9 Marzo 2016
La filosofia birraria di Mikkeller
Quando si parla di gipsy brewer la nostra mente non può non pensare a Mikkeller, il duo danese che da una decina d’anni infiamma e fa discutere il mondo della birra con le loro creazioni stravaganti e sorprendenti. Tra le loro creazioni ci piace ricordare Spontancassis, una birra acida generosamente aromatizzata con ribes nero, o la Fra Til Via Porter Grand Marnier, porter invecchiata in botti di Gran Marnier, dove le sensazioni tipiche di questo liquore si ritrovano nella birra. Giornale della Birra, anche per festeggiare il decimo anniversario di attività del beerfirm danese, ha contattato in esclusiva uno dei due fondatori: l’insegnante di chimica Mikkel Borg Bjergsø.
Come tutti sanno Mikkel ha iniziato la produzione casalinga di birra dopo che ad una festa le birre lager che stava bevendo non lo appagavano. Ci ha raccontato che per soddisfarlo “una birra deve essere fatta con i migliori ingredienti e deve essere complessa. Cerco sempre di fare il miglior prodotto possibile. Bisogna essere in grado di gustare tutti gli ingredienti utilizzati per la produzione della birra.”
.
.
Impossibile non parlare del fatto che Mikkeller sia “soltanto” una beerfirm ecco quali sono i vantaggi, ma anche gli svantaggi di questo modo di essere. “Essere un gipsy brewerdà una grande flessibilità e puoi concentrarti sulla parte più divertente del lavoro, ovvero sviluppare e fare nuove birre. Tuttavia ci dà anche un sacco di sfide, perché non sempre è facile adattarsi ai nuovi birrifici. Al contrario avere il proprio stabilimento dà la possibilità di avere una produzione qualitativamente più stabile.”
.
.
A questo proposito il criterio con cui vengono scelti i birrifici dove produrre si basa su pochi parametri: “non sceglierei mai di preparare una birra in un birrificio che non riesce a produrre grandi birre per se stessi.Naturalmente deve essere un birrificio di qualità e con personale specializzato.Recentemente abbiamo fatto della birra da Alesmith, un birrificio di San Diego in California.”
.
.
La creazione di una nuova ricetta invece è sempre un momento importante e delicato per la vita di chi fa birra. Mikkel ci ha raccontato che “conoscere persone creative provenienti da tutto il mondo e da diverse aree mi dà nuove idee: per esempio lavorare con cuochi straordinari che hanno diverse prospettive di aroma e gusto mi dà un sacco di nuovi spunti su cui lavorare, compresi gli ingredienti da utilizzare nelle mie ricette.”
Impossibile non chiedere se esiste una birra a cui è legato, e la risposta è quasi sorprendente per la sua complessa semplicità! “Sì, Orval. Per me questa birra ha una complessità incredibile e si evolve nel corso del tempo.”
.
.
Il discorso si sposta poi sui piani futuri di Mikkeller come azienda. Bjergsø ci ha raccontato che gli piacerebbe aprire un Mikkeller bar in Italia, visto anche i numerosi fan italiani, ma purtroppo al momento non ci sono piani specifici. Invece per le prossime creazioni ci ha confidato che “nel mese di Maggio al Copenaghen BeerCelebration metteremo sul mercato una nuova birra per festeggiare il nostro decimo anniversario. Sono davvero entusiasta di questo progetto. Si tratta di una nuova versione della Nelson Sauvignon, una delle birre Mikkeller che preferisco. Questa birra viene invecchiata in botti di champagne da uno dei più importanti produttori di questo meraviglioso vino.”
Insomma non ci resta che prenotare un volo per Copenaghen e andare ad assaggiare in anteprima questa nuova birra!