Numero 25/2022

23 Giugno 2022

Etimologia della “birra”: un focus storico

Etimologia della “birra”: un focus storico

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Ripercorriamo la storia della birra nel medioevo, soffermandoci non tanto sulle tecniche di produzione, quanto sulle origini e l’evoluzione del suo nome: come si è arrivati dal latino “cervisia” all’attuale “birra”?

Partiamo da lontano: nell’antichità una bevanda simile alla birra era molto diffusa in Egitto ed era indicata dai Greci – non senza un certo disprezzo – con l’espressione “vino d’orzo”. Ne parla persino Eschilo nelle Supplici, quando, per sottolineare la fierezza del mondo greco, fa dire a un araldo: “Negli abitanti di questa terra troverete degli uomini sul serio e non gente che beve vino fatto con l’orzo!”. Insomma, per i Greci la birra – così poco alcolica – non era una bevanda da uomini, che dovevano preferirle il vino.

 

Il termine utilizzato dai Romani era invece “cervisia”, il cui riferimento a Cerere (dea delle messi e della fertilità) alludeva ancora una volta agli ingredienti utilizzati: frumento e orzo. A sua volta, il nome della dea derivava dalla radice indoeuropea *ker e significava “colei che ha in sé il principio della crescita”. Nelle cerimonie mistiche in suo onore che si svolgevano ogni primavera, venivano offerti frutti, animali e anche “succo d’orzo e di grano”.

 

Nei secoli successivi i termini derivati dall’evoluzione del latino “cervisia” sono rimasti in uso presso molti popoli europei: nel volgare italiano si parlava di “cervogia”, mentre in Francia fino al Seicento si utilizzava la parola “cerveise” (a cui si rifà il moderno “cervoise”, che indica la birra senza luppolo). Solo nella penisola iberica, con lo spagnolo “cervesa” e il portoghese “cerveja”, l’eredità latina si è mantenuta fino ad oggi.

A partire dal XVI secolo iniziarono a diffondersi in Italia e in Francia le varianti del termine “beor” o “bior”, di origine germanica: ed ecco spuntare la nostra “birra” e, oltralpe, la “bière”. La stessa origine dei termini ancora oggi usati in Gran Bretagna (“beer”), Irlanda (con il gaelico “beoir”), Grecia (“byra”), Romania (“bere”) e Turchia (“bira”). Ma qual è il significato dell’antica parola “beor”? Essa era utilizzato per indicare “una bevanda forte” e, probabilmente, fu derivato nel VI secolo dal latino “biber” (bevanda). Secondo altri l’origine è da ricondurre al protogermanico *beuwoz, proveniente da *beuwo (orzo).

 

 

Nella penisola scandinava e nei paesi baltici le cose andarono diversamente: qui – dove si utilizzano oggi le forme “Öl” (svedese), “Øl” (norvegese), Olut (finlandese) o “Alus” (lituano e lettone) – prevalse la radice indoeuropea *alu (la stessa da cui deriva l’inglese “ale”, che indica la birra ad alta fermentazione). La Russia, la penisola balcanica e alcuni paesi dell’Europa orientale preferirono invece il termine proto-slavo “pivo”, che, ancora una volta, indicava semplicemente “bevanda”.

 

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Lorena Ortega
Info autore

Lorena Ortega

Mi chiamo Lorena Carolina Ortega, sono nata a Rosario, in Argentina. Nel 2013 ho deciso trasferirme in Perù, dove sono diventata Beersommlier e giudice BJCP.
Ho lavorato per 5 anni per birrificio Nuevo Mundo nella mansione di Responsabile di eventi, dove ho conquistato alcuni dei miei obiettivi: incentivare gli studenti universitari alla passione per il fenomeno della birra artigianale con tours per il birrificio; riunire la birra e la musica con l’organizzazione di un festival ad edizione bimensile chiamato Rica Chela, sostituire la vendita di birra industriale con la birra artigianale nel festival Selvamonos, un evento musicale con piú di 11°edizioni; iniziare la diffusione di birre artigianali in ristoranti gourmet e collaborare nell’organizzazione del primo franchising di bar di birra artigianale a Lima e nella formazione dei camerieri. Adesso in Italia, da febbraio 2019 vivo nella città Terracina, cercando di portare avanti la mia passione per la birra nel territorio mediterraneo.