Numero 50/2020
12 Dicembre 2020
Dall’Irlanda: Carlow Brewing Company
Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Carlow
(Carlow Brewing Company) Carlow/Irlanda
Noto anche come O’Hara Brewing Company, questo microbirrificio artigianale, tra i più grandi in Irlanda, nacque, in un magazzino delle ferrovie (ristrutturato dallo zio dei fondatori, Terrance), nel 1996, decisamente ispirato alla Craft Beer Revolution americana. Fu opera dei fratelli Seamus e Eammon O’Hara. Ma il vero ideatore fu Seamus, al ritorno da un viaggio negli Stati Uniti dove aveva conosciuto la birra artigianale di nuova concezione. E difatti, poco dopo, rimase solo, perché Eammon partì per il Belgio.
La produzione ebbe inizio nel 1998, con una classica red ale (Morling’s Traditional Celtic Beer) e la prima birra di frumento irlandese (Curim Gold).
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E fu subito il boom delle esportazioni (circa il 70%), anche per lo scarso gradimento in patria. Stranamente, mancava la tradizionale stout irlandese che però, comparsa nel 2002, ottenne subito il riconoscimento di “migliore stout al mondo” nel corso del Millennium Brewing Industry International Awards.
Nel 2006 fu necessario il trasferimento in locali più ampi, a Bagenalstown (la città natale degli O’Hara), sempre nella contea di Carlow. Nel 2013 invece fu aperto, a Kilkenny, il pub Brewery Corner.
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Il birrificio è tuttora a completa gestione familiare: l’altro fratello Michael (capobirraio), lo zio Michael, la moglie Kay, sua sorella Siobban. Mentre la produzione, di circa 15 mila ettolitri annui, continua a essere esportata nella misura del 60%. Si tratta di autentiche birre irlandesi che, combinando la tradizione con la più avanzata tecnologia, si rivelano ricche di aromi, benché la loro precipua funzione sia quella di dissetare.
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Carlow Curim Gold, kristall weizen di colore giallo paglierino carico (g.a. 4,3%); ottenuta con malto chiaro, caramello e frumento tostato. L’effervescenza è buona, con una schiuma soffice e abbondante. La scarsa luppolizzazione invece si avverte fin dall’aroma, morbidamente fruttato. Il corpo fluisce leggero, frizzante, nella sua consistenza acquosa. Il gusto, fresco e dissetante, con delicate note floreali e di erbe aromatiche, lascia nel retrolfatto nette, prolungate, suggestioni di lievito e cereali.
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Carlow O’Hara’s Irish Red, irish ale di colore rosso intenso (g.a. 4,3%); conosciuta anche come Carlow Moling’s Traditional Celtic Beer e Carlow Morling’s Traditional Red Ale. Con una media effervescenza, la spuma sottile risulta di buona aderenza. L’aroma di luppolo reca sentori piuttosto decisi di malto, non senza qualche accenno fruttato e un tocco di acidità. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama molto acquosa. Il gusto si dipana morbido e scorrevole, a base di frutta dolce; prendendo, verso il termine della corsa, una decisa nota amara, tra spiccate impressioni di caffè. Il finale, decisamente asciutto, prelude a un discreto retrolfatto di fumo e agrumi.
Carlow O’Hara’s Irish Pale Ale, american pale ale di colore dorato (g.a. 5,2%). La schiuma bianca, cremosa e duratura, è gestita da un’effervescenza piuttosto contenuta. L’aroma, non così intenso, si rivela però abbastanza persistente coi suoi sentori floreali, fruttati e di agrumi. Il corpo, tra medio e leggero, ha una consistenza acquosa. Il gusto propone cereali, pane bianco, miele, pompelmo, limone: il tutto avvolto in un denso rivestimento di luppolo dominante. Nel finale fa capolino un po’ di malto; ma è in agguato la delicata suggestione amara del retrolfatto.
Carlow O’Hara’s Irish Stout, dry stout di colore mogano scuro con riflessi rossastri (g.a. 4,3%); prodotta secondo la più rigorosa tradizione irlandese. L’effervescenza moderata genera una spuma, color caramello, tipicamente cremosa e salda. L’aroma si libera fresco di cereali, con sentori, a seguire, di pane tostato, caramello, caffè, cioccolato al latte. Il corpo, da leggero a medio, ha una tessitura lievemente cremosa. L’equilibrio gustativo è affidato alla “sapiente” combinazione di caffè e orzo tostato, da una parte e dall’altra, del caramello e di una punta di acidità. Il finale apporta una ventata di secco amarore. Nella lunga persistenza retrolfattiva si levano deliziose impressioni di cioccolato scuro.