Numero 28/2018
9 Luglio 2018
Homebrewing: le Open source beer
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In informatica, il termine inglese open source (che significa sorgente aperta) indica un software di cui gli autori (più precisamente, i detentori dei diritti) rendono pubblico il codice sorgente, favorendone il libero studio e permettendo a programmatori indipendenti di apportarvi modifiche ed estensioni.
Medesimo principio vale nel mondo brassicolo, ovvero la condivisione di ricette e/o procedimenti per realizzarle, senza rischiare di essere citati dagli autori (più precisamente, i detentori dei diritti) per uso improprio di materiale soggetto a licenza o copyright.
Che cosa sono le Birre Open Source?
La prima birra open source è stata inventata da un gruppo di studenti dell’Information Technology University di Copenhagen che nel 2005 hanno lanciato il progetto Vores Oel, la nostra birra, una birra la cui ricetta si ispira alla filosofia dei software open source.
Dunque una ricetta aperta, liberamente riproducibile e modificabile da chiunque. Questa idea è sfociata nel successivo progetto freebeer.org. Allo stesso tempo alcuni produttori conosciuti hanno deciso di rendere pubbliche con modalità diverse le proprie ricette.
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BrewDog
Cominciamo con gli scozzesi del BrewDog che hanno reso liberamente disponibili tutte le loro ricette, raccolte in un file pdf impaginato con cura, pronto per essere scaricato al seguente LINK.
All’interno oltre 200 ricette delle loro birre, fin dall’apertura del birrificio, nel 2005. Ciascuna con l’indicazione degli ingredienti (comprese le quantità), temperature di ammostamento e fermentazione.
Per ogni birra vengono svelati i segreti della ricetta, per incoraggiare gli homebrewer a riprodurle.
Le Baladin
Anche il birrificio Baladin ha la sua ricetta open source dal 2008. Si chiama Open appunto, ed è conosciuta per essere la prima birra italiana a ricetta aperta, pubblicata sul sito del birrificio di Piozzo, con le istruzioni per riprodurla tale e quale dagli homebrewer.
Il sito del Baladin riporta quattro ricette di birre open tarate per 23 litri, da fare con procedimento All Grain: Open Gold, Open White, Open Amber, Open Christmas. Ecco il link: www.baladin.it
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Yeastie Boys
È open source anche la ricetta della Digital IPA, creatura del birrificio neozelandese Yeastie Boys, una IPA brassata con abbondanti luppoli locali e destinata al mercato UK.
La ricetta, diffusa con licenza creative commons, è disponibile sul loro sito per permettere agli homebrewer di riprodurla come meglio credono.
Anche se è tarata sui 2.400 litri (“we brew 2,400L in NZ”), può essere “scalata” a piacere: LINK.
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The White House
Il Presidente Obama si è sempre dichiarato un appassionato di birre, la cucina della Casa Bianca ha iniziato a produrre una Porter e una Ale, entrambe al miele: White House Honey Ale e White House Honey Porter.
Le ricette sono di pubblico dominio e si possono scaricare dal sito web della Casa Bianca, con tutte le indicazioni per rifarla. Ecco il collegamento web: www.obamawhitehouse.archives.gov