Numero 51/2020

19 Dicembre 2020

La lunga storia del birrificio Raschhofer, Austria

La lunga storia del birrificio Raschhofer, Austria

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Raschhofer

(Brauerei Raschhofer) Altheim/Austria

Azienda di medie dimensioni dell’Alta Austria, con una tradizione che affonda le radici nel lontano 1645, anno in cui i documenti menzionano come proprietario Johann Wührer. Già nel 1670 il birrificio fu rilevato da Bartholomä Lohmeier. Nel 1681 ebbe inizio una successione di proprietari che, nel 1869, si fermò con la famiglia Raschhofer, allorquando, alla morte di Paul Huber, la vedova, Therese, sposò Georg Raschhofer appunto. E l’azienda prese il nome attuale, passando sempre al figlio che portava il nome Georg Raschhofer.

Nel 1995, poche settimane prima di prendere le redini dell’azienda familiare, l’ultimo Georg Raschhofer morì in un incidente stradale. L’anno successivo il birrificio fu acquistato dalla sorella, Doris Scheriau-Raschhofer, e dal marito, Christoph Scheriau.

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La produzione verte principalmente sui classici austriaci. Ma, dal 2010, comprende anche una “Craft Beer Edition”, con diversi stili internazionali, come rauchbier, stout, porter, witbier. In ogni modo, l’azienda, molto attenta alla qualità, si guarda bene dalle lusinghe del prodotto di massa.

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Raschhofer Das Zwickl, zwickelbier di colore dorato pallido e dall’aspetto velato (g.a. 5,4%). È la birra più nota della casa, con maturazione di sette-otto settimane. Fu la prima produzione della nuova gestione, e offerta alla spina. L’anno successivo figurava come prima zwickel in bottiglia largamente distribuita nel settore alimentare austriaco. Con una moderata effervescenza, la schiuma, tendente al bianco sporco, si riversa enorme, cremosa, di buona ritenzione e allacciatura. La gradevole finezza olfattiva è a base di freschi profumi fruttati e di lievito, con qualche timido accenno di luppolo erbaceo, fieno, malto granuloso e dolciastro. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza oleosa pressoché untuosa. Il gusto sa lusinghevolmente interessare il palato grazie a un ricco malto e all’elegante luppolizzazione; mentre una rinfrescante nota acida riesce facilmente a ritagliarsi un posticino al sole. Il finale dispensa suggestioni di erbe aromatiche avvolte nella secchezza, e non tanto percettibili. Benché terroso e appiccicoso, il retrolfatto sembra più maltato che amaro.

Raschhofer Classic, oktoberfest/märzen di colore biondo dorato (g.a. 5,4%); altro prodotto molto popolare, in precedenza Georgsbier Premium. Con una carbonazione da moderata a media, la schiuma, bianca come la neve, fuoriesce enorme ma grossolana e di rapida dissoluzione. La finezza olfattiva è sicuramente elegante: sotto gli intensi, insistenti, profumi di cedro, fiori e scorza di limone, si spandono delicati sentori di malto, grano, miele, luppolo erbaceo. Il corpo medio ha una consistenza pressoché acquosa, scorrevole, briosa. Non si mostra da meno il gusto, con un equilibrio, a dir poco, perfetto. Un malto granuloso, arrotondato dalla dolcezza, si integra arrendevolmente con il delicato amarore delle erbe aromatiche. Il finale è piacevolmente secco, anche se non dura più di tanto. Nel retrolfatto si esalta una lenta persistenza di luppolo speziato con un pavido richiamo di caramello.

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Raschhofer Teufelskerl Bock, helles bock/maibock di colore giallo dorato e dall’aspetto a malapena intorbidito (g.a. 7,3%). Con una carbonazione moderata, la spuma bianca emerge a grana minuta, compatta, di media tenuta e cremosità. Sentori fruttati permeano la fresca tessitura di malto nell’aroma, sospinti da un alito di alcol e da un live speziato. Il corpo medio ha una trama a chiazza di petrolio, comunque briosa e scorrevole. Il gusto, delicatamente toccato dal malto, inizia con una certa neutralità, per prendere via via note di miele, pane, biscotti, frutta a polpa gialla, zucchero di canna; mentre dal sottofondo si leva un morbido amaro di luppolo erbaceo. Il finale, secco e pulito, anticipa la lunga persistenza retrolfattiva in cui si alternano impressioni di zucchero bruciato, caramello, lievito speziato, frutta secca, nonché una sbiadita reminiscenza di caffè e cioccolato amaro.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.