Numero 08/2025

18 Febbraio 2025

Assobirra: in 2024 produzione supera 2,5 mld di euro

Assobirra: in 2024 produzione supera 2,5 mld di euro

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Il mercato della birra resta uno dei pilastri dell’economia italiana. Nel 2024 la produzione supera i 2,5 miliardi di euro con investimenti annui superiori ai 100 milioni di euro. Uno sviluppo trainato dall’affermazione dei brand italiani, con la collaborazione tra grandi e piccoli produttori, azzoppato però dalle difficoltà – aumento dei costi, accise e inflazione – che rischiano di accentuare la flessione di produzione, consumo e commercio già registrata l’anno precedente.

A dare i primi numeri del settore è stata Assobirra, in occasione del Beer&Food Attraction 2025, organizzato da Italian Exhibition Group e giunto alla decima edizione al via oggi a Rimini. Ed è sempre l’associazione a tracciare una prima previsione del 2024, in attesa del consueto report annuale di maggio: “La tendenza – mette in guardia Assobirra – è quella di un anno non positivo, in linea con il 2023, su cui le prime stime ci indicano un’ulteriore flessione”. Da qui, l’appello che Alfredo Pratolongo, presidente dei birrai rivolge al governo: “Serve una riduzione strutturale dell’aliquota generale sulle accise, che auspichiamo possa trovare accoglimento già nel decreto milleproroghe, a favore dell’intero comparto nel quale i grandi birrifici acquistano la quasi totalità del malto d’orzo italiano”. Nell’ultima manovra è già presente un taglio sui tributi BIRRA nel 2025, focalizzato sui piccoli produttori sotto i 60mila ettolitri. Quello che serve però è ”rilanciare gli investimenti” e ”aiutare le fasce più deboli di consumatori” che a tavola portano il formato da 0,66 cl, su cui invece ”la tassazione rimane sproporzionata, gravando oltre il 40% del prezzo”, spiega Pratolongo. Un ostacolo competitivo che, secondo l’associazione, penalizza un settore che invece è vitale: la produzione nazionale, anche se inferiore rispetto ai giganti europei, ha raggiunto 17,4 milioni di ettolitri, superando i livelli pre-covid. Ma non cresce. Anzi, cala: nel 2023 ha segnato una flessione del 5,02%, seguita dai consumi al -5,85%, l’export al -5,36% mostrando ”chiari segnali di sofferenza” lungo tutta la filiera. Nel primo semestre 2024 (quindi in 18 mesi, in concomitanza con l’aumento delle accise) solo il valore delle importazioni nel Paese è cresciuto, arrivando al +10,2%.

 

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