claassen, alcune birre sarebbero “salutari” in quanto ricche di probiotici, batteri buoni che (in quantità adeguate) fanno bene al nostro organismo.
Secondo lo studioso si tratterebbe delle birre un po’ più forti, come quelle prodotte in Belgio (ad esempio la Hoegaarden, la Westmalle Tripel e la Echt Kriekenbier). Queste birre, ha spiegato il professor Claassen, a differenza delle birre tradizionali, subiscono un doppio processo di fermentazione.
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E proprio nella seconda fermentazione viene utilizzato un tipo di lievito diverso che produce degli acidi in grado di uccidere i batteri potenzialmente nocivi per l’intestino. Si tratterebbe, secondo il professore, degli stessi probiotici che si trovano nello yogurt, nel latte, nel kefir e in altri alimenti di questo tipo.
In sostanza la ricerca ipotizza che questo tipo di birre possa far bene al nostro intestino come lo yogurt… purché consumata in quantità moderate, fa notare il professor Claassen. Lo studioso tiene infatti a precisare che questa non deve essere assolutamente una buona scusa per poterne abusare.
Leva 1993, crescendo ad Udine ho respirato Mitteleuropa: Austria a nord e Slovenia ad est.
In una terra di vino che scuola potevo fare? La scelta era facile: scuola enologica di Cividale del Friuli. Il sessennio fu molto interessante, con tirocini, studi, visite e parecchi approfondimenti sul campo.
A un certo punto scopro per caso le birre artigianali, in un pub cittadino: da lì con qualche amico facevamo delle vere e proprie degustazioni, cercando di assaggiare ogni volta stili differenti.
Qualche mese dopo mi regalarono un kit per la produzione casalinga e da lì inizio una vera e propria ricerca e approfondimenti dell’ambito. Ciò che mi attirava di più della birra erano le migliaia sfumature di colori, aromi, stili e storie che si celano dietro questo mondo.
Anni universitari: la scelta ricadde su Scienze e tecnologie alimentari a Udine dove all’interno della facoltà c’è il corso di Tecnologie della Birra. L’ultimo anno il tirocinio l’ho fatto in un birrificio agricolo, il primo in regione, che coltiva sia orzo che luppolo; la tesi è sulla produzione e promozione della birra artigianale friulana.
Nel 2017 un’esperienza molto interessante e formativa di 7 mesi nel Birrificio Antoniano a Padova.
In tutti questi anni, dal 2012, mi diletto come homebrewer partendo dal kit, passando all’E+G e arrivando all grain: da qualche mese gestisco anche una pagina Facebook per far conoscere ai miei amici cos’è per me la produzione brassicola casalinga e raccontando loro le mie avventure. Infine sono socio dell’associazione homebrewers Friuli Venezia Giulia.
Sono innamorato delle basse fermentazioni tedesche e delle alte fermentazioni inglesi.
Bitter e Marzen, una coppia strana, ma che mi fa impazzire.