Numero 21/2020
23 Maggio 2020
Dai Paesi Bassi: Brouwerij De Raaf
Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Raaf
(Brouwerij De Raaf) Heumen/Paesi Bassi
Nel 1983 Herm Hegger fondò a Molenhoek, nel comune di Heumen, la Brouwerij De Raaf (“Il Corvo”, riportato peraltro sulle etichette). In quel sito, dal 1814 al 1920, era esistito il birrificio Bergzicht, dal nome della tenuta.
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L’azienda si mise subito in mostra con birre dette “occasionali”, come birre speciali per Pasqua e per Natale. Soprattutto, la bianca Witte Raaf divenne così popolare che il birrificio non riuscì più a tenere il passo con la domanda. E fu proprio questo successo ad attirare l’interesse della Allied Breweries che, già proprietaria della Oranjeboom, acqustò la maggioranza dell’azienda favorendo la diffusione del prodotto.
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Purtroppo, nel 1994 avvenne la chiusura della fabbrica.
Nel 1996 Hegger fondò un nuovo birrificio nella Brouwershuis al centro di Nijmegen. E, a evitare problemi di sovrapposizione, lo chiamò Stadsbrouwerij De Hemel (o semplicemente Brouwerij De Hemel).
Nel 1999 il birrificio si trasferì nel seminterrato della rinnovata Commanderie di Sint Jan, nella quale si trovano altri produttori artigiani di alimenti e bevande; mentre un bar-birreria serve alla spina i prodotti De Hemel.
Oltre alle standard, il birrificio produce birre speciali per determinate stagioni e occasioni, e anche per conto terzi, nonché aceto di birra e mostarda di birra. La vendita però avviene solo nel birrificio, in una serie di caffè nella zona di Nijmegen e in negozi specializzati.
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De Hemel Moenen, smoked di colore ambra/rame (g.a. 6,5%). Si tratta di un prodotto invernale, realizzato con malto affumicato. Con una moderata effervescenza, la schiuma biancastra emerge fine, compatta, cremosa e decisamente stabile. L ‘aroma è caratterizzato dal tostato, con malto e fondi di caffè, dall’affumicato, più scamorza che pancetta o speck; a seguire, ma con non minore intensità, solo più tardivi, sentori di cioccolato amaro, luppolo terroso, ribes nero, cenere, pelle, liquirizia, cuoio, legno bruciato. Il corpo, esattamente a metà strada fra il medio e il leggero, si propone in una consistenza piuttosto acquosa. Nel gusto, la fumosità è meno forte che al naso, a tutto vantaggio delle note tostate, legnose, fruttate, che si snodano all’insegna di un lievito secco e piccante: una “bella” armonia tra cereale e amaricante, che apporta brio, scorrevolezza, appagamento. Il finale è un delizioso mix di nocciola, caramello, luppolo a base di erbe. Nella lunga persistenza retrolfattiva, alla relativa acidità, si sovrappone un amarognolo asciutto e croccante.
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De Hemel Nieuw Ligt Grand Cru, barley wine di colore ambra scuro con tonalità arancio e dall’aspetto pressoché nebuloso (g.a. 12%). La carbonazione è quasi piatta; la schiuma bianchiccia, fine, scarsa ed evanescente. All’olfatto, la finezza attraente, quasi elegante, è il pendant dell’intensità molto elevata: un’autentica sinfonia di profumi che svariano dai malti dolci al caramello, dall’uva passa alla banana e alla pesca, dalla melassa allo zucchero di canna, dalla gomma americana ai frutti tropicali, dagli aghi di pino alle mandorle tostate, dalla buccia
d’arancia ai chiodi di garofano, dal porto allo sherry. Il corpo pieno si propone in una consistenza decisamente oleosa. Una piacevole dolcezza caramellata, un leggero amarore da luppolo fiorito e una singolare nota lattica caratterizzano il lungo percorso gustativo, caldo, un po’ piccante, lievemente asciutto. Il finale detergente sa tanto di foglie bagnate e di terra. Nella discreta persistenza retrolfattiva l’alcol si sbizzarrisce, comincia un po’ a bruciare… intanto che si levano intriganti suggestioni di bacche mature. L’alternanza del caldo e del freddo stagionale esalta notevolmente le caratteristiche organolettiche di questo prodotto lasciato in cantina per qualche anno.