Numero 02/2024
9 Gennaio 2024
Dal vetro alla plastica, l’evoluzione delle bottiglie da birra
Le bottiglie sono oggetti di uso quotidiano e comune, solitamente fatte di vetro, di plastica, carta, ceramica, metalli, e vengono tipicamente usate per contenere liquidi, tra cui la birra. Anche se diamo per scontata l’invenzione e l’utilizzo delle bottiglie in vetro o altri materiali nel contesto della birra, la loro storia è molto affascinante. Le prime tracce storiche inerenti alle origini della bottiglia in vetro risalgono al I secolo d.C., quando nei territori siriani vennero realizzati, per la prima volta, piccoli contenitori di vetro tramite la tecnica del soffio nella pasta semi-liquida, che divergevano dai prodotti precedenti, tipicamente a forma di anfore e brocche e aventi pareti notevolmente più spesse a causa del procedimento tecnico tradizionale della colata del vetro in stampi. Se nei primi tempi si produssero più che altro fiale, con il perfezionamento della tecnica e dell’abilità da parte dei soffiatori, già nei primi secoli dopo Cristo si realizzarono bottiglie vere e proprie come quelle in esposizione al Museo Vetrario di Murano. L’utilizzo pratico e comune della bottiglia però rimase piuttosto raro, anche a causa della difficoltà di produzione dell’oggetto rispetto ad altri contenitori aventi lo stesso utilizzo, e quindi la sua diffusione europea avvenne solamente intorno alla metà del XV secolo. Murano fu il primo centro di produzione agevolato dai numerosi contatti commerciali e culturali tenuti da Venezia con il Medio Oriente, dove era già sviluppata l’arte vetraria. Le bottiglie di Murano del XV e XVI secolo, conservate ancora oggi nei musei, sono del tipo denominato calcedonia, nome derivato dalla colorazione tipica. Le altre loro caratteristiche principali sono il collo estremamente lungo e la pancia a cipolla. Già in questo periodo storico, le bottiglie vennero usate, seppur non ancora in modo capillare, sia per la mescita sia per la conservazione dei liquidi come attestano le due bottiglie sigillate, contenenti olio e vino, rintracciate nella cantina della chiesa di S.Sigismondo a Cremona e risalenti al 1492. Nel XVII secolo si produssero bottiglie in vetro “marmorino” con aggiunte di filigrana d’argento e proprio in questo periodo, in Inghilterra, l’uso delle bottiglie per conservare i liquidi si intensificò grazie alla realizzazione della tipica bottiglia verde scuro priva di fronzoli ornamentali e adatta alla cantina, mentre nel XVIII secolo nell’arte vetraria si impose il “lattimo”, ossia un vetro dalla colorazione biancastra somigliante alla porcellana e sempre l’Inghilterra impose le bottiglie in cristallo per la mescita.
Secondo le ricostruzioni storiche più attendibili, la prima volta che le birre furono imbottigliate in bottiglie di vetro scure risale al lontano 1850. Ai tempi un monaco, per portare con sé una porzione di birra, la travasò in una bottiglia di vino senza farci troppo caso. Tuttavia, le bottiglie di vetro erano già utilizzate per contenere birra sin dal XVII secolo, ma erano molto costose e fragili, quindi non erano molto diffuse.
Il tappo a corona, è stato inventato da William Painter nel 1892 a Baltimora. Questo tipo di tappo è stato utilizzato per la prima volta per sigillare le bottiglie di birra scura intorno al 1850. Prima dell’invenzione del tappo a corona, le bottiglie erano sigillate con tappi di sughero interni e spesso avevano il fondo arrotondato in modo che non potessero essere conservate in posizione verticale. Il motivo di ciò è che i tappi di sughero tendono ad asciugarsi e restringersi, il che consente alla pressione del gas nella bottiglia di non far esplodere la chiusura in sughero. Dopo l’invenzione del tappo a corona, questo problema è stato eliminato e le bottiglie di birra hanno potuto essere conservate in posizione verticale.
Le bottiglie di plastica sono state utilizzate per la prima volta commercialmente nel 1947, ma sono rimaste relativamente costose fino ai primi anni ’50, quando è stata introdotta la polietilene ad alta densità. Tuttavia, le bottiglie di plastica hanno rapidamente guadagnato popolarità sia tra i produttori di birra che tra i clienti perché, rispetto alle bottiglie di vetro, sono più leggere, più economiche ed più facili da trasportare. Tuttavia, la maggior parte delle bottiglie di birra in plastica sono state realizzate in PET (polietilene tereftalato) e sono state introdotte solo negli anni ’90, limitandosi alle referenze di più largo consumo ed a basso impatto di immagine del brand.