Numero 43/2020
23 Ottobre 2020
Doppio Malto apre il primo birrificio-cucina a Milano!
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Un ristorante, un piccolo birrificio, ma anche uno spazio dove sfidare gli amici a ping pong o a biliardo; insomma avete capito….un posto felice! Tutto questo è il nuovo Doppio Malto, che ha aperto lo scorso 15 ottobre a Milano in viale Liguria 47.
Il primo locale del brand nella città meneghina si estende su due piani per oltre 1.000 metri quadrati, ai quali se ne aggiungono altri 423 all’aperto.
Sono quattordici le birre artigianali firmate Doppio Malto presenti sul menù e il ristorante si caratterizza per la presenza di un piccolo birrificio che permetterà agli ospiti di degustare le birre appena fatte.
“Siamo molto felici per questa nuova apertura, che porta a 19 i ristoranti attivi – spiega Giovanni Porcu, Ceo di Foodbrand Spa, titolare del marchio Doppio Malto – Si tratta di un importante tassello per la crescita del brand dal valore particolarmente simbolico, non solo perchè avviene in un momento delicato, ma anche perchè si tratterà del nostro primo birrificio con cucina in città. Ci auguriamo che questo locale possa diventare per Milano un posto felice, un luogo nel quale trascorrere del tempo con gli amici o con la famiglia nel segno della buona birra e del divertimento, fra giochi per grandi e piccoli e nuovi sapori da provare”.
Il locale, inoltre, è bike friendly: nel cortile è infatti presente un parcheggio per le biciclette, ma soprattutto chi arriverà pedalando sarà premiato con una birra offerta.
Per quanto riguarda il menù, gli ospiti potranno provare la degustazione tematica ‘Birra comanda colori’, un beer tour tra aromi, luppolo e malto e ordinare cocktail alla birra come il Cremlino, a base di vodka, kahlua, cola artigianale, Polara e birra Old.
Diverse anche le ricette a base di birra proposte da Doppio Malto, dalla salamella mantovana con birra Crash, miele e spezie, fino al
Birramisù, con savoiardi inzuppati nella birra Old Jack.
“Ci siamo resi conto che il modo migliore per parlare di birra non è essere autoreferenziali ma scherzarci un po’ sopra”, afferma ancora Giovanni Porcu a margine della presentazione del locale alla stampa. “Qui si potrà fare di tutto. Abbiamo pensato a degli spazi per i bimbi; abbiamo delle sedute per fare dei teatri il pomeriggio per i bambini. Fuori si potrà giocare a bocce, quindi ci rivolgiamo anche ai pensionati e agli anziani. Ci sono pure il ping pong e gli scacchi giganti. Abbiamo anche l’angolo delle panche affianco alla sala cottura. Siamo trasversali”.
Il locale è aperto tutti i giorni dalle 12 a mezzanotte. “Noi apriamo con il pranzo e da lì in avanti facciamo servizio continuato. Il pomeriggio saremo veramente un punto a disposizione della città. Se uno vuole quindi puo’ venire qui a bere una birra o a lavorare e in più mettiamo a disposizione tutto l’aspetto di entertainment che puo’ servire. Parallelamente nel pomeriggio avremo anche una direzione artistica. Questo oggettivamente è un locale diverso dagli altri. E’ una ‘cittadella’”, illustra il Ceo.
In termini di posizionamento – prosegue Giovanni Porcu – “noi abbiamo fatto una scelta diversissima rispetto agli altri. Io sono un grande estimatore di birra artiginale, ma non sono un birraio. Quando ho comprato il Doppio Malto di Erba nel 2016, la prima cosa che ho fatto è stata agganciare la produzione artigianale alla vendita e l’unico modo per farlo in maniera veloce era agganciargli il retail. Di fatto così hai prodotto e somministrazione di vendita: una sorella vende all’altra. Questo l’ho fatto perchè da un punto di vista industriale un birrificio artigianale se vuole scaricare al cliente un prezzo basso deve avere volumi. Devi raggiungere un tetto minimo di produzione. Per fare questo la maniera più veloce era aprire ristoranti che vendessero le nostre birre. In realtà adesso che siamo arrivati a 20 ci stiamo riposizionando. Oggi noi siamo una fabbrica di birra con un innovativo canale di distribuzione che è una cosa totalmente diversa. Quasi sicuramente non andremo in Ho.Re.Ca, perchè già ci siamo noi, ma sicuramente andremo nella Gdo”, conclude il Ceo di Foodbrand Spa.