26 Novembre 2015
Birra blu: nuove frontiere del tuning giapponese
Prodotta a partire dal 2009, è una stravanganza del mercato giapponese: a parte il colore fuori dal comune, che per alcuni potrebbe essere motivo di acquisto, difficile individuare una reale qualità distintiva che invogli a berla.
Infatti, la ragione della colorazione deriva dalla mera aggiunta di un colorante naturale, la spirulina, estratto da un’alga.
Al momento la bevanda è prodotta da Abashiri, azienda che ha preso il nome della città in cui ha sede. Si tratta di una località affacciata sul mare, nella più settentrionale delle quattro isole principali dell’arcipelago giapponese. La posizione geografica, permette la coltivazione locale dell’alga coltivata da cui si ricava il pigmento colorante.
.
.
Inoltre, grazie alla enorme quantità di ghiaccio di cui dispone la città nei mesi invernali, la birra non è realizzata con acqua di fonte, ma con l’acqua ottenuta facendo sciogliere gli iceberg.
Con simili premesse ci si aspetterebbe una birra di buona qualità, ma non risulta così apprezzata, almeno secondo i canoni dei gusti occidentali. In ogni caso, non mettiamo limite alla fantasia… e, qualora vi venisse l’occasione, non precludetevi a priori la curiosità di provarla!