Numero 01/2023
5 Gennaio 2023
In che ordine è meglio bere birra e vino?
La saggezza popolare lo suggerisce da sempre: nel corso di una serata ad alta probabilità di sbronza è sempre meglio non mischiare tra loro diverse bevande alcoliche. E nel caso, mai e poi mai scendere con la gradazione alcolica, se non si vuole incorrere in tutti quei fastidiosi postumi che vanno dal mal di testa alla nausea incontrollabile. Questa regola aurea, insomma, vorrebbe che nella scaletta dei brindisi il boccale di birra venisse sempre prima del calice di vino, bianco o rosso che sia: ma che cosa dice la ricerca a riguardo? A dare una risposta arriva uno studio anglo-tedesco pubblicato sulla rivista The American Journal of Clinical Nutrition, che ha coinvolto l’Università di Cambridge e l’Università Witten/Herdecke. I ricercatori hanno diviso 90 volontari, con età compresa tra i 19 e i 40 anni, in tre gruppi. Il primo ha dovuto bere circa un litro di birra seguito da quattro bicchieri di vino. Il secondo ha bevuto le stesse bevande, ma in ordine opposto, partendo dal vino e terminando con la birra. Il terzo gruppo, invece, ha dovuto scegliere uno solo dei due alcolici proposti. Il test è stato poi ripetuto la settimana successiva, invertendo i primi due gruppi e chiedendo al terzo di brindare in abbondanza con l’alcolico non scelto sette giorni prima.
In entrambe le sessioni, ai partecipanti è stato chiesto di valutare con un punteggio da 1 a 10 il loro livello di ubriachezza, prima di poter andare a letto e di poter bere un po’ d’acqua fresca. Il giorno successivo, poi, ognuno di loro ha dovuto fare una stima dei propri postumi con un punteggio da zero a 56, elaborato secondo una scala scientifica elaborata appositamente per questo scopo, la Acute Hangover Scale.
Morale: le donne coinvolte hanno mostrato postumi leggermente peggiori rispetto agli uomini, ma nessuna particolare differenza è stata rilevata per quanto riguarda il diverso ordine in cui gli alcolici sono stati bevuti. L’intensità dei postumi, insomma, è stata la stessa a prescindere dal salire o dal scendere in percentuale di alcol in volume. L’unico collegamento rilevante, a quanto pare, è stato invece quello con il livello di ubriachezza stimato subito dopo l’assunzione: coloro che una volta posati i bicchieri avevano dichiarato di sentirsi molto ubriachi hanno di fatto trascorso le notti peggiori, talvolta stando male, e il giorno successivo hanno accusato i postumi più forti. Sintomo, insomma, che l’unico modo affidabile per cercare di non soccombere a una sbronza sta nell’ascoltare il proprio organismo. E possibilmente non esagerare.