Numero 32/2022
11 Agosto 2022
Dreher: storia di un grande marchio italiano!
Articolo redatto con il prezioso contributo di Tullio Zangrando.
La storia della Birra Dreher ebbe origine nel 1760, quando Di suo figlio Anton senior (1810-1863) è da ricordare innanzi tutto lo storico viaggio di istruzione (…o spionaggio industriale?) in Inghilterra (1834), insieme a due altri imprenditori del settore: Georg Lederer di Norimberga e Gabriel Sedlmayr della Spatenbraueei di Monaco di Baviera (qui già nel 1807 si era passati alla bassa fermentazione, poi adottata da Dreher a Vienna per la sua celebre “Lager”) (fonti: A. Paleczny “Die WienerBrauerren”, Ed.Loecke, 2014; e W. Behringer, “Die Spatem-Brauerei”, Ed. Piper 1995). Anton senior fu anche l’artefice dell’espansione della Birra Dreher al di fuori dell’Austria, con gli stabilimenti di Michelob presso Saaz in Boemia (1861), di Köbanya (1862) in Ungheria e di Trieste : quest’ultima (fondata nel 1865 con un capitale iniziale di 700.000 fiorini da un gruppo di finanzieri fra i quali Rotschild e de Morpurgo) nei primi anni di attività deluse (molto probabilmente per la scarsa qualità della birra prodotta – su questo ritorno più avanti) le aspettative dei fondatori, che nel dicembre 1868 la cedettero per 300.000 fiorini a Dreher (fonte: “I Cento Anni della Dreher”, Ed. Del Bianco, Udine, 1965).
Nel 1806 arrivò la consacrazione personale, venendo nominato “decano dei mastri birrai di Vienna”.
Il figlio di Franz Anton, Anton Dreher, a partire dal 1836 iniziò a gestire il birrificio di famiglia e nel 1841 introdusse lo stile di birra a bassa fermentazione Lager come lo conosciamo oggi. Le principali caratteristiche di questa birra erano il colore rossiccio e la conservazione a temperatura bassa costante, proprietà da cui deriva il nome “lager”, che in tedesco significa “magazzino” e vuol segmnalare / significare “lunga maturazione”. Inizialmente veniva identificata come Märtzen (grafia corretta Märzen) o “Birra di Marzo”, poichè prodotta in questo mese, quando l’acqua era fredda e il ghiaccio ancora disponibile. L’introduzione del luppolo inoltre permise la lunga conservazione senza perderne le caratteristiche organolettiche. NO! L’utilizzo del luppolo è documentato sin da tempi antichissimil (fonte: T.Zangrando e M.Marconi, “Birra”, Vol 1°, Ed.Edagricole 2018).
Dopo la morte del padre nel 1863, Anton Dreher, iniziò ad esportare prima in Olanda e successivamente in Germania.
Prima di acquistare nel 1869 la storica fabbrica di Trieste, nel 1865 la Dreher aprì fabbriche in Boemia ed in Ungheria, all’epoca facenti dell’Impero Austro-Ungarico, la cui moneta era il fiorino.
Facendo un passo indietro in merito alla fabbrica di Trieste, essa nacque il 29 maggio 1865 dalla mente di Carlo Voelckner ed inaugurata effettivamente il 15 Gennaio 1866. Purtroppo, non incontrando il favore dei consumatori, arrivò a perdere 180.000 fiorini solo nel primo anno di esercizio. Fu a questo punto che si fece avanti il terzo Anton della famiglia Dreher, che acquistò la fabbrica per 300.000 fiorini, riattivandola solo nel gennaio 1870 con il nome di famiglia.
Nel 1874 il prof. Carl Von Linde, del Politecnico di Monaco di Baviera, creò il suo impianto del freddo artificiale (il prototipo di tutti i frigoriferi , anche domestici, moderni) per esplicito incarico di Dreher di trovare una soluzione ai problemi qualitativi della fabbrica di Trieste, dovuti al fatto che le scorte di ghiaccio naturale, dimensionate come quelle delle birrerie Dreher di oltralpe, nel clima mediterraneo di Trieste si erano rivelate insufficienti (fonte: M. Hărd,“Machines are Frozen Spirit”,Ed. Campus 1994).
Nonostante ciò le vendite non decollarono e nel 1894 la fabbrica di Trieste produsse solo 33.000 ettolitri a fronte dei 700.000 dell’intero gruppo Dreher. Negli anni successivi la situazione non migliorò e ciò costrinse la Dreher ad unirsi ad altri due gruppi di birrai austriaci, i Mautner ed i Melchi. Tale nuova gestione risollevò le sorti della società (che nel frattempo aveva preso il nome di “Vereinigte Brauerein”) arrivando nel 1914 a produrre 1.250.000 ettolitri di cui 120.000 a Trieste.
Alle porte della prima guerra mondiale la Dreher venne indotta a sottoscrivere prestiti di guerra per dodici milioni di corone trovandosi così alla fine del 1918 in una situazione finanziaria spaventosa. Nel 1921 morì il secondo Anton Dreher, dopo che nel 1917 era morto il padre, figlio di Franz Anton e fu così che la dinastia dei Dreher ebbe fine. Fu proprio in questi anni che in seguito agli eventi bellici che portano alla firma del trattato di Rapallo e alla conseguente annessione di Trieste all’Italia, la birra Dreher iniziò ad essere conosciuta anche nel nostro Paese.
Nel 1928 i Fratelli Luciani, fondatori della Birreria Pedavena, rilevarono l’intero pacchetto azionario.
A causa della grande crisi economica del 1929 la produzione scese bruscamente, passando da 118.000 ettolitri a 53.000 nel 1933.
Nel 1936 grazie alle conquiste coloniali che permisero l’acquisizione di un nuovo mercato nell’Africa Orientale, la situazione tornò a essere positiva, fino al raggiungimento del record storico di 178.000 ettolitri nel 1940.
A causa della sua posizione geografica, nella Seconda Guerra Mondiale la Dreher tornò a conoscere periodi crisi, con la produzione che scese fino a soli 49.000 ettolitri.
Nel 1965, Dreher si unì al Birrificio Austriaco e al birrificio Steirer per creare l’Unione Austriaca dei birrifici. Questa affermazione è del tutto sbagliata/fantasiosa: la prima Unione Austriaca dei Birrifici (BBAG) fu fondata nel 1921 da cinque aziende : negli anni successivi se ne sono aggiunte altre, ma MAI la Dreher di Trieste (fonte: C. Wagner et al.,”1000 Jahre Oesterreichisches Bier”, Ed. Brandstaetter 1996). Nello stesso anno, con lo scopo di decentrare la produzione al sud venne realizzato un birrificio in Puglia, a Massafra, in provincia di Taranto.
Dal 1974, la produzione e la commercializzazione della birra Dreher, nonché tutte le fabbriche in precedenza di proprietà della famiglia Luciani passarono sotto il controllo della Heineken Spa, che nel 1978 decise di chiudere la storica fabbrica di Trieste, al posto della quale venne eretto un centro commerciale.
Nel 2013 Dreher è stato il primo marchio a produrre e distribuire in Italia una birra di tipo Radler ovvero una bevanda a base di birra e succo di agrumi (limone o pompelmo), a bassa gradazione alcolica (2% circa).