12 Gennaio 2016

BOCK: dove, come, quando!

BOCK: dove, come, quando!

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Inizia con questo articolo, una serie di approfondimenti dedicati alle birre Bock! Ogni martedì una pubblicazione per conoscere meglio questo stile!

Col sopraggiungere dei primi freddi, dopo che gli ottoni squillanti dell’Oktoberfest sono stati riposti nelle loro custodie, non è più tempo di tracannare litri e litri di chiara lager. Questo lo sanno bene i birrai tedeschi che, ai piedi delle alpi bavaresi, si dedicano alla produzione di birre forti, corpose e maltate, atte a nutrire corpo e anima durante i gelidi mesi invernali: le Bock. Una lunga maturazione ed un tranquillo riposo sono obbligatori per mettere in evidenza le straordinarie caratteristiche di queste birre, che devono assolutamente essere pronte per il primo giorno di avvento, in contemporanea coi famosissimi e tradizionali mercatini di Natale bavaresi. Nei birrifici, quindi, bisogna rimboccarsi le maniche e produrre la prima bock non oltre la metà di ottobre.

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La brassatura della prima Bock segna anche l’inizio dell’anno birraio: tutto il malto e il luppolo dell’anno precedente sono finiti e si comincia ad usare quello del nuovo raccolto. Tradizionalmente è così sin dalla metà del XVI secolo, quando in Baviera, dove era illegale produrre birra durante le calde giornate estive per prevenire le infezioni in sala cottura, dopo aver riposto pentoloni e mulini ad Aprile avendo finito di cuocere le Marzen e Oktoberfestbier, ci si dedicava in autunno alle bock.

Le birre Bock sono tra le più forti e maltose al mondo, con una gradazione che generalmente varia tra i il 6 e il 12%. Come i Barley Wine, dovrebbero essere sorseggiate, non tracannate. L’amaro è poco percepibile e sommesso e fa capolino solo nel finale, l’aroma di luppolo è praticamente inesistente, sormontato da abbondanti note maltate, con sentori di caramello, frutta secca e biscotti. Il colore è generalmente ambrato, ma ne esistono di scure o quasi bionde e ognuna è prodotta specificatamente per un certo periodo dell’anno o ricorrenza.

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Dopo una estenuante giornata di shopping natalizio, ad esempio, nulla è meglio di una Weihnachtsstarkbier (Bock di Natale) bevuta tra il labirinto di bancarelle di Monaco di Baviera. Scemata l’allegria e la confusione del martedì Grasso, con l’inizio ella quaresima è il momento delle corroboranti Doppelbock, originariamente brassate esclusivamente dai frati che ne consumavano in quantità durante i periodi di digiuno. L’avvicinarsi dell’estate porta con sé anche le chiare e sicuramente più beverine HellesBock e Maibock bevute da tedeschi e non, sino all’apertura dei biergarten e al ritorno delle più leggere Helles, Keller o Pils che sia.

Anche se la produzione di Bock rappresenta poco più del 1% di quella totale della Germania (che è di oltre 23 milioni di ettolitri), queste birre, soprattutto in Baviera dove scandiscono i ritmi della produzione annuale, sono considerate il fiore all’occhiello dei birrifici ed i capolavori dei mastri birrai Nel resto del mondo è uno stile molto riprodotto e reinterpretato: famosissime birre pluripremiate, anche italiane come la Bibock del Birrificio Italiano, si ispirano alle tedesche Bock.

 

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Federico Borra
Info autore

Federico Borra

Classe 1982, nato a Milano, ma comasco d’adozione, ho iniziato il mio viaggio nel mondo della birra artigianale nella cantina di un ormai famoso birraio: io facevo i compiti della quinta elementare, lui poneva le basi per un brillante futuro.
Per anni però ho vissuto ai margini di un movimento che diventava sempre più grande e delle cui meraviglie finalmente e totalmente mi sono innamorato nell’estate del 2011… da allora si può dire che io e la birra artigianale siamo inseparabili.
Sono un autodidatta (adoro leggere), ho però frequentato alcuni corsi presso i birrifici vicino a casa (mi piace anche ascoltare, soprattutto i birrai!). Grazie ad un tifoso lariano del West Ham (di cui forse un giorno vi racconterò), riesco facilmente a raggiungere birre da tutto il mondo, dalla Danimarca al Giappone, passando per Nuova Zelanda, Francia, Inghilterra, Belgio, Germania, U.S.A., Italia e chi più ne ha più ne metta…e dove non arriva lui, c’è sempre internet!
Fosse per me sarei sempre in giro per il mondo, scoprire nuove culture mi affascina soprattutto attraverso la musica, il cibo e, perché no, la birra. Da sempre sono appassionato di cucina, cerco di scavare a fondo nella tradizione senza mai chiudere la porta alla creatività. Sfoglio volentieri, anche solo per passare il tempo, libri di ricette e ne ho una piccola collezione comprata in tutto il mondo (beh, più o meno tutto). Questa mia passione si è unita a quella della birra sfociando nella ricerca dell’ abbinamento perfetto.
Dal 2012 sono homebrewer. Producendo birra mi piacerebbe imparare a conoscere gli aromi del luppolo e le sfumature del malto, l’utilizzo dei lieviti e l’influenza che ha l’acqua sulla nostra bevanda preferita (la sperimentazione in prima persona è fondamentale!!).
Attraverso questa nuova esperienza con www.giornaledellabirra.it vorrei poter condividere con voi le mie idee e le mia scoperte, confrontarmi e soprattutto ampliare i miei orizzonti! Tra i miei ispiratori, l’autore Jef Van Den Steen ed il suo libro Gueuze & Kriek: The Magic of Lambic