27 Gennaio 2014
Achel, cooperativa trappista!
Dalla sua fondazione il monastero di Achel non prevedeva una birreria, infatti la birra, bevanda che era consentito bere ai monaci, veniva acquistata presso fornitori esterni al convento. Soltanto con l’aumento dei monaci venne decisa la costruzione di un locale atto alla produzione di birra. Il 12 Luglio 1850, con un decreto regio, Achel venne autorizzata alla costruzione di una birreria. I lavori vennero ultimati in soli due anni e furono assunti lavoratori laici e un mastro birraio anch’esso laico.
L’Abbazia di Achel.
Si utilizzò solo materie prime acquistate all’esterno; i cereali però venivano maltati nella malteria che era stata costruita. L’acqua utilizzata era quella del torrente Tongelreep che veniva portata alla birreria tramite delle condotte costruite appositamente. La produzione di birra si mantenne su buoni livelli fino all’inizio della prima guerra mondiale. L’occupazione tedesca segnò il blocco della produzione di birra ad Achel. Per la mancanza di fondi non si riuscì a ricostruire una birreria per molti anni. Soltanto verso la fine degli anni 80 si decise di vendere dei terreni alle amministrazioni fiamminghe e olandesi per investire il ricavato nella costruzione di una birreria. Nel 1999, con la supervisione di Padre Thomas di Westmalle si inziarono i primi brassaggi. Inizialmente vennero prodotte due birre bionde e una scura di bassa gradazione che non vennero imbottigliate, ma messe in vendita al pubblico alla spina. Queste furono le birre che i monaci poterono utilizzare durante i loro pasti. Nel 2001 le condizioni di salute di Padre Thomas non gli permisero di sovraintendere le cotte, quindi l’abate di Achel chiese a Padre Antoine, vecchio mastro birraio di Rochefort ritiratosi ad Achel, di prendere il suo posto. Padre Antoine rivoluzionò le birre di Achel: iniziò subito i brassaggi per una tripel e nel 2002 sperimentò una birra scura che ad oggi rappresenta il prodotto di punta dell’abbazia.
Il marchio che contraddistingue le birre trappiste di Achel.
L’abbazia ha una produzione annua di birra molto limitata ed è di circa 3000 hl annui. Va da se che i prodotti di Achel sono difficilmente reperibili. Ad oggi vengono prodotte sei diversi tipi birre: tre bionde e tre scure.
Achel 5 Blond è una birra dal colore oro chiaro di 5% alc. il cappello di schiuma è bianco con grana fine e di media persistenza. L’aroma è leggermente maltato con note citriche e una punta di erbaceo. In bocca le note amaricanti del luppolo sono piacevoli con sensazioni citriche e fruttate ben miscelate insieme a note di panificato e di erbe. Il retrogusto è fruttato e luppolato e lascia un buon ricordo in bocca.
Achel 5 Bruin è una birra scura dalla gradazione alcolica di 5%, la schiuma è cremosa e abbastanza persistente. Al naso è dolce con le note di caramello, malti tostati e punte di spezie ed erbe che ricordano gli amari. In bocca è un piacevole mix di note amare derivanti dal luppolo e note dolci dei malti e frutta rossa matura. Proseguendo nella bevuta la bocca sarà invasa da un leggero sapore di liquirizia. La frizzantezza è sotto la media. Per queste due birre ho scelto di non abbinarle a nessun piatto per il semplice motivo che sono di difficilissima reperibilità in Italia e nel caso in cui si dovessero reperire vale la pena di degustarle da sole al massimo in compagnia di qualche amico.
Achel 8 Blond ha 8% alc. dal bel colore oro carico con qualche riflesso ambrato. La schiuma non risulta essere molto abbondante ma è di grana fine. E’ piacevole all’olfatto con le sue note di frutta come meloni gialli, pesche e banane. Al palato le sensazioni sono piacevoli e ben bilanciate: possiamo trovare piacevoli sensazioni dolci di miele, di frutta a pasta gialla e di qualche frutto rosso, ma anche note speziate ben miscelate con le sensazioni amarognole date dal luppolo fresco. E’ possibile abbinare questa birra ad una pasta condita con sughi di verdure miste oppure a della frutta secca che tanto va di moda nel periodo natalizio.
Achel Blond.
Achel 8 Bruin è una birra di 8% alc. dal colore tonaca di frate, la schiuma è beige, molto persistente e di grana fine. Il naso è molto delicato con note caramellate miste a quelle di frutta candita e una punta di alcolico. In bocca conferma le note dolci del naso, l’alcool che ci arriva in bocca non è mai invadente e scalda con piacere la bocca e il torace. Il finale è piacevolmente secco con le note luppolate che aiutano a pulire la bocca; l’amaro e il dolce sono molto ben bilanciati e la gradazione alcoolica, pur facendosi rispettare è ben mascherata. Se vi piace esaltare il piccante potrete abbinare questa birra con una pasta con sugo piccante, ma attenzione perché l’alcolicità di questa birra amplificherà di parecchio le note piccanti del piatto!
Achel Blond Extra è una tripel di 9,5% alc. disponibile in bottiglia soltanto nel formato da 75 cl. di un piacevole color oro con una schiuma candida, di grana fine abbastanza persistente. L’aroma dolce di malto e il contenuto alcolico si fanno subito notare al nostro naso, andando avanti nell’analisi sensoriali possiamo notare sentori di uva passa, note liquorose come di madeira e un tocco finale di amaro da luppolo. In bocca il gusto dolce dei malti utilizzati la fa da padrone con piacevoli sensazioni di vaniglia, frutta secca e zucchero. Il finale continua ad essere sulle sensazioni dolci e la birra lascia in bocca un piacevole sapore che tende alla vaniglia. Con questa birra possiamo ottenere due opposti abbinamenti gastronomici: è possibile abbinarla ad un dessert che tende a sapori dolci come un panettone natalizio o una colomba pasquale oppure andare ad associarla ad una portata come un filetto di orata cotto al forno in modo da bilanciare la sapidità del piatto con il dolce della birra.
Achel Bruin.
Achel Bruin Extra è una quadrupel di 9,5% alc. e rappresenta il fiore all’occhiello di tutta la gamma dell’abbazia, questa birra è risultata vincitrice di numerosi premi per la sua categoria a concorsi internazionali. Si presenta con un bel colore tonaca di frate con riflessi ramati, la schiuma è persistente ma non molto abbondante e di grana tendenzialmente grossa. Il naso risulta essere sciroppato e con note spiccatamente dolci di caramello con punte di liquirizia e frutta rossa. In bocca l’alcool non è aggressivo e si mescola alla perfezione con note di vaniglia, spezie orientali e zucchero candito. Il retrogusto finale è un piacevole mix di note maltate e amarognole. Questa birra può reggere tranquillamente il confronto anche i mitici formaggi di fossa ma ve la consiglio anche da abbinare ad un fritto leggero di carni e funghi.