Numero 34/2020
21 Agosto 2020
Un tuffo nella storia di Uruk, dove il lavoro era pagato in birra
La storia della birra è sicuramente millenaria e, anche se ad oggi le teorie scientifiche sulla sua nascita risultano molto controverse ed ancora incerte, non mancano continue scoperte archeologiche che ne rendono ancora più affascinanti i trascorsi.
In particolare, un recente studio a firma del ricercatore Alison George, pubblicato sulla rivista scientifica New Scientist, afferma che nell’antica Mesopotamia alcuni lavoratori, anziché essere pagati in denaro, venivano remunerati in birra.
Quanto affermato dallo studioso si basa sulla interpretazione di una tavola che riporta particolari raffigurazioni dell’atto di pagamento. Il reperto archeologico è stato rinvenuto a Uruk, in Iraq: la città nell’epoca dell’antica Mesopotamia era un centro commerciale molto importante , tanto da essere uno dei centri culturali più evoluti e sviluppati dell’intera area della mezzaluna fertile.
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Per comprendere quanto potesse essere ritenuta allora importante la birra e, quindi, apprezzato un pagamento in natura, è necessario premettere che tale bevanda, come in altre culture antiche, era considerata sacra. Infatti, nelle rappresentazioni, il contenitore che la accoglieva era raffigurato a forma di cono, ad evidenziarne la sacralità e la nobiltà. E, come riportato nella stessa stele, anche il razionamento ai lavoratori era svolto con particolare dovizia: vi sono, infatti, alcuni passaggi che raffigurano la quantità di birra che ogni persona riceveva.
Questa usanza, anche se ai nostri occhi di uomini moderni può sembrare quasi surreale, trova riscontri anche in epoche successive: ad esempio, registri risalenti all’Antico Egitto danno evidenza dell’uso della birra parziale compenso dei muratori impegnati nella costruzione delle grandi piramidi. Ciascuno di essi, riceveva, infatti, in paga circa 5 litri di birra per ogni giornata di lavoro.