Numero 42/2016
19 Ottobre 2016
Lambic: l’origine del nome – Parte 3
Accade spesso che la prima testimonianza scritta si riferisca a un qualche documento giudiziario. Per esempio, il famoso Placito Cassinese o Capuano, cioè il primo documento ad attestare l’uso della lingua italiana, che recita “Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti”, è una testimonianza giurata comparsa in un atto giudiziario del X secolo d.C. Analogamente, alla fine del XVII secolo, durante l’occupazione francese del Belgio, in una deposizione di un testimone si parla di quattro botti di “allambique” in riferimento a una birra.
Il nome Lambic potrebbe essere quindi derivato da “alambicco”, “alembic” in francese e “alambique” in spagnolo. Questo strumento per distillare, composto da una caldaia, una serpentina per raffreddare e un fondo dove raccogliere il distillato, è stato perfezionato in Italia ed è diventato di largo uso tra monaci e alchimisti per la produzione di oli essenziali, unguenti e soprattutto liquori. In quel periodo, nelle Fiandre Occidentali, molte attività univano birrifici e distillerie in un unico edificio.
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Il bollitore del mosto, nonostante il camino verticale si differenzi rispetto al condensatore ondulato, è molto simile all’alambicco. Essendo entrambe in rame, potrebbe essere accaduto che l’invasore francese, ignorando le differenze tra l’uno e l’altro, li abbia confusi e da qui sia nato il nome “biere d’alembic”, successivamente modificato in Lambic.
Una seconda ipotesi collega il nome Lambic alla città di Lembeek, nella valle della Senne. Questa versione è tanto cara a Frank Boon, mastro birraio e proprietario dell’omonimo birrificio situato proprio in questa cittadina. Fondata nel neolitico, Lembeek fu costruita in un’ansa del fiume Senne e in seguito fortificata dai Celti. Nel corso della storia divenne una città-stato indipendente, tra il ducato del Brabante e quello dell’Hainaut. Durante quei gloriosi decenniil governo di Lembeek concesse agli agricoltori il diritto di accostare la produzione di birra a quella di Jenever, uno dei più antichi liquori distillati in Europa a base di bacche di ginepro, antenato dell’inglesissimo Gin, senza pagare nessuna tassa.
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Questo fece sì che i birrifici iniziassero a spuntare come funghi, arrivando a oltre quaranta (un numero incredibile)e continuando a produrre probabilmente fino a quando i nazisti smantellarono gli impianti per riutilizzare il rame a fini bellici. Quando i francesi conquistarono questo piccolo comune, dove una corporazione di birrai era già attiva più di cinquecento anni fa, forse pensarono che il nome Lembeek, a causa della presenza di così tante distillerie tra le sue mura, derivasse da alembic: da qui birra d’alembic, birra di Lembeek, il Lambic.