Numero 12/2020
21 Marzo 2020
Ungheria: Borsodi Sörgyár, il secondo più grande birrificio industriale del paese
Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Borsodi
(Borsodi Sörgyár) Böcs/Ungheria
Birreria nel villaggio di Böcs, nei pressi di Miskolc. La costruzione della fabbrica su una superficie di ben 22 mila metri quadrati iniziò nel 1969. La produzione invece cominciò nel 1973, con 874 mila ettolitri annui.
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Nel 1991, dopo la caduta del comunismo, la fabbrica fu privatizzata e comprata, due anni dopo, dalla Interbrew. Naturalmente furono apportati tutti i miglioramenti necessari, dall’impiantistica allo sviluppo del prodotto, per stare al passo coi tempi.
A valle dell’acquisto della Anheuser-Busch, nel 2009 la AB InBev vendette, insieme ad altri otto birrifici dell’Europa centro-orientale, anche la Borsodi alla CVC Capital Partners (società finanziaria britannica specializzata nei settori di private equity e hedge funds). Con questi nove birrifici la CVC Capital Partners costituì il gruppo StarBev, che però nel 2012 fu rilevato dalla Molson Coors Brewing Company. Pertanto la Borsodi oggi appartiene a quest’ultima società di produzione birraria canadese-statunitense.
La Borsodi Sörgyár è, per importanza, la seconda azienda birraria del Paese, arrivando a controllare quasi un quarto del mercato nazionale. I suoi 2 milioni di ettolitri l’anno si esprimono in un’ampia gamma di lager. E, nonostante sia in mani straniere dal 1993, produce ancora una linea di birre ungheresi, oltre alla Beck’s e alla Stella Artois su licenza.
Borsodi Sör, tradizionale lager dorata (g.a. 4,6%); l’ammiraglia della birreria e il marchio più venduto in Ungheria. Viene lavorata con aggiunta di mais. Con una carbonazione media, la spuma si leva sottile e consistente. L’aroma gioca tra il malto e l’erbaceo, con qualche accenno di luppolo e grano. Il corpo, da leggero a medio, presenta una consistenza tra cremosa e acquosa. Il gusto defluisce piacevolmente luppolizzato. Il finale, asciutto e ripulente, introduce un corto retrolfatto amarognolo con una labile insufflazione di zucchero.
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Borsodi Póló, lager analcolica di colore biondo (g.a. 0,5%). La ricetta prevede, oltre agli ingredienti di base, malto aromatico e mais. Per essere un prodotto a contenuto alcolico quasi nullo, si presenta con buon equilibrio gustativo. Anche l’aroma è in grado di farsi apprezzare per i suoi profumi, magari tenui ma persistenti. L’effervescenza moderata invece origina una schiuma di medie dimensioni piuttosto instabile. Il corpo è sottile, con una trama acquosa lievemente asciutta. Il finale, pulito e rinfrescante, apre la strada a un sufficiente retrolfatto dalle suggestioni a malapena fruttate.
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Borsodi Bivaly, strong lager di un giallo pallido (g.a. 6,5%). L’effervescenza è abbastanza vivace; la schiuma, vaporosa ma di breve durata. Malto, caramello, erba, mais, e qualche sentore aspro e terroso, compongono un bouquet non così intenso, comunque persistente.
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Il corpo, da leggero a medio, presenta una consistenza acquosa e un po’ appiccicosa. Il gusto è dolciastro, fruttato, fresco, lievemente asciutto: caramello, malto, zucchero, e soprattutto note alcoliche, convivono quasi in simbiosi, lasciando un po’ di spazio però a un luppolo maturo verso la fine della lunga corsa. Dal retrolfatto esalano non sgradevoli impressioni di un fruttato farinoso.