Numero 27/2020
29 Giugno 2020
La birra, protagonista nella storia – Capitolo 3
…Dal concilio di Aquisgrana facciamo un salto di circa 300 anni, arrivando così al 1141, anno di nascita di Goffredo III di Lovanio, erede al trono di Brabante.
Il nobil “fiotto del “Dux in cunis”
Tra i territori che nel Medioevo appartenevano al Sacro Romano Impero Germanico c’erano i Paesi Bassi i cui Stati erano amministrati dalla nobiltà, ognuno in modo autonomo. Uno dei latifondi più estesi era il ducato di Brabante situato alla sinistra del fiume Mosa.
In passato si erano costituiti diversi Stati, quali il Langraviato di Brabante, (1085-1086 e 1183-1184) ed il Ducato del Brabante, esistito dal XII al XVII secolo.
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Lovanio è il capoluogo della provincia del Brabante Fiammingo nel centro delle Fiandre e del Belgio. E’ la sede storica, dalla presenza secolare della birreria Artois, che prese questo nome nel 1717 e iniziò a produrre la Stella Artois nel 1926.
Al tempo, il modo con cui Bruxelles e Lovanio governavano questo territorio non riscuoteva il favore di molti. I cittadini di Anversa e Breda erano stanchi di versare tasse in favore di Bruxelles e a forza di fomentare la rivolta anche i nobili si unirono alle proteste.
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Era il 1141 quanto Goffredo III di Lovanio, erede al trono di Brabante, venne al mondo, in un periodo storico alquanto burrascoso e movimentato.
Egli era ancora infante quando dovette succedere al padre (fu detto infatti dux in cunis – dal latino “condottiero nella culla”); aveva circa un anno per cui molti vassalli del Brabante ed in particolare la stirpe di Berthout che regnava su Grimbergen pensarono di poter facilmente scalzare il fanciullo dal trono e rendersi indipendenti dal duca.
L’abbazia di Grimbergen è stata fondata nel 1128 da Norbert de Xanten, ma distrutta nel 1142, quindi ricostruita nel 1566 e nel 1798. Nel corso della sua storia è diventata famosa per la sua produzione birraria. Nel XII secolo i Padri premostratensi hanno messo a punto la ricetta della Grimbergen, tramandandola fino ai giorni nostri.
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La vedova Luitgarda di Sulzbach madre del piccolo Goffredo cercò aiuto e lo trovò in Teodorico di Alsazia, conte delle Fiandre.
Questi assicurò la sua protezione inviando i suoi soldati al cui comando c’era Lord Gaasbeek il quale facendosi portavoce delle sue truppe, chiese alla duchessa di portare sul campo di battaglia il piccolo erede, affinchè propiziasse la vittoria.
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La madre acconsentì e affidò il proprio bambino ad una balia che aveva il compito di allattarlo e di prendersi cura di lui.
Fino agli inizi del novecento era abitudine nelle famiglie più ricche affidare il neonato ad una puerpera, scelta spesso tra il personale di servizio, tra i propri lavoranti o contadini oppure tra i loro familiari, affinché provvedesse all’allattamento del bambino. La balia doveva essere robusta affinché riuscisse a nutrire sia il proprio neonato sia quello ad ella affidato e in buona salute per evitare la trasmissione di malattie. In epoca medievale era disdicevole che le donne di rango si sottoponessero allo sforzo fisico quale poteva essere l’allattamento al seno. Era anche opinione comune che allattare fosse un ostacolo per ulteriori gravidanze. Nella maggioranza dei casi le balie si occupavano di tutte le incombenze legate all’accudimento dei bambini.
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L’armata avanzò fino sul campo di battaglia di Ransbeek nei pressi di Grimbergen dove incontrò i ribelli. Le truppe si schierarono ma per Goffredo era il momento della poppata. La balia Barbara aveva l’abitudine di bere a cadenza regolare un barilotto di birra lambic, la specialità della regione di Bruxelles, di modo che il latte non le mancasse mai.Nel corso dei secoli si è fermamente creduto che bere birra aumentasse la produzione di latte materno. Il consumo di alcolici nel periodo dell’allattamento non è raccomandabile, ma che la birra aumenti la produzione di latte è scientificamente provato. Uno studio ha identificato nei beta-glucani carboidrati a catena lunga) presenti in orzo e avena, le sostanze responsabili di tale fenomeno. Il contenuto alcolico della birra non incide particolarmente sulla quantità dei beta-glucani, e lo stesso effetto si può ottenere anche con la birra analcolica, con la birra casalinga o con l’estratto di malto.
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Il piccolo duca satollo e felice venne adagiato nella culla la quale fu assicurata al ramo di un albero. Nel frattempo mentre sotto di lui gli schieramenti si erano predisposti per la battaglia la natura ebbe il sopravvento. Goffredo si alzò in piedi espletando i suoi reali bisogni sprizzando un lungo zampillo giallo dritto verso le truppe nemiche. La sua armata esultò per l’eroico gesto che ebbe l’effetto dirompente di umiliare gli avversari ed infondere un desiderio di vittoria.
La battaglia si concluse alla svelta in favore dei Brabante che mantennero il potere e costrinsero gli ostili alla ritirata.
Le truppe vittoriose tornarono a Bruxelles in trionfo e la leggenda del bambino che aveva fatto la pipì dinanzi al nemico si diffuse passando di bocca in bocca e le canzoni dell’epoca proclamarono vincitori della battaglia «sia i fucili di Bruxelles, sia la birra lambic». Gli ultimi soldati dell’armata come bottino di guerra dal campo di battaglia estirparono la quercia a cui era stata appesa la culla di Goffredo. L’albero fu piantato nel centro della città, dove si dice che sia rimasto per un paio di secoli a commemorare l’evento. Quando la quercia infine marcì, la prodezza di Goffredo fu immortalata per sempre nella pietra, nella statua di una fontana.
Il regno di Goffredo III, la ribellione di Grimbergen e la battaglia di Ransbeek “sono fatti storici indiscutibili. Quanto all’impavido gesto ci si basa su fonti orali e non è possibile essere completamente certi che sia davvero accaduta.
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“Il bambino che fa la pipì”, Manneken-Pis nel dialetto fiammingo locale, è uno dei monumenti più conosciuti di Bruxelles. Situato nella fontana all’angolo tra Rue de l’Étuve e Rue du Chêne, la prima versione in pietra fu installata già nel Quattrocento, mentre quella attuale in bronzo rallegra il centro storico di Bruxelles dal 1619. Secondo la leggenda, il mistero del grazioso zampillo del bambinetto risiede nella birra lambic, tipica del luogo.
Fonti:
“Wikipediaù”
“Storia dell’Europa in 24 pinte: Dieci secoli di birra” – Edizione UTET