Numero 05/2022
4 Febbraio 2022
Corbevax: il vaccino italiano che nasce dal lievito di birra!
Il merito della nascita del siero italiano Corbevax è soprattutto di Maria Elena Bottazzi, co-direttrice del Centro per lo Sviluppo di Vaccini del Texas Children’s Hospital e Baylor College of Medicine di Houston, un centro che raccoglie istituzioni private e senza scopo di lucro. Il suo vaccino è già utilizzato in India da fine 2021 ma l’obiettivo è arrivare anche a tante altre aree del globo dove Pfizer e Moderna scarseggiano. Non ha grandi tecnologie, motivo per cui si può produrre facilmente su larga scala ed efficace all’80% contro la precedente variante, Delta, più pericolosa rispetto a Omicron. La mancanza del brevetto, come detto, è per consentire un basso costo di produzione e distribuirlo facilmente in Africa e Sudamerica.
Tutto inizia più di dieci anni fa, quando al Baylor College la Bottazzi e i suoi colleghi hanno iniziato a sviluppare vaccini contro Sars e Mers. “Siccome il Sars-CoV-2 è simile al virus Sars, con una sequenza simile per la proteina Spike, abbiamo sviluppato il vaccino per Sars-CoV-2”, afferma a Repubblica la ricercatrice. Molto interessante il metodo di creazione del siero anti-Covid, simile a quello che porta alla produzione della birra. “Come antigene non usiamo la proteina Spike completa, ma solo il pezzettino della Spike che il virus usa per entrare in contatto con le cellule. Produciamo queste proteine sintetiche introducendo i geni della proteina Spike in una cellula di lievito. Poi, con la fermentazione, il lievito produce le proteine. È un sistema simile alla produzione della birra, solo che in quel caso con la fermentazione il lievito produce alcol, mentre nel nostro caso produce le proteine utili a vaccinare”, spiega.
Ai collaboratori indiani della Biological E., la Bottazzi e i ricercatori hanno dato loro le cellule di lievito con il codice “per produrre la proteina sintetica e abbiamo cosviluppato con loro i processi di produzione con i test di stabilità e controllo di qualità”, aggiunge. A questo punto, dopo averne testato l’efficacia, è iniziata la produzione che arriva fino a 100 milioni di dosi al mese. Oltre all’India, si sta lavorando con aziende in Indonesia, Bangladesh, Botswana (in Africa) ma anche con gli Stati Uniti per allargare la produzione (e quindi la distribuzione). ”
L’idea del lievito nasce per abbattere i costi richiesti dalle cellule di mammifero che costano maggiormente. “Il lievito è uno dei modelli meno costosi ed è il più facile per produzioni su scala molto grande, anche di miliardi di dosi. E ci sono già tanti produttori che sanno come usarli, quindi per produrre il vaccino non serve costruire nuove fabbriche, o acquistare nuovi macchinari, o assumere più persone”. I costi: meno di tre dollari a dose contro 20-30 dollari per ogni dose di vaccino a Rna di Pfizer e Moderna, in pratica 10 volte meno. E poi, possono essere facilmente conservati in frigorifero rimanendo stabili a lungo, anche per anni. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, nel trial indiano si è osservata “una riduzione del 50% rispetto agli effetti collaterali del vaccino distribuito in India da AstraZeneca. .